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Si chiude Eco, il Festival della mobilità sostenibile, a Roma il premio per il Grab

Si chiude Eco, il Festival della mobilità sostenibile, a Roma il premio per il Grab
18 settembre 2024 | 17.46
LETTURA: 7 minuti

Si è chiuso oggi all'Acquario Romano Eco, il Festival della Mobilità Sostenibile e delle Città Intelligenti, l’evento nato per fare punto sullo stato dell’arte della transizione ecologica nei trasporti di persone e merci nel nostro Paese. Con il patrocinio di Anci-Associazione Nazionale Comuni Italiani, Comune di Roma, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – la due giorni è stata una sintesi dei vari aspetti della mobilità sostenibile evidenziando quanto influisca sulla vita e la salute dei cittadini.

L’evento – che ha raggiunto circa un milione di persone attraverso i collegamenti in streaming e i social media – è stato chiuso dal viceministro Ambiente e Sicurezza energetica Vannia Gava che ha ribadito che “la mobilità sostenibile è un tema importante e centrale dell’agenda di Governo, che sta lavorando per abbassare gli inquinanti, per la decarbonizzazione e per raggiungere gli obiettivi sfidanti che si è dato a livelli internazionale, utilizzando gli strumenti attuali e quelli che arriveranno, anche grazie alle nuove tecnologie. La mobilità sostenibile è un gioco di squadra: mobilità dolce, intermodalità, la rete di infrastrutture, la condivisione a livello nazionale delle buone pratiche locali attuate da sindaci e amministratori coraggiosi che migliorano la qualità della vita dei cittadini e la loro sicurezza. A tal proposito ricordo il nuovo Codice della strada, che sta andando avanti con l’esame degli emendamenti, stiamo correndo per arrivare alla conclusione dei lavori. Mobilità sostenibile significa anche avere un approccio pragmatico con il mondo dell’industria, perché abbiamo l’obbligo di mantenere un’economia sana per noi e nostri figli. Non c’è solo l’elettrico e ricordo le alimentazioni alternative come il biocarburante, che è italiano, e l’idrogeno".

"Riusciremo a fare tutto, gradualmente, con accompagnamento da parte del legislatore alle aziende per proseguire il cammino insieme - assicura - Abbiamo messo 6 miliardi del Pnrr nel rinnovo delle flotte del trasporto pubblico locale e 4 sulle smart grid e abbiamo siglato un protocollo di intesa con Trenitalia e Rfi per utilizzare le ferrovie dismesse come ciclabili: entro fine anno avremo il completamento di due percorsi sperimentali in ottica di rigenerazione del territorio. Le idee ci sono, così come ci sono imprenditori che vogliono investire nel nostro Paese. Vogliamo fare cultura ambientale tutelando l’economia e i posti di lavoro".

Dopo i saluti di Roberta Bocca, vicepresidente dell’Ordine degli Architetti di Roma, il professor Mario Tozzi ha fatto un appassionato intervento, 'Mobilità Sostenibile. Se non ora, quando?', richiamando gli amministratori locali ad avere il coraggio di implementare misure che contrastino l’abitudine tutta italiana di usare indiscriminatamente l’auto privata in ogni momento e occasione. Non ci sono, infatti, ricette magiche per la mobilità sostenibile: bisogna ridurre le vetture private che intasano le nostre città di impianto medievale per permettere una migliore viabilità così come bisogna far rispettare il limite dei 30 all’ora, che consente anche la convivenza con forme di mobilità dolce come le bici. Gli italiani, dice ancora Tozzi, sono restii all’utilizzo del trasporto pubblico, che all’estero viene normalmente usato da tutti. Ci sono poi altre misure da prendere in modo deciso: a Roma, per fare un esempio, entrano bus turistici di due piani e i check point inaugurati per il Giubileo non sono attivi.

Al professor Tozzi ha risposto l’assessore alla Mobilità Sostenibile del Comune di Roma Eugenio Patanè, ricordando che agli obiettivi si arriva con una pluralità di interventi. Al momento l’Amministrazione nelle politiche per la mobilità può contarne 88, come i tasti di un pianoforte, da suonare tutti insieme come in un concerto. A Roma, ad esempio, non veniva toccato il tasto del disincentivo da vent’anni ma ora l’Amministrazione ha varato provvedimenti per disincentivare il trasporto privato, con l’introduzione di fasce di restrizione per la circolazione dei veicoli inquinanti in città, per tutelare il centro storico e le aree circostanti. Dalla metà della primavera del prossimo anno Roma avrà telecamere di controllo in una fascia di territorio grande come Milano, 180 kmq. Un lavoro di infrastrutturazione molto importante dal quale non si potrà più tornare indietro.

