"Vi siete mai chiesti perché la Cina vuole prendersi con 'grande gioia' Taiwan? Perchè lì sta la Tsmc", la Taiwan Semiconductor Manufacturing Company, Limited che è la più grande fabbrica indipendente di semiconduttori al mondo. A sottolinearlo è stato l'informatico Alberto Sangiovanni Vincentelli, professore all'Università di Berkeley, intervenuto oggi il brainstorming "Considerazioni strategiche per la supply chain dei circuiti integrati", uno degli eventi di punta delle celebrazioni per i 40 anni dell'Università di Roma "Tor Vergata".
Spingere infatti la produzione dei chip è un obiettivo dell'Ue e anche degli Usa dove Biden ha investito 52 miliardi di dollari per questo obiettivo, ma, ha ricordato l'informatico Sangiovanni Vincentelli, "la prima cosa da tenere presente è che il costo della produzione di semiconduttori" è molto alto, tanto che per una "factory di ultima generazione ci vogliono circa 20 miliardi di dollari".
Sangiovanni Vincentelli ha osservato che la crescita esponenziale dei costi ha portato ad una "disaggregazione" delle industrie arrivando a "compagnie che progettano chip e compagnie che li fanno ma queste imprese sono diminuite sempre più negli anni ed adesso ci sono solo 3 industrie dominanti: la Tsmc a Taiwan, la Samsung nella Corea del Sud e la GlobalFoundries Inc", la terza fonderia di semiconduttori indipendente più grande al mondo che ha il suo quartier generale situato a Sunnyvale, in California, ma che conta sedi anche "in Europa, a Dresda" ha sottolineato l'informatico. Insomma "meno industrie sanno fare semiconduttori più è critica la produzione. Vi siete mai chiesti perché la Cina vuole prendersi con 'grande gioia' Taiwan? Perchè lì sta la Tsmc" ha scandito Alberto Sangiovanni Vincentelli.