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Bannon avverte l'Italia: "Pechino regime rapace"

Nel giorno in cui il presidente cinese Xi Jinping atterra a Roma, l'ex capo stratega di Donald Trump loda Salvini e l'alleanza Lega-M5S. Poi l'attacco al Papa: "Ha svenduto i martiri cinesi"

(Afp)
(Afp)
21 marzo 2019 | 18.57
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La Cina ha una "strategia rapace di dominio del mondo". Nel giorno in cui il presidente cinese Xi Jinping atterra a Roma, Steve Bannon mette in guardia l'Italia dal rischio di diventare una preda delle mire espansionistiche di Pechino. Iniziative come la Via della Seta, o aziende come la Huawei, "daranno alla Cina il dominio del mondo", sostiene l'ex capo stratega di Donald Trump, ospite nella capitale di Lettera 22, per una conferenza alla Biblioteca Angelica. Bannon punta anche il dito contro il "partito di Davos" che ha salutato Il presidente Xi come "il salvatore della globalizzazione".

Il progetto cinese, prosegue Bannon, è "costruire un sistema manifatturiero in cui gli altri paesi potranno essere fornitori di materie prime o al massimo di alcuni componenti, oltre che dei mercati". Per questo, spiega il fondatore di The Movement e guru dei movimenti sovranisti, bene ha fatto Matteo Salvini che, prima di dare il via libera agli investimenti cinesi in Italia, ha invitato a "studiare cento volte" i vari dossier che riguardano Pechino. "Invito veramente gli italiani a guardare il modello predatorio cinese per quello che è - insiste Bannon - è simile a quello attuato a suo tempo dalla Compagnia delle Indie".

"Huawei - dice ancora, senza usare mezze parole - è un braccio dell'esercito cinese". L'azienda, incalza l'ex stratega di trump e oggi politologo di riferimento di molti movimenti populisti e sovranisti, "è il cavallo di Troia cinese nel cuore dell'Occidente, per accaparrarsi i nostri dati e usarli come armi" contro di noi. Le reti 5G, spiega, "saranno alla base dei computer quantistici e degli sviluppi tecnologici del futuro". I dati che passeranno per queste reti, insiste, "saranno come il plutonio del futuro, e possono diventare - e lo diventeranno - delle armi".

Di qui, l'allarme che Bannon lancia ai governi occidentali. In futuro, dice, "tutte le aziende di telecomunicazioni che useranno i sistemi Huawei saranno sottoposte al controllo dell'esercito cinese". Nella guerra che una parte dell'Occidente, Usa in testa, ha lanciato contro il colosso cinese, un passaggio chiave, sottolinea Bannon, è stato l'arresto in Canada di Meng Wanzhou, figlia del fondatore e direttore finanziario del gigante tecnologico cinese: "Lei è la chiave che può scardinare il meccanismo. Non vedo l'ora che venga estradata negli Stati Uniti".

Per Bannon, una delle ragioni della visita di Xi Jinping in Italia "è il Vaticano". Papa Francesco, sostiene, "ha firmato un accordo segreto con il governo più odioso del mondo" e consegnato a Pechino "il potere di scegliere i vescovi della chiesa cattolica cinese". Bannon cita il cardinale di Hong Kong Joseph Zeng, che ha condannato l'accordo tra la Cina e il Vaticano come "una svendita dei martiri cristiani della Cina". Lo stratega chiede a Papa Francesco di "rendere pubblico" l'accordo con Pechino, la cui firma definisce una "disgrazia che di fatto svende i santi viventi della Cina". Bannon, che si definisce "cattolico praticante", non è tenero con il Vaticano nemmeno per quanto riguarda il doloroso tema della pedofilia. Il recente vertice a Roma, dice, è stato un "totale fallimento", non è riuscito a rendere centrale il tema della "tolleranza zero".

Il politologo vede un futuro nero per la chiesa cattolica Usa, che "vale circa il 70% di tutto il flusso di cassa della chiesa mondiale". Le tante cause civili intentate contro le diocesi americane per avere coperto gli abusi dei preti pedofili, prevede, rischiano di portare alla "liquidazione" della chiesa cattolica Usa "nei prossimi 5-10 anni" e questo "può portare al fallimento anche della casa madre".

"Non è stato perfetto, non è stato senza scosse, ma è stato un esperimento nobile", continua Bannon che torna a lodare l'alleanza di governo M5S-Lega che, sostiene, "ha dimostrato come persone provenienti da contesti culturali diversi possano trovare un compromesso. E' come se Trump collaborasse con Bernie Sanders". Per questo, aggiunge l'ex capo stratega di Donald Trump, "indipendentemente dal risultato delle elezioni europee" e dal futuro stesso del governo, "è stato un esperimento nobile che meritava di essere fatto".

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