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Trivelle in Adriatico, dove sono i pozzi di gas a cui guarda il governo

L'area potenzialmente più ricca è quella a nord di Goro e a est di Ferrara

Trivelle in Adriatico, dove sono i pozzi di gas a cui guarda il governo
03 novembre 2022 | 14.00
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"Si può ripartire raddoppiando la produzione dagli attuali pozzi e poi con le trivellazione nell'Adriatico centrale al largo della coste, c'è un giacimento comune con la Croazia da cui estrarre 70 miliardi di metri cubi in più anni". L'indicazione è del ministro dello Sviluppo economico, sarà Imprese e made in Italy, Adofo Urso.

Di quali giacimenti stiamo parlando? Per fornire un riferimento geografico, la zona potenzialmente interessata è soprattutto quella a nord di Goro (a est di Ferrara), dove secondo le informazioni note ci sono almeno dai 50 ai 70 miliardi di metri cubi di gas in vari giacimenti già scoperti e mappati negli anni ‘90 da quella che allora si chiamava Agip. Si tratta di giacimenti mai messi in produzione: la maggior parte si trova a più di 12 miglia di distanza dalla costa.

Ci sono poi i giacimenti in parte già sfruttati dalla Croazia ma non dall'Italia. La maggiore compagnia croata è l’Ina, che opera tre le altre con le piattaforme adriatiche Ivana (fino a qualche hanno fa condivisa con l’Eni), nel 2000 è affondata per una tempesta la parte Ivana D, e Izabela (condivisa con Edison).

I pozzi italiani sono in tutto 1298: 514 sono classificati come 'eroganti', quindi attivi, mentre 752 sono 'non eroganti', quindi al momento non sfruttati. I restanti 32 sono impiegati come raccordi tra altri pozzi o per il controllo dei flussi.

Tra i pozzi non eroganti ci sono anche Giulia 1 e Benedetta 1, a largo di Rimini, dove c’è la maggiore concentrazione di piattaforme perché proprio lì si trovano i pozzi più ricchi. Secondo il ministero della Transizione ecologica, la prima piattaforma è inattiva, la seconda potenzialmente produttiva ma non erogante. Giulia 1 è stata costruita nel 1980, Benedetta 1 nel 2006, ma non fruttano nemmeno un metro cubo di gas all’anno perché entrambe sono a meno di 12 miglia di distanza dalla costa, in una fascia dove non è possibile ottenere nuove autorizzazioni per l’estrazione.

In tutta Italia le piattaforme marine sono 138, di cui il 40 per cento non è operativo; 94 piattaforme sono a meno di 12 miglia di distanza dalla costa.

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