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Asteroide Bennu, i campioni di roccia arrivano sulla Terra

La capsula della sonda Osiris-Rex della Nasa riporta 250 grammi di materiali

Il rientro della capsula con i campioni dell'asteroide Bennu
Il rientro della capsula con i campioni dell'asteroide Bennu
24 settembre 2023 | 09.27
LETTURA: 5 minuti

E' atterrata, dopo un viaggio lungo sette anni, la capsula della sonda Osiris-Rex della Nasa a bordo della quale si trovano 250 grammi di campione prelevati dall'asteroide Bennu. Lo ha reso noto la Nasa, secondo cui la capsula ha toccato nel deserto dello Utah alle 8.52 ora americana, le 16.52 in Italia.

I preziosissimi campioni sono stati raccolti quasi tre anni fa dalla missione della Nasa, partita nel 2016. A bordo della sonda ci sono 8,8 once di 'sassi' spaziali pronti a raccontare i misteri della vita sulla Terra e dell'origine del nostro sistema solare.

Anche il made in Italy nella missione

E questa nuova, straordinaria missione spaziale è stata realizzata anche grazie a sofisticate tecnologie italiane. A guidare la sonda Osiris-Rex per circa 2,3 miliardi di chilometri nel suo rientro sulla Terra è infatti la 'bussola spaziale' del colosso italiano dell'aerospazio Leonardo. Dopo aver correttamente accompagnato Osiris-Rex verso Bennu, il sofistato sensore d’assetto stellare, realizzato da Leonardo a Campi Bisenzio, ha mostrato a Osiris-Rex la strada verso casa.

A partire dal suo lancio nel 2016 e durante tutta la vita della missione, come una 'bussola dello spazio', il sensore d’assetto realizzato da Leonardo ha fornito così i dati sulla posizione della sonda, grazie alla mappa stellare memorizzata nel suo software, che conta oltre 3.000 stelle: lo star tracker calcola in ogni istante – 10 volte in un secondo - l’orientamento del satellite fornendo al computer di bordo le informazioni per tenerlo sulla rotta prestabilita. Inoltre, durante l’avvicinamento e la raccolta dei campioni del suolo nel 2020, il sensore d'assetto ha svolto un ruolo cruciale per il posizionamento accurato di Osiris-Rex rispetto all'asteroide Bennu. Il sensore ha infatti permesso di effettuare manovre di precisione per avvicinarsi alla sua superficie con cautela. Inoltre, durante le operazioni di raccolta dei campioni, il sensore ha contribuito a garantire una posizione stabile e sicura nella raccolta del materiale.

Nella fase di raccolta, un’altra tecnologia italiana di Leonardo ha supportato la missione Osirirs Rex della Nasa. Nasce infatti negli stabilimenti Leonardo del Regno Unito il sensore infrarosso per lo strumento Thermal Emission Spectrometer (Otes), fornito all’Arizona State University (Asu). Il sensore infrarosso ha permesso di contribuire a individuare i minerali presenti sull’asteroide, raccogliere dati termici e permettere agli scienziati di comprendere meglio la composizione di Bennu. E dopo Osiris Rex, Leonardo si prepara alla prossima sfida per lo studio degli asteroidi con la missione Hera dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa). Saranno infatti di Leonardo i pannelli fotovoltaici che nel 2024 accompagneranno la sonda verso l’asteroide binario Didymos e la sua luna Dimorphos per studiare più da vicino gli effetti dell’impatto della missione Dart della Nasa che, nel 2022, ha compiuto con successo il primo test di deflessione di un asteroide modificando la sua orbita e anche Dart è stato guidato da un sensore stellare di Leonardo.