L’Amministrazione sta anche predisponendo gli atti per avere un totale di tre fasce di disincentivo, fascia verde, la nuova zona di congestion charge e le ztl a protezione del centro storico. Il disincentivo è fondamentale, Roma non è la città più trafficata d’Italia ma abbiamo un triste primato sul quale dobbiamo lavorare, abbiamo più autoveicoli rispetto alla necessità, abbiamo posti in auto 10 volte superiore al numero di abitanti, auto che vengono utilizzate, ci dicono ormai con certezza i dati delle black box, per il 5-8% e che rimangono ferme per oltre il 90% del tempo occupando suolo pubblico. Noi abbiamo il diritto alla sosta ma non abbiamo diritto al parcheggio per giorni, mesi, anni di auto che non usiamo. Le più vecchie sono nell’ansa barocca di Roma, ai Parioli, non in periferia, e stanno ferme. Per quanto riguarda il problema della mancanza di rilevamenti elettronici sull’Appia Antica per impedire l’attraversamento delle auto, Patané ha annunciato che dal Ministero dei Trasporti dovrebbe arrivare a breve un’autorizzazione. Qualora non succedesse il Sindaco, in virtù dei poteri commissariali attribuitigli per il Giubileo, procederà con l’installazione, anche per onorare la recente iscrizione dell’Appia Antica alla lista del Patrimonio Unesco. Patanè è stato anche premiato con l’Eco Award 2024 per Enti Locali insieme al presidente della Rete Grab Alberto Fiorillo per il progetto del Grab.

Tra gli interventi odierni anche quello di Luca Valdiserri, giornalista e divulgatore, che ha parlato di Regole sulla strada, deontologia e comunicazione in Italia e all’estero a partire dal linguaggio dei media nella comunicazione della sicurezza e della mobilità nello spazio pubblico e sulle strade. Determinate strategie comunicative, le metafore che scegliamo, come attribuiamo le responsabilità in un testo che riporta la cronaca di una collisione, ad esempio, contribuiscono a plasmare la realtà, a deresponsabilizzare - più o meno volontariamente - chi usa l’automobile, ad alimentare la conflittualità tra utenti della strada che si contendono gli spazi urbani, con il risultato di contribuire a disincentivare la diffusione della mobilità attiva. Tra gli esempi, il giornalista ha sottolineato l’inadeguatezza della parola incidente – che significa qualcosa che è avvenuto per caso – portando l’esempio di altri paesi europei dove i comunicatori utilizzano espressioni più adeguate come, ad esempio nel Regno Unito, crash o collision. Per cambiare il modo in cui viviamo gli spazi pubblici e ci muoviamo non bastano le infrastrutture ma è necessario cambiare la mentalità, il modo di intendere, sentire e dunque comunicare la mobilità.

Simona Fontana, direttore generale Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi) ha sottolineato che “fra le attività e gli obiettivi di Conai c’è sicuramente l’impegno per una transizione intergenerazionale: per garantire un passaggio equo tra le generazioni è indispensabile un uso corretto delle risorse del Pianeta, oltre a fair opportunity in ambito professionale. Un’idea che tocca i mondi dell’energia e dell’uso dei materiali e ha importanti implicazioni sociali ed economiche. L’Italia oggi recupera oltre il 70% degli imballaggi immessi al consumo per un totale di 10 milioni di tonnellate. E ciò consente minori emissioni di CO2 e un beneficio economico di oltre 3 miliardi di euro. Un quadro in cui dobbiamo impegnarci sempre di più per aumentare le percentuali di pack intercettati e correttamente gestiti quando arrivano a fine vita, anche per rendere ancora maggiori i benefici ambientali del riciclo e del riutilizzo: un impegno che è anche un invito a prendere parte attiva nella costruzione di un'economia che non solo cresce, ma che lo fa in modo sostenibile. È questo il tipo di sviluppo che può creare opportunità per tutti, preservando le risorse naturali e migliorando la nostra qualità della vita”.

Maria Annunziata Giaconia, direttore Business Regionale e Sviluppo Intermodale di Trenitalia ha illustrato i temi portanti delle azioni della compagnia, sempre più protagonista dell’intermodalità grazie ad accordi per trasporto intermodale con treno, bus, nave e biciclette; investimenti in nuovi treni per un maggiore efficienza energetica e riduzione delle emissioni di CO2, con sperimentazione nell’uso di biocarburante e treni ibridi con tripla alimentazione; una forte digitalizzazione per una maggiore flessibilità di servizio a tutto vantaggio degli utenti. Trenitalia è anche impegnata nella promozione del turismo sostenibile con pubblicazione di guide tematiche e regionali per la scoperta del territorio. Nelle parole dell’ing Giaconia: “La sostenibilità guida tutte le azioni e le attività industriali di Trenitalia, società del Gruppo FS. Favorire i viaggi in treno, sia di coloro che si spostano quotidianamente per lavoro o per studio, ma anche di chi si muove per turismo, garantisce minori emissioni di CO2 e permette di impattare meno sull’ambiente. Un risparmio determinato anche dalla scelta di treni sempre più ecosostenibili. Trenitalia promuove inoltre la riscoperta delle radici nelle sue tratte verso i borghi più belli d'Italia e verso i luoghi dello spirito”.

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