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Pensioni, le donne prendono il 36% in meno degli uomini: i dati Inps

E con 'Opzione Donna' l'assegno è più basso del 39,8% rispetto alla media delle pensioni anticipate

Sede Inps - Fotogramma
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13 settembre 2023 | 13.58
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Pensioni e importi, le donne in media percepiscono un assegno più basso degli uomini. E questo nonostante rappresentino, al 31 dicembre 2022 la quota maggioritaria sul totale dei pensionati (il 52%): le donne percepiscono infatti il 44% dei redditi pensionistici, ossia 141 miliardi di euro contro i 180 miliardi dei maschi. L’importo medio mensile dei redditi pensionistici percepiti dagli uomini è superiore a quello delle donne di circa il 36%. E' questo il dato che emerge dal XXII rapporto Inps, relativo all'anno 2022, presentato oggi alla Camera dei Deputati.

Al 1° gennaio 2023, inoltre, le donne andate in pensione con l’Opzione Donna erano 174.535, il 57,9% delle quali erogate a lavoratrici dipendenti. I pensionamenti con Opzione donna costituiscono il 16,3% del complesso delle pensioni anticipate liquidate a donne dal 2010 e l’assegno medio è del 39,8% più basso rispetto alla media delle anticipate (1.171,19 euro contro 1.946,92 euro).

Tale differenza di importo è in parte riconducibile al ricalcolo contributivo e in parte alla minore contribuzione rispetto alle anticipate, oltre al fatto che la propensione a utilizzare l’opzione è maggiore tra le lavoratrici nelle classi di reddito più basse e quindi con minore contribuzione.

Per quanto riguarda la distribuzione territoriale delle prestazioni in oggetto, il 68,2% viene erogato in Italia settentrionale, dove Opzione donna rappresenta anche il 19% degli anticipi, una percentuale superiore rispetto al resto del paese. Le liquidazioni per anno di decorrenza non sono distribuite nel tempo in modo omogeneo e risentono delle riforme che si sono susseguite a partire dal 2010, la cd. Riforma Fornero in particolare che, bloccando di fatto il pensionamento di vecchiaia e di anzianità delle donne, ha favorito il ricorso all’opzione dal 2012 in poi. Il calo del 2016 è dovuto all’innalzamento del requisito anagrafico per l’adeguamento alla speranza di vita. L’esiguo numero di pensionamenti del 2017 è invece dovuto alla mancata proroga di Opzione donna, per cui con la legge di bilancio 2017 hanno potuto ricorrere all’opzione solo coloro che avevano maturato i requisiti d’età di 57/58 anni nel 2015 (senza l’aumento previsto invece in precedenza per l’adeguamento alla speranza di vita). L’ulteriore calo del 2018 è infine riconducibile all’innalzamento dell’età a 58/59 anni.

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