Insomma c'è grande attesa nella comunità spaziale per questo ultimo, strategico step della missione Nasa. Proprio poche settimane fa Nicola Fox, amministratore associato del Science Mission Directorate della Nasa, a Washington, aveva sottolineato che stava per rientrare a terra "un pezzo di storia del sistema solare sulla Terra" racchiuso in un "materiale incontaminato dell’asteroide Bennu che aiuterà a far luce sulla formazione del nostro sistema solare 4,5 miliardi di anni fa, e forse anche su come è iniziata la vita sulla Terra". A fine agosto la Nasa aveva condotto l'ultimo test condotto con successo per garantire un rientro sicuro del prezioso materiale spaziale. Ora è tutto pronto per accogliere l'ultimo tassello della missione Osiris-REx - Origins, Spectral Interpretation, Resource Identification, and Security-Regolith Explorer. Il test, realizzato il 31 agosto scorso è stato l'ultimo di una serie di sperimentazioni di rientro prima dell’arrivo della capsula vera e propria attesa oggi, 24 settembre, con il suo prezioso carico, un campione dell’asteroide Bennu, raccolto nello spazio quasi tre anni fa.

Cosa succede dopo l'atterraggio

Una volta atterrata, individuata e imballata per il viaggio, la capsula verrà trasportata in una stanza bianca temporanea nel poligono militare, dove sarà sottoposta ad una lavorazione iniziale e smontaggio in preparazione per il viaggio in aereo al Johnson Space Center della Nasa a Houston. Nello storico centro spaziale di Houston il prezioso carico sarà documentato e poi distribuito per le analisi agli scienziati di tutto il mondo. Il Goddard Space Flight Center della Nasaa Greenbelt, nel Maryland, fornisce la gestione complessiva della missione, l’ingegneria dei sistemi e la sicurezza e la garanzia della missione per Osiris-REx.

Dante Lauretta dell'Università dell'Arizona, Tucson, è il ricercatore principale. Lockheed Martin Space a Littleton, in Colorado, ha costruito la navicella spaziale e fornisce le operazioni di volo. La missione vede inoltre partnership internazionali con la Csa- Agenzia spaziale canadese e una collaborazione scientifica sui campioni di asteroidi con la missione Hayabusa2 della Jaxa- Agenzia giapponese per l’esplorazione aerospaziale.

Partita da Cape Canaveral a settembre 2016, la missione Osiris Rex ha l’obiettivo di raccogliere e riportare sulla Terra campioni del suolo dell’asteroide Bennu. La sonda ha raggiunto Bennu nel dicembre 2018 e, dopo aver completato una ricognizione globale, la sonda si stima abbia raccolto circa 250 grammi di materiale nell’ottobre 2020 (l’obiettivo minimo della missione era 60 grammi, circa 30 bustine di zucchero). Ed oggi il campione fa ritorno sulla Terra con un atterraggio di precisione presso lo Utah Test and Training Range della Difesa americana.

Per lo studio dei campioni dell'asteroide Bennu la Nasa ha dedicato un laboratorio al Johnson Space Center, a Houston, dove la roccia spaziale verrà analizzata per caratterizzare la natura, la storia e la distribuzione dei vari minerali e di eventuali materiali organici. Lo studio di Bennu aiuterà gli scienziati non solo a comprendere l’origine del sistema solare ma anche i rischi e le risorse provenienti dai corpi celesti che orbitano vicino alla Terra.

La Nasa ha inoltro dichiarato che metterà da parte il 75% dei campioni raccolti per poter essere studiati da future generazioni con tecnologie ancora non esistenti. Gli asteroidi sono i residui del processo che ha condotto alla formazione dei pianeti e quelli come Bennu potrebbero contenere acqua, carbonio, sostanze organiche e metalli, risorse fondamentali per il futuro dell'esplorazione spaziale e per il suo sviluppo economico. Gli asteroidi rappresentano anche una potenziale minaccia per il nostro pianeta e lo studio di Bennu permetterà di raccogliere più informazioni sui loro movimenti e probabilità di collisione con la Terra. (di Andreana d'Aquino)

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