Commercianti e artigiani alla prova del nove all'indomani dell'introduzione dell'obbligo di accettare i pagamenti digitali. Confartigianato: "Problema è costo commissioni a carico degli imprenditori"
Commercianti e artigiani alla prova del nove all'indomani dell'introduzione dell'obbligo di accettare i pagamenti digitali. E c'è chi, come la Fipe, la federazione dei bar e ristoranti, si è organizzata in tempo utile stipulando una convenzione con Nexi per azzerare le commissioni su bancomat e carte di credito entro i 10 euro di spesa al bar o al ristorante, dunque anche per un caffè.
Gli artigiani e le piccole imprese "si stanno adeguando all’utilizzo del Pos per regolare le transazioni commerciali. Rileviamo, piuttosto, ancora una resistenza all’uso della moneta elettronica da parte dei consumatori per i pagamenti inferiori ai 10 euro. Rimane il problema del costo delle commissioni a carico degli imprenditori" fanno sapere da Confartigianato.
Matteo Musacci, vicepresidente di Fipe, afferma all'Adnkronos: "Non sono le micro transazioni a preoccupare ma tutto il resto, ovvero il costo della gestione del Pos dai 20 euro in sù al mese e tutte le commissioni sopra ai 10 euro. Quindi se da un lato vogliamo essere più simili all'Europa in fatto di pagamenti digitali, dall'altro siamo assolutamente lontani dallo standard europeo dei costi", aggiunge Musacci in quanto al di sopra dei 10 euro si parte da una commissione di 0,50% per il bancomat e 1% per le carte.
La Fipe stima addirittura che "per le strutture medio grandi, che hanno un fatturato annuo di 1-2 milioni di euro con quello che pagano di commissioni potrebbero assumere un dipendente in più, circa 30mila euro l'anno" rimarca Musacci. "Non siamo contro le transazioni digitali, -sottolinea il vicepresidente Fipe - anzi ci risolverebbero il problema di avere sempre i contanti, ma non siamo adeguati rispetto allo standard europeo".
Anche Confartigianato dal canto suo rimarca: "non si comprende perché la rapidità nell’imporre sanzioni non sia stata accompagnata da altrettanta celerità nel rivedere l’impatto di questi oneri, che appaiono ancor meno giustificati se si considera l’evoluzione tecnologica degli strumenti per i pagamenti elettronici".