E' quanto emerge dalle tabelle del Documento Programmatico di Bilancio
Quasi 12 miliardi per il taglio del cuneo fiscale e l'accorpamento dell'Irpef, pari allo 0,58% del Pil e il riordino delle spese fiscali in favore dei nuclei numerosi. E' quanto emerge dalle tabelle del Documento Programmatico di Bilancio. Il documento, in cui sono delineati i principali interventi della manovra 2025 approvata ieri sera dal Consiglio dei ministri, è stato consegnato alla Commissione Europea. "Non ci saranno nuove tasse", ha sottolineato il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, in conferenza stampa congiunta con il viceministro Maurizio Leo.
Fra i punti salienti nel Dpb si evidenzia come "a decorrere dal 1° gennaio 2025, al fine di proseguire nell’attuazione della riforma fiscale, si rendono strutturali l’accorpamento delle aliquote IRPEF su tre scaglioni. Inoltre, si confermano gli effetti delle misure di riduzione del carico fiscale a favore dei lavoratori dipendenti. In materia di riduzione del carico fiscale sul lavoro è inoltre prevista la proroga della maggiorazione del costo ammesso in deduzione in presenza di nuove assunzioni".
Giorgetti ha assicurato che sarà confermato il taglio cuneo fiscale e contributivo, "ma addirittura - ha aggiunto - faremo in modo che ci sia anche qualche beneficio sicuramente per redditi oltre 35mila fino a 40mila euro", inoltre "ci saranno anche altre classi di reddito che ne beneficeranno".
Il viceministro Leo ha spiegato che il taglio del cuneo fiscale ''sarà un meccanismo sino a 20.000 euro mantenendo sostanzialmente l'impostazione del vecchio cuneo, ovviamente rimodulando l'aliquota sino a un certo ammontare e poi da un certo ammontare in su abbassando l'aliquota e poi, per evitare quell'effetto perverso, che al superamento di 35.000 euro si perdeva tutto il beneficio, abbiamo introdotto un meccanismo di detrazione per lavoro dipendente con decalage fino ai 40.000 euro in modo tale da non penalizzare i contribuenti che hanno un reddito tra i 35.000 e i 40.000 euro''.
''Sul versante dell'Irpef abbiamo stabilizzato le tre aliquote: quindi 23% fino a 28.000 euro, 28.000-50.000 euro 35%, oltre 50.000 euro siamo al 43%, a cui si aggiungono poi le addizionali'', ha illustrato Leo nella conferenza stampa sulla manovra. Inoltre "con il gettito del concordato potremmo lavorare sul secondo scaglione Irpef per venire incontro al ceto medio", ha detto il viceministro. Il gettito del concordato sarà noto dopo il 31 ottobre alla scadenza del termine per le adesioni.
"I sacrifici? Li fanno le banche, le assicurazioni e le strutture dei ministeri", ha sottolineato Giorgetti. Immediata la replica della leader dem Elly Schlein. "Anche oggi il governo ci dà una buona dose di propaganda quotidiana: annunciano 3,7 miliardi in più sulla sanità ma la verità è che per il 2025 mettono soltanto 900 milioni che si aggiungono al miliardo già stanziato. Quindi, meno della metà di quello che hanno annunciato. Di certo, non i 4 miliardi che noi chiedevamo di mettere sulla sanità pubblica per fare nuove assunzioni e abbattere le liste di attesa", ha affermato Schlein in un video su Instagram.
"Ma c'è di più perché hanno annunciato di aver chiesto un grande sacrificio a banche e assicurazioni ma si tratta di tratta solo di deduzioni. Traduco: anticipo di tasse già dovute dalle banche e assicurazioni che saranno loro puntualmente restituite tra il 2027 e il 2029 - ha osservato - Quindi siamo al solito gioco delle tre carte come se gli italiani fossero stupidi ma non ci faremo prendere in giro e continueremo la battaglia per la sanità pubblica perché il diritto alla salute è scritto nella nostra Costituzione".
"La tassa sulle banche non esiste, è un imbroglio - ha scandito Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, davanti a Montecitorio - Il governo sta chiedendo un prestito alle banche che noi contribuenti restituiremo nel 2027, per altro quando questo governo non sarà più in carica".
"La vera tassa sugli extraprofitti ce l'abbiamo noi, la porteremo in aula alla Camera dei deputati e speriamo che questa maggioranza ce la faccia discutere e votare. E lì vedremo se vogliono veramente una tassa sugli extraprofitti alle banche", ha concluso Conte.