Il segnale del premier sulla volontà del governo di ascoltare le categorie produttive
Navigazione difficile per Confindustria alla ricerca di aggiustamenti significativi alla manovra di bilancio 2023. E se oggi il leader di viale dell'Astronomia ha incontrato il presidente M5S ("Abbiamo concordato sulla mancanza di visione della legge", spiegherà Conte al termine), Bonomi continua comunque a confidare nel 'motto' con cui il premier Meloni ha voluto improntare la legge di bilancio : "Non disturbare chi vuole fare. Chi fa impresa va sostenuto e agevolato, non vessato".
"Con quelle parole Meloni dà un segnale sulla volontà del governo di ascoltare le categorie produttive e fare quegli interventi necessari affinché le aziende possano scaricare a terra la loro capacità di impresa. Credo dunque che il premier voglia favorire le imprese che hanno dimostrato in questi anni capacità importanti", spiega ai giornalisti alla stampa estera chiarendo come "Confindustria valuta solo il merito dei provvedimenti mai i partiti perché noi tifiamo solo per il nostro paese: per l'Italia. I governi li scelgono gli italiani".
"Bene" perciò la "barra dritta sulla finanza pubblica" del governo "ma servono interventi finalizzati alla crescita perché senza crescita non ci sono risorse per fronteggiare l'emergenza", aggiunge. Un percorso con il governo dunque "appena iniziato" al termine del quale Bonomi sembra certo "possa esserci un ripensamento nell'interesse del Paese". A cominciare dalla mancata proroga del credito di imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno, il cosiddetto bonus Sud: "non posso non credere non venga fatto un ragionamento diverso", commenta. Ma la lista delle modifiche sollecitate da Confindustria è lunga, a cominciare da un più sostanzioso taglio del cuneo fiscale su cui al momento non sembrano arrivare segnali di apertura dall'esecutivo.
"Serve un intervento forte sul cuneo fiscale : due terzi ai dipendenti e 1 terzo alle imprese, il contrario di quanto previsto ora, per mettere in tasca ai lavoratori 1.200 euro in più in busta paga, strutturalmente per tutta la loro vita lavorativa", ribadisce Bonomi che guarda criticamente alla Flat tax e alle norme sui prepensionamenti, da Opzione donna a quota 103: "flat tax e prepensionamenti non creano Pil aggiuntivo né posti di lavoro per i giovani", taglia corto. E torna anche sul Reddito di cittadinanza su cui il governo Meloni ha una posizione ferma: "chiamiamolo come si vuole ma uno strumento contro la povertà ci vuole", ha ripetuto per poi rilanciare sulla necessità di mettere mano ad una riforma fiscale a tutto tondo.
"Fino ad oggi il tema fiscale è sempre stato interpretato come un tema legato al gettito e tutti gli interventi sono stati finalizzati a creare più gettito. Noi invece vogliamo una riforma organica perché fare interventi solo su determinate categoria o argomenti non funziona. O ripensiamo totalmente il fisco o non andiamo avanti", ha ripetuto. E poi ancora : la lotta alla burocrazia italiana, a cui è appeso il destino del rigassificatore di Piombino: "se non entra in funzione entro il 31 marzo potremmo avere qualche difficoltà ma è prevista una conferenza di servizi con 44 enti locali...e sappiamo cosa questo voglia dire", ammonisce prima di commentare il progetto del governo sul Ponte sullo stretto di Messina.
"Il ponte sullo stretto non è un problema tecnico: lo hanno realizzato anche altri paesi in condizioni molto più difficili delle nostre, se guardiamo al Nord Europa. Ed è una opera infrastrutturale importante ma deve stare all'interno di un progetto complessivo. Se si realizza il ponte e poi non si prosegue la realizzazione di altre opere infrastrutturali, il progetto non funziona", dice ancora. E' tempo dunque di lasciare da parte le polemiche estemporanee, come quelle sul tetto all'utilizzo del Pos, "sono colpito del fatto che da 3 giorni non si parli che di Pos"; meglio "concentrarci su questioni più importanti", conclude. (di Alessandra Testorio)