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Comunicato stampa

CBD: caratteristiche e effetti benefici del cannabidiolo nella cannabis light

CBD: caratteristiche e effetti benefici del cannabidiolo nella cannabis light
25 maggio 2020 | 09.39
LETTURA: 8 minuti

Roma, 25 Maggio 2020. Del CBD sono ormai noti gli effetti benefici. Ma ci sono anche delle controindicazioni collegate a questa sostanza? Lo abbiamo chiesto a Weedzard, produttore e distributore di cannabis light che propone nel proprio catalogo un vasto assortimento di articoli a base di CBD, ma anche prodotti per il benessere e perfino una linea per animali domestici.

In effetti i prodotti a base di CBD stanno conoscendo una diffusione sempre più significativa dal punto di vista commerciale. Prima di procedere a un acquisto, in ogni caso, è bene leggere con la massima attenzione le etichette o comunque le schede prodotto: è importante, infatti, privilegiare quelli estratti tramite l’anidride carbonica, grazie a cui è possibile usufruire del rilascio di un gran numero di componenti benefici presenti nella cannabis light, come i terpeni e i cannabinoidi. Sarebbe auspicabile che la cannabis light venga coltivata in maniera biologica e che la produzione dell’estratto avvenga non da componenti isolati ma dal complesso interno: ciò sarebbe garanzia della presenza dello spettro intero di cannabinoidi, in grado di amplificare l’azione svolta dal CBD

Come si usa il CBD

Il CBD dovrebbe essere assunto due volte al giorno in dosi non superiori ai 10 o 15 milligrammi; la dose, comunque, può essere raddoppiata o ridotta in base alle necessità. L’olio di resina del CBD, al pari delle gocce, si presta a una grande varietà di utilizzi; è utile sapere che la sua concentrazione di CBD è molto elevata, visto che in una sola goccia ce ne sono ben 5 milligrammi. Le gocce, a loro volta, sono adatte sia per uso esterno che per uso interno; in una goccia sono presenti 2.5 milligrammi di CBD. Un altro prodotto che si può trovare in vendita è la crema di CBD, grazie a cui i cannabinoidi possono essere assorbiti attraverso la pelle e che può perfino essere mangiata. La crema, che deve essere spalmata in senso orario, agisce non solo sulla zona cutanea su cui viene applicata, ma anche sul resto dell’organismo.

CBD: ci sono controindicazioni?

Gli studi condotti sul CBD hanno messo in evidenza che anche a dosi elevate questa sostanza è sicura e viene tollerata senza problemi. È utile, comunque, conoscere i potenziali effetti collaterali a cui si potrebbe andare incontro, come un peggioramento dell’asma, un leggero calo della pressione, una diminuzione della metabolizzazione di altri medicinali, la sensazione di testa leggera, la stanchezza e la secchezza della bocca.

Gli effetti antinfiammatori del CBD

Il CBD assunto attraverso l’erba legale sarebbe in grado di attenuare le patologie infiammatorie croniche intestinali. Le ricerche hanno messo in evidenza che questa sostanza può essere un candidato eccellente quando si ha la necessità di normalizzare la motilità dell’intestino: un’esigenza tipica dei pazienti che soffrono di malattia intestinale infiammatoria. Il CBD combinato con il THC, secondo gli studi effettuati sui modelli animali in relazione agli effetti sulla colite, contribuisce ad attenuare i sintomi delle malattie infiammatorie croniche intestinali e a ridurre l’infiammazione; a essere alleviati sono, in particolare, i dolori addominali, il calo dell’appetito e la diarrea. Questo meccanismo è reso possibile dal fatto che il proliferatore perossisomico attiva la gamma dei recettori diminuendo il livello di gravità dell’infiammazione.

Quando conviene usare il CBD

Il CBD, inoltre, serve a ridurre la psoriasi, a diminuire l’acne e a migliorare l’appetito. Ha un effetto migliorativo anche nei confronti del sonno, soprattutto per le persone che fanno fatica ad addormentarsi, ed è raccomandato alle persone che soffrono di depressione. La sua efficacia da questo punto di vista sarebbe paragonabile a quella che contraddistingue i farmaci antidepressivi. Un’indagine condotta su questo argomento ha permesso di verificare che il CBD ha effetti depressivi che si prolungano nel tempo e molto rapidi. Anche in caso di artrite reumatoide viene raccomandato il ricorso alla cannabis light: il merito è della sua azione antinfiammatoria, grazie a cui il CBD garantisce un sollievo dai gonfiori e dai dolori che interessano le articolazioni. È stato verificato che la sostanza attenua la distruzione congiunta e ostacola il procedere della malattia. Nel giro di appena cinque settimane l’infiammazione viene ridotta. Inoltre, l’assunzione di CBD ha un effetto di miglioramento del movimento, protegge le articolazioni e ha conseguenze positive sulla qualità del sonno.

Il rapporto tra CBD e diabete

Secondo una ricerca condotta nel 2006, un trattamento a base di CBD è in grado di diminuire in misura consistente l’incidenza del diabete. Lo studio è stato effettuato su topi diabetici non obesi: ebbene si è scoperto che nei topi trattati con il CBD l’incidenza del diabete era del 30%, mentre nei topi non trattati tale valore saliva fino all’86%. Si è scoperto, inoltre, che l’assunzione del CBD contribuisce a ridurre in modo evidente i livelli di citochine pro-infiammatorie nel plasma, come si è potuto notare grazie a un esame istologico degli isolotti pancreatici: in quelli dei topi sottoposti a trattamento con il CBD si è notata un’insulite molto contenuta.

La resistenza al glucosio e la marijuana

L’American Journal of Medicine nel 2013 ha pubblicato i risultati di una ricerca che ha puntato l’attenzione sugli effetti sulla resistenza al glucosio dell’utilizzo di marijuana. Lo studio ha coinvolto 4567 persone del National Health and Nutritional Examination Survey. Tra questi, i consumatori di marijuana erano 579, ed altri 1975 avevano consumato marijuana in passato. Ebbene, gli studiosi hanno rilevato che l’impiego corrente di marijuana era associato a una riduzione del livello di insulina a digiuno. Per di più, sono state rilevate associazioni tra il ricorso alla marijuana e una circonferenza dei fianchi inferiore: questo aspetto è strettamente correlato con la comparsa dei sintomi del diabete.

Il CBD e la salute del cuore

Sembra che il CBD sia anche in grado di migliorare la salute del cuore e del sistema vascolare. A dare benzina a questa tesi è una ricerca di pochi anni fa che è stata pubblicata attraverso il British Journal of Clinical Pharmacology, secondo cui il CBD avrebbe la capacità di offrire una protezione rispetto ai danni vascolari provocati dal diabete di tipo 2, da infiammazioni o da un livello di glucosio elevato. La sostanza, inoltre, avrebbe la capacità di abbassare l’iperpermeabilità vascolare, una caratteristica che è causa della sindrome da permeabilità intestinale.

La cannabis light contro la nausea

Per molto tempo la cannabis è stata impiegata per alleviare la sensazione di nausea e per contrastare il vomito. Le indagini effettuate sugli animali hanno messo in evidenza che tanto il CBD quanto il THC, tra i più di 80 composti di cannabinoidi che sono presenti nella marijuana, contribuiscono ad attenuare il vomito e la nausea. Una ricerca effettuata sui topi che è stata condotta nel 2012 e i cui risultati sono stati resi noti sul British Journal of Pharmacology ha permesso di rilevare che gli effetti antiemetici del CBD si concretizzano in modo difasico. In sostanza, il CBD a dosi ridotte permette di sopprimere il vomito, mentre ad alte dosi può non avere effetto o addirittura favorire un aumento della nausea.

La protezione contro le patologie neurodegenerative

Il CBD inibisce gli effetti tossici del glutammato e ostacola la morte delle cellule del cervello, contrastando le conseguenze negative delle specie di ossigeno radicale a livello cerebrale. La sua attività antiossidante è addirittura più elevata rispetto a quella della vitamina E o della vitamina C. Ma non è tutto: tra gli effetti benefici del CBD c’è anche la sua capacità di proteggere le cellule cerebrali rispetto alla tossicità beta-amiloide. Questo vuol dire che la sostanza potrebbe essere sfruttata come un agente terapeutico nel caso del morbo di Parkinson e per chi soffre di Alzheimer. Il CBD serve anche a proteggere dalle ischemie il cervello. Le sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie lo rendono un agente potenzialmente utile per il trattamento dei pazienti colpiti da SLA, la sclerosi laterale amiotrofica, di cui potrebbe essere prolungata la sopravvivenza.

Il trattamento dell’epilessia

Un altro disturbo che può essere trattato con successo grazie al CBD è l’epilessia, soprattutto nei casi di resistenza al trattamento farmacologico. Una ricerca che ha preso in considerazione bambini con epilessia resistente ai trattamenti ha osservato un calo della frequenza di crisi per effetto del CBD nell’84% dei casi. Ma non è stato questo il solo vantaggio riscontrato, dal momento che i piccoli hanno beneficiato anche di un sonno migliore, di uno stato d’animo più sereno e di una capacità di attenzione maggiore. Va precisato, tuttavia, che tra gli effetti collaterali sono stati riscontrati la fatica e la sonnolenza.

La capacità di attenuare il dolore

Il CBD merita di essere considerato un analgesico naturale per la sua capacità di alleviare il dolore. Una meta-analisi svolta in Canada nel 2007 ha dimostrato che l’associazione tra THC e CBD, assunti sotto forma di spray orale, garantisce risultati importanti per il trattamento del dolore neuropatico per le persone che soffrono di sclerosi multipla: un risultato molto promettente, specialmente se si pensa che nei pazienti affetti da tale patologia il dolore neuropatico può essere debilitante nel 70% dei casi. Il CBD, secondo una ricerca resa nota sul Journal of Experimental Medicine, sopprime in misura consistente il dolore neuropatico cronico e quello infiammatorio senza che vi sia bisogno di analgesici.

I sintomi della schizofrenia

Infine, la ricerca ha messo in evidenza la capacità del CBD di migliorare i sintomi della schizofrenia. Gli effetti antipsicotici sono stati dimostrati, anche se per il momento non è noto il meccanismo mediante il quale essi si verificano; tuttavia l’ipotesi più accreditata è che il profilo farmacologico sia paragonabile ai farmaci antipsicotici atipici. Nel caso in cui si sia affetti da schizofrenia, ad ogni modo, sarebbe buona norma ridurre il consumo di zucchero.

Per maggiori informazioni

Sito web: https://theweedzard.com/

Responsabilità editoriale di: Img Solutions srl per Optimamente Srl

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