Pyongyang: "Si sono tenuti nel rispetto della Carta delle Nazioni Unite"
"Rispettiamo la volontà degli abitanti che aspiravano all'integrazione nella Russia e sosteniamo la posizione del governo russo nel fare di queste regioni parte della Russia". Così la Corea del Nord di Kim Jong-un sui "referendum" che si sono tenuti nelle aree occupate dell'Ucraina, e dopo l'annessione da parte del Cremlino delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk e delle regioni di Kherson e Zaporizhzhia.
"I referendum si sono tenuti nel rispetto della Carta delle Nazioni Unite, che sancisce i principi di uguaglianza delle persone e il loro diritto all'autodeterminazione, nel rispetto di procedure e metodi legittimi in un modo che ha reso possibile rispecchiare la volontà degli abitanti delle due repubbliche e delle due regioni", si legge sull'agenzia Kcna che riporta una dichiarazione di Jo Chol Su, direttore generale del Dipartimento delle organizzazioni internazionali del ministero degli Esteri della Corea del Nord.
Si tratta delle prime dichiarazioni che arrivano da Pyongyang sui "referendum" di fine settembre - denunciati dagli ucraini e dalla comunità internazionale - dopo che la Corea del Nord aveva riconosciuto le repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk.