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Israele festeggia vittoria Trump, Netanyahu: "Il più grande ritorno della storia"

Il premier israeliano tra i primi a congratularsi. Hamas attende: "Dipende da sue posizioni rispetto ai palestinesi". Iran: "Non importa chi è presidente Usa, piani già fatti"

Donald Trump e Benjamin Netanyahu  - (Fotogramma)
Donald Trump e Benjamin Netanyahu - (Fotogramma)
06 novembre 2024 | 13.14
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Israele festeggia oggi il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Ancora prima che i risultati delle elezioni presidenziali americane indicassero la vittoria del candidato repubblicano sulla rivale Kamala Harris, il primo ministro Benjamin Netanyahu è stato tra i primi leader mondiale a congratularsi.

E mega poster con la scritta 'Make Israel Great' sono apparsi questa mattina su alcuni palazzi di Gerusalemme. Parole che richiamano lo slogan da lui usato durante la campagna elettorale, 'Make America Great Again' ed esprimono ''congratulazioni'' a Trump.

Il messaggio di Netanyahu

"Cari Donald e Melania Trump, congratulazioni per il vostro più grande ritorno della storia! Il tuo storico ritorno alla Casa Bianca rappresenta un nuovo inizio per l'America e un forte rinnovato impegno nei confronti della grande alleanza tra Israele e America. Questa è una grande vittoria!", ha scritto su X il premier israeliano.

Dichiarazioni anche dal Likud, il partito del premier. "Bentornato Mr. President!!", ha scritto su X in inglese il ministro dell'Istruzione Yoav Kisch con le bandiere di Stati Uniti e Israele. "Congratulazioni al presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump - gli fa eco il ministro della Cultura Miki Zohar - Guardiamo già ai prossimi quattro anni".

Israel Katz, già ministro degli Esteri e ora della Difesa di Tel Aviv, dopo la cacciata dal governo Netanyahu di Yoav Gallant, si congratula con Donald Trump "per la sua vittoria storica". "Insieme - scrive su 'X' -rafforzeremo l'alleanza Usa-Israele, riporteremo indietro gli ostaggi e resteremo fermi per sconfiggere l'asse del male guidato dall'Iran".

A Donald Trump arrivano anche le congratulazioni del presidente israeliano Isaac Herzog che definisce il tycoon "un caro e vero amico di Israele, un campione di pace e cooperazione nella regione". In un post su X il presidente israeliano auspica di "lavorare" con Trump per "rafforzare il legame solido tra le nostre popolazioni, per costruire un futuro di pace e sicurezza per il Medio Oriente e sostenere i nostri valori comuni".

Hamas attende

"La nostra posizione sulla nuova Amministrazione americana dipenderà dalle sue posizioni e dal comportamento nei fatti nei confronti del nostro popolo palestinese e della sua giusta causa", afferma dal canto suo Hamas in una dichiarazione di cui dà notizia la tv satellitare al-Jazeera.

"Questo sostegno cieco" per Israele "deve finire perché è a spese del futuro della nostra gente e della sicurezza e della stabilità della regione", ha precedentemente dichiarato all'Afp Bassem Naim, esponente dell'ufficio politico di Hamas.

La posizione di Trump sulla guerra a Gaza

Trump, che rivendica di essere il presidente più filoisraeliano della storia e che nel primo giorno del suo primo mandato varò il 'muslim ban', ha promesso di sostenere Israele nella sua lotta contro i gruppi sostenuti dall'Iran, tra cui Hamas e Hezbollah.

Il tycoon non si oppone alla vittoria militare di Israele a Gaza e non esclude una qualche forma di controllo o occupazione israeliana della Striscia, con il ritorno di coloni. Nella sua prima amministrazione non ha dato un sostegno attivo alla formazione dello Stato palestinese, ordinando il trasferimento dell'ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme e riconoscendo il controllo israeliano del Golan, occupato dalla Siria nella guerra dei sei giorni nel 1967.

Anche il presidente democratico Joe Biden ha sostenuto Israele con la fornitura di armi dopo gli attacchi del 7 ottobre, ma ha spesso avuto divergenze con Netanyahu rispetto alla crisi in Medio Oriente.

Iran

Sull'esito delle elezioni americane è intervenuto anche l'Iran con un secco "non ci riguardano e non avranno effetti sulla vita degli iraniani". "Non importa chi sarà il presidente degli Stati Uniti dal momento che i nostri piani sono già stati adottati", ha detto il portavoce del governo, Fatemeh Mohajerani, in dichiarazioni da Teheran rilanciate dall'agenzia iraniana Isna.

"Tenendo conto della storia di sanzioni negli ultimi 40 anni, l'Iran ha resistito e non è preoccupato per una rielezione di Trump, dal momento che non fa differenza con l'altra persona", ha aggiunto. "Le sanzioni hanno rafforzato il potere interno dell'Iran, che è in grado di affrontare nuove sanzioni", ha affermato ancora.

Hezbollah

Sulla stessa linea Hezbollah. ''Per noi il successo di Harris o Trump non ha alcun valore'' perché ''non contiamo sulle elezioni americane'' riguardo all'esito della guerra in corso o dei negoziati. Hezbollah conta ''solo sui nostri combattenti sul campo'', ha affermato il nuovo leader del gruppo libanese sciita, Naim Qassem, nel suo discorso a 40 giorni dall'uccisione di Hassan Nasrallah. Il discorso trasmesso in Tv sembra essere registrato prima della vittoria di Donald Trump. ''La base di ogni negoziato - ha aggiunto Qassem - poggia su due pilastri: fermare l'aggressione sionista e proteggere la sovranità libanese''.

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