Milano, 11 Ottobre 2023. Il "Pezzotto" è un termine colloquiale, utilizzato per descrivere l'uso illegale di dispositivi e servizi per accedere a contenuti televisivi a pagamento, senza aver sottoscritto un regolare abbonamento. Questa pratica, diffusa in tutta Italia, non solo elude le norme sul diritto d'autore, ma rappresenta anche una forma di concorrenza sleale nei confronti delle emittenti televisive legali, comprese quelle in streaming. Il fenomeno persiste nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione e le azioni punitive intraprese dalle autorità, al punto da rappresentare un problema più che mai attuale. La recente introduzione della nuova legge anti pezzotto, promulgata il 14 luglio 2023, mira a contrastare ulteriormente questa problematica.
Come anticipato, il 14 luglio 2023 è stata promulgata una nuova legge anti pezzotto, per rafforzare ancor di più il dispositivo legislativo contro la trasmissione pirata dei contenuti televisivi. Si tratta di un ulteriore passo in avanti nella lotta contro la pirateria, che in Italia sta attraversando un momento molto concitato. La legge 93/2023, nello specifico, rafforza il potere del diritto d'autore e aumenta ancor di più il bagaglio di possibili contromisure a disposizione dell'AGCOM, al punto che l'ente potrà intervenire per oscurare le trasmissioni dei siti web illegali in soli 30 minuti dalla segnalazione.
Naturalmente la nuova legge prevede anche un inasprimento delle pene per gli autori e gli spettatori delle trasmissioni in streaming che violano il diritto d'autore dei broadcaster, siano essi sportivi o specializzati in contenuti come le serie TV. Si parla di pene che prevedono fino a 3 anni di carcere per chi trasmette illegalmente, mentre chi usufruisce del servizio potrà ricevere una multa fino ad un importo massimo di 5.000 euro. Ci si trova di fronte ad una legge che, ovviamente, punta a spingere i consumatori a vedere la Serie A gratis soltanto presso le piattaforme autorizzate, o a sottoscrivere un regolare abbonamento presso emittenti "classiche" come DAZN, Infinity, Sky e via discorrendo.
Oggi usufruire dei servizi forniti dal pezzotto e dalle IP TV illegali rappresenta un grave rischio per gli spettatori. Non si parla soltanto dell'inasprimento delle multe, ma anche dell'aumento dei controlli e della facilità nel risalire agli IP di chi guarda le partite senza avere un regolare abbonamento. I broadcaster hanno infatti iniziato una vera e propria guerra nei confronti di questo fenomeno, ed è anche logico che sia così, considerando che si parla di una piaga che costa milioni di euro ogni anno (in abbonamenti non sottoscritti).
Inoltre, il fenomeno in questione si ripercuote anche su chi paga regolarmente, dato che le piattaforme aumentano i prezzi degli abbonamenti per bilanciare le perdite dovute alla pirateria streaming. Per capire meglio il problema, come sempre risultano utili i dati. Nel 2022, infatti, lo streaming pirata ha causato ai broadcaster un buco di +30 milioni di euro rispetto all'anno precedente, con un totale di illeciti che ha superato 345 milioni di unità. Lo sport, ovviamente, è e resta il grande protagonista.
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