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Redditometro, Meloni: "Sospeso perché voglio vedere meglio norma"

La premier: "Un conto è colpire casi intollerabili, un altro vessare cittadino". Su premierato: "Riforma necessaria in Italia"

Giorgia Meloni (Fotogramma/Ipa)
Giorgia Meloni (Fotogramma/Ipa)
24 maggio 2024 | 16.28
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''Ho sospeso la norma sul redditometro perché la voglio vedere meglio'' la norma. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni parlando al Festival del'economia a Trento. "Bisogna ragionare nel merito della norma migliore che sia efficace sulla grande evasione, sui fatti intollerabili, e per garantire il cittadino" aggiunge. Sul redditometro ''io non ho cambiato idea: eravamo contrari e siamo contrari. C'è stata molta confusione, la norma dell'accertamento sintetico esiste da molti anni".

"Oggi l'Autorità può muoversi nell'ambito dell'accertamento sintetico con eccessiva discrezionalità, da questo parte il lavoro del viceministro Leo che dice: occorre fare una norma che, a garanzia dei contribuenti, non dia dei poteri illimitati rispetto a questo tipo di accertamenti". "Ho sospeso" la norma "perché la voglio vedere meglio", ha spiegato la presidente del Consiglio: "Una cosa è colpire i casi oggettivamente intollerabili, cioè gente che gira col Ferrari e si dichiara nullatenente; altra cosa è infilare nell'ordinamento un'altra norma che vessa il cittadino comune, alla quale sono contraria". "C'è anche chi, nella maggioranza, propone di togliere l'accertamento sintetico: io posso temere che togliendolo, sia difficile occuparsi dei casi eclatanti e intollerabili", ha osservato Meloni, secondo la quale "ci vuole un attimo più di tempo per ragionare sulla norma migliore".

"Fisco deve venire incontro al cittadino in difficoltà"

"Abbiamo avviato una riforma fiscale attesa da 50 anni e stiamo procedendo, sempre per il lavoro del viceministro Leo - che voglio ringraziare perché sta lavorando tanto e molto bene -, con i decreti attuativi di quella delega fiscale per disegnare un rapporto diverso tra il fisco e il contribuente", ha affermato la premier Meloni. Il fisco "deve riuscire a venire incontro al cittadino in difficoltà e saper dialogare, vedere ogni singolo caso perché ogni singola storia è diversa", ha aggiunto Meloni. "Vengo accusata di essere amica degli evasori. E va bene, purtroppo i numeri non dicono questo. I numeri dicono che il 2023 è stato l'anno record nel recupero dell'evasione fiscale in Italia, con 25 miliardi di euro che arrivano a 31 con i proventi recuperati dall'Agenzia delle Entrate per conto di altri enti. 4 miliardi e mezzo in più rispetto all'anno precedente".

''Un fisco giusto è un fisco che ti chiede di pagare il giusto e di farlo in tempi ragionevoli. Se lo Stato è percepito come giusto, allora non è giusto raggirarlo, è ingiusto aggirarlo. Se lo percepisci come giusto, farai la tua parte. Su questo ho scommesso''.

Stop al decreto ministeriale su redditometro

Palazzo Chigi, nella consueta nota che segue il Cdm, ha annunciato il blocco del provvedimento che avrebbe introdotto il redditometro. ''Il Consiglio dei ministri, udita un’informativa del viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, sul decreto ministeriale 7 maggio 2024, pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 20 maggio 2024, ha confermato la non applicazione, allo stato, del decreto ministeriale in questione''.

Superbonus

"Noi abbiamo, solo sul Superbonus e sui bonus edilizi, 17 miliardi di truffe, che sono l'intero valore prodotto da tutto il nostro settore del vino in un anno: se n'è andato con le truffe" denuncia Meloni. "Io sono una persona seria, non mi assumo la responsabilità di mandare avanti una cosa del genere".

Premierato

A proposito del premierato la presidente del Consiglio dice: "Qui ci sono due modelli: io propongo l'elezione diretta del capo del governo e l'abolizione dei senatori a vita. Il Pd propone ostruzionismo contro l'elezione diretta del capo del governo e raddoppio dei senatori a vita. Sono due modelli". "Si tratta di ''una riforma necessaria in Italia'' aggiunge. E a chi le fa notare che anche la segretaria del Pd Elly Schlein sarà ospite del Festival di Trento, la premier replica: "Mi potrà rispondere e mi risponderà".

Riforme

"Abbiamo fatto una riforma che, modificando 7 articoli della Costituzione, in questa Nazione fa una piccola grande rivoluzione che è rimettere il boccino delle decisioni in mano ai cittadini" sottolinea la premier Meloni spiegando che "un governo, scelto dal popolo, è un governo che al popolo risponde".

Governo

Il governo, spiega, ''è arrivato con un racconto delle piaghe d'Egitto, è chiaro che se vieni presentato come Attila l'Unno e, invece, sei Giorgia Meloni, è possibile che tranquillizzi per il fatto stesso di essere Meloni''. La premier spiega perché, nonostante i conti pubblici in affanno, le agenzie di rating non hanno declassato l'Italia: "Io penso che un elemento molto importante sia la stabilità e la solidità della maggioranza per varie ragioni, la prima delle quali è che nessuno vuole investire in una Nazione nella quale tutto cambia ogni anno". "La seconda è che quando tu hai tempo, puoi anche costruire una strategia". "Un altro elemento importante è stato la serietà con cui abbiamo affrontato le materie economiche, serietà che significa fare attenzione alla spesa pubblica e al bilancio senza rinunciare a fare delle manovre espansive", ha aggiunto la presidente del Consiglio.

Reddito di cittadinanza

"Ricordo che quando noi abbiamo abolito il reddito di cittadinanza per chi era in condizione di lavorare, si diceva che ci sarebbe stata una rivoluzione" fa notare la premier. "Quella rivoluzione non c'è stata per la verità. Buona parte degli ex percettori che erano in condizione di lavorare ha banalmente trovato un posto di lavoro e credo che oggi siano più contenti di quando prendevano il reddito".

Assegno unico e Ue

"Adesso abbiamo un problema sull'assegno unico che, però, riguarda l'Unione europea, perché la Commissione Ue apre una procedura di infrazione contro l'Italia su questo strumento con delle motivazioni surreali". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, ospite del Festival dell'Economia di Trento. "La Commissione dice che se vogliamo mantenere l'assegno dobbiamo riconoscerlo anche ai lavoratori comunitari e addirittura potenzialmente a quelli extracomunitari, anche con figli in patria. Se dovessi seguire quello che dice la Ue, l'assegno unico non posso permettermelo più. Inoltre questo si presterebbe a una serie infinità di truffe". "Queste sono procedure di infrazione folli, sulle quali spero che la prossima Commissione sia più ragionevole. Se non sarà ragionevole intendo dare battaglia" conclude Meloni.

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