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Hamas: "Pronti a liberare altri ostaggi, Israele dice no". Netanyahu: "Bugie"

Qatar ottimista su possibile rilascio nuovi ostaggi molto presto. Negoziatori: "Cauta speranza"

Soldato israeliano - (Afp)
Soldato israeliano - (Afp)
22 ottobre 2023 | 00.03
LETTURA: 3 minuti

Hamas ha liberato due ostaggi, madre e figlia statunitensi, e avrebbe voluto rilasciare altre due persone "per motivi umanitari" ma Israele ha detto no. E' la versione di Abu Ubaida, portavoce delle brigate Izz el-Deen al-Qassam, in una breve dichiarazione in cui afferma che il Qatar è stato informato delle intenzioni di Hamas riporta Haaretz. Israele parla però di "propaganda basata sulle menzogne di Hamas": "Continueremo a fare tutto il necessario per riportare a casa tutti i prigionieri e le persone scomparse", ha affermato un comunicato dell'ufficio del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, a due settimane dall'attacco di Hamas nel sud di Israele lo scorso 7 ottobre. L'esercito israeliano è al corrente di 210 ostaggi nelle mani di Hamas, ha reso noto un portavoce.

Hamas ha mostrato disponibilità solo per i civili: non discuterà dei soldati israeliani che tiene in ostaggio fino a quando Israele non metterà fine "all'aggressione" contro Gaza, ha dichiarato l'esponente di Hamas Osama Hamdan parlando dal Libano. "La nostra posizione riguardo ai catturati dell'esercito israeliano è chiara - ha detto - la cosa è collegata ad uno scambio di prigionieri e non ne discuteremo fino quando Israele non metterà fine all'aggressione contro Gaza e i palestinesi".

Qatar ottimista su possibile rilascio nuovi ostaggi molto presto

In queste ore, sotto i riflettori si ritaglia un ruolo particolare il Qatar, che ha svolto una mediazione fondamentale per la liberazione delle due cittadine americane. Doha si dice ottimista sulla possibilità di un rilascio "molto presto" di nuovi ostaggi da parte di Hamas. Il consigliere del ministero degli Esteri del Qatar, Mayed al Ansari, ha spiegato in un'intervista al quotidiano tedesco 'Welt am Sonntag' che sta lavorando per raggiungere un accordo per il rilascio di tutti i civili trattenuti a Gaza. Sebbene l’obiettivo sia il ritorno di tutti gli ostaggi il prima possibile, verrà data priorità alle donne, ai bambini e alle persone che non hanno nulla a che fare con il conflitto tra Israele e Hamas.

"Non posso promettere che ciò accadrà oggi, domani o dopodomani, ma siamo sulla strada che consentirà molto presto il rilascio di tutti gli ostaggi, soprattutto dei civili", ha spiegato secondo riferisce Bloomberg.

Al-Ansari, riferisce 'The Times of Israel', afferma che Doha è una delle numerose parti coinvolte nei negoziati per il loro rilascio ma è unica in quanto sta parlando sia con Israele che con Hamas. L'attacco del 7 ottobre di Hamas, spiega, "è stato particolarmente grave. E' stato certamente peggio di qualsiasi cosa abbiamo visto prima. Ma quando Israele bombarda le case sapendo che ci sono bambini al loro interno, allora sono in gioco anche persone innocenti. E nessuna vita umana è più importante di un'altra". Degli oltre 200 ostaggi tenuti a Gaza, più di 20 sono minorenni e più di 20 hanno più di 60 anni, ha rivelato venerdì Israele.

Negoziatori: "Cauta speranza"

Quanto ai negoziatori nutrono la cauta speranza che il rilascio di ieri delle due cittadine americane "possa portare alla liberazione di altri ostaggi" in mano ad Hamas, riferisce una fonte diplomatica informata sui negoziati in corso, ha riportato Nbcnews. "Gli israeliani sono chiari nel dire che non vogliono parlare fino a quando gli ostaggi non saranno rilasciati, quindi sarebbe meglio per Hamas rilasciarli velocemente - è il ragionamento del diplomatico - perché questo potrebbe portare ad un dialogo più ampio o a una mediazione".

I negoziati i hanno avuto "degli altri e dei bassi", con un momento positivo dopo la visita a Doha di Antony Blinken, con una battuta d'arresto dopo l'esplosione nell'ospedale di Gaza.

Ora con il rilascio di Judith Tai Raanan e Natalie Shoshana Raanan, "la speranza è che questo venga visto come un ramoscello d'ulivo", spiegano ancora le fonti. C'è poi anche l'inizio "dell'arrivo degli aiuti" a Gaza, "per quanto non sia parte di uno scambio o di un accordo":"questi costituiscono passi positivi che si spera possano condurre ad altri passi positivi e disponibilità", concludono le fonti.

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