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Superbonus pesa su deficit, entro giugno nuovo verdetto Eurostat

Il bonus edilizio potrebbe impattare oltre il 7,2% sul deficit 2023

Palazzo in ristrutturazione
Palazzo in ristrutturazione
26 marzo 2024 | 22.43
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I conti italiani sono sotto controllo ma la coda del superbonus rischia di pesare sulle stime delle finanze pubbliche. Eredità del passato, il credito edilizio al 110%, a quanto si apprende, potrebbe impattare più del previsto il deficit 2023 portando l'asticella anche oltre l'ultima previsione Istat del 7,2%. Al momento si tratta di ipotesi e simulazioni, visto che le stime ufficiali arriveranno solo con il Documento di economia e finanza che il governo dovrebbe approvare intorno al 10 aprile.

Ma il calendario primaverile prevede altre date di rilievo per il bilancio: il 22 aprile infatti l'Eurostat dovrà comunicare i dati sui conti pubblici del 2023, mentre a maggio la Commissione Ue pubblicherà il suo outlook. Infine entro giugno è atteso il verdetto dell'Ufficio di statistica europeo sulla classificazione dei bonus edilizi del 2024 sulla base delle nuove evidenze quantitative, e dirà se vanno contabilizzati tutti nell'anno di sostenimento della spesa (come già accaduto per il 2023) o se possibile spalmarli su più anni. Un passaggio cruciale perché se nel 2023 valevano ancora le deroghe ai vincoli di Maastricht, dal 2024 decadranno quindi, al netto della riforma del Patto, per il governo sarebbe auspicabile la seconda opzione.

Intanto il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti in vista del Def ha parlato nei giorni scorsi di una crescita all'1% rispetto all'1,2% indicato nella Nadef dello scorso autunno. L'economia italiana risente di variabili più esterne che interne, per effetto dell'onda lunga delle recessione tedesca dello scorso anno e delle crisi geopolitiche dal Medio Oriente, aggravato dalla crisi nel Mar Rosso, all'Ucraina.

La previsione del pil 2024 all'1% è più ottimistica di quelle delle principali istituzioni nazionali e internazionali: la Banca d'Italia ha infatti stimato +0,6%; la Commissione europea e il Fondo monetario entrambi +0,7%. L'Italia comunque anche quest'anno farà meglio della Germania che per Bruxelles si fermerà a +0,3%, dopo la contrazione del 2023 (-0,3%).

Le stime del governo saranno improntate come di consueto alla cautela e al realismo, confermando la volontà di tenere sotto controllo i conti nonostante la mina del superbonus che comunque è destinata ad esaurirsi. Un approccio che ha pagato in termini di fiducia dei mercati e degli investitori con la conferma dei rating delle agenzie internazionali e il tutto esaurito dei titoli di stato italiani.

La stima sul deficit 2024 non dovrebbe molto discostarsi dal 4,3% previsto nel quadro programmatico della Nadef dello scorso autunno; e per il debito si punta a confermare il trend di stabilizzazione e poi lieve calo. Nella Nadef era stimato al 140,1% del pil nel 2024, al 139,9% nel 2025 e al 139,6% nel 2026. Un contributo per domare i conti dovrebbe venire dall'accelerazione delle procedure del Piano nazionale di ripresa e resilienza ma anche dall'atteso allentamento dei tassi di interesse da parte della Bce nella seconda parte dell'anno che darebbero nuovo impulso alla crescita.

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