Dopo le elezioni, la Lega chiede subito di riscuotere il premio su Tav, flat tax e deficit. Per Salvini, che ora detta l'agenda, gli italiani hanno dato ''un mandato chiaro: andate e fate''
Salvini all'attacco su flat tax, tav e deficit. Il leader del partito che alle elezioni europee ha incassato un jackpot che supera il 34% dei voti, chiede subito di riscuotere il premio. Il grande sconfitto della competizione, Luigi Di Maio, cerca di parare i colpi, miscelando dichiarazioni di distensione ad avvertimenti. Come sul fisco, con il leader del Carroccio che mette il taglio delle tasse al primo posto, e Di Maio che risponde: "Prima facciamo il tavolo sulla flat tax e meglio è. Se ci sono i soldi facciamola". Insomma, va bene realizzare la riforma ma prima bisogna trovare le risorse.
Ma tra i dossier della discordia tra Lega e M5s, è la Tav a tenere subito banco, sin da quando comincia ad essere chiaro il responso delle urne. A spiegarlo è il vincitore: "Gli italiani, con il voto per le elezioni europee, hanno dato ''un mandato chiaro: andate e fate'', incalza Salvini. La risposta del numero uno dei M5s non si fa attendere: "non cercheremo lo scontro", assicura Di Maio, lasciando però il dossier in mano al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Il capitolo 'conti pubblici' è uno spin off dei primi due. Da una parte, si chiede di escludere le spese delle infrastrutture dal deficit e, dall'altra, si vorrebbe portare avanti la battaglia per ottenere lo sforamento del tetto del 3%, che farebbe tanto comodo per attuare la riforma fiscale.
''Non siamo noi che vogliamo sforare'', è la premessa di Salvini. ''Non ho voglia di sfidare nessuno, ma non sto a impiccarmi a un parametro, un numero o una regoletta''. Sembra quasi una risposta quella che arriva da Bruxelles, forte dei risultati elettorali, e della possibilità di confermare l'attuale alleanza (con l'aggiunta di liberali o verdi). La Commissione dovrebbe inviare all'Italia una lettera per chiedere chiarimenti sui rialzi del debito. La prossima scadenza, già fissata, sarà quella del 5 giugno, quando la Commissione europea pubblicherà le raccomandazioni sull'Italia, con le quali potrebbe aprire una procedura alla luce delle deviazioni sui conti.
FLAT TAX - L'imposta sulle persone fisiche, come è scritto nel contratto di governo, sarà composta da ''aliquote fisse, con un sistema di deduzioni per garantire la progressività dell'imposta, in armonia con i principi costituzionali''. Sono previste due aliquote, al 15% e al 20% per le persone fisiche, ma anche partite iva e imprese. Per i nuclei familiari è prevista una deduzione fissa di 3.000 euro sulla base del reddito. E per evitare che l'introduzione del nuovo regime possa avere degli effetti negativi per le classi di reddito più basse resta confermato il principio della no tax area. ''Una maggiore equità fiscale, dunque, a favore di tutti i contribuenti: famiglie e imprese'', si assicura nel contratto di governo. Il costo dell'operazione varia dai 60 miliardi di euro, risultato di una su delle varie e possibili ipotesi formulate dal ministero dell'Economia, a una forbice che va dai 12 ai 15 miliardi di euro, secondo le stime del governo.
TAV - Il risultato delle elezioni, non solo in Italia ma anche in Francia, dove l'amica Marine Le Pen, numero uno del Rassemblement National, ha vinto ''permetterà all’Europa di investire ancora più soldi sui grandi opere'' a partire proprio dalla Tav, spiega Salvini. Il primo passo potrebbe essere l'approvazione di un emendamento al decreto legge Sblocca cantieri, accantonato proprio in attesa del voto di ieri, che da domani entra nel vivo. Le commissioni Lavori pubblici e Ambiente del Senato si troveranno sul tavolo una proposta di modifica del Carroccio, che Forza Italia ha annunciato di voler votare. E c'è chi, in questa unione di fatto, potrebbe intravedere delle prove generali di una nuova coalizione di governo. La proposta di modifica, nei fatti, non avrebbe un impatto pratico sulla Tav ma avrebbe un valore politico in quanto conferma la priorità dei grandi corridoi Ue.
CONTI PUBBLICI - Il debito italiano dovrebbe salire al 133,7% quest’anno e al 135,2% nel 2020. La crescita è al contagocce: +0,1% nel 2019 e 0,7% il prossimo anno. In rialzo anche il deficit: al 2,5% nel 2019 e al 3,5% nel 2020. A bocce ferme, manca quindi all'appello uno 0,7% di aggiustamento dei conti, quasi 12 miliardi. Se l'Italia ottenesse la flessibilità Ue per il crollo del Ponte Morandi e il dissesto idrogeologico, potrebbe ottenere un sconto di un paio di miliardi, dunque circa 10 mld. Se poi a questo 'arretrato' aggiungiamo i 23 miliardi necessari per disattivare le clausole Iva nel 2020, saliamo a 33 miliardi di manovra, escludendo il rifinanziamento del reddito di cittadinanza, ma soprattutto della misura bandiera della Lega, la Flat tax, che con Salvini adesso più che mai vorrà mettere in cima alle priorità.
Se su infrastrutture, fisco e conti pubblici, la Lega passa alla cassa, si tratta ora di vedere come si schiererà su altri dossier altrettanto caldi, al centro di tensioni nel governo giallo-verde. Capitoli aperti sono, infatti, salario minimo, orario di lavoro e decreto famiglia.
SALARIO MINIMO - E' il provvedimento nato sulla scia della partita avviata dai 5 stelle ma ancora non conclusa sui rider, i ciclofattorini delle piattaforme del food delivery. La norma con cui fissare un salario minimo per tutti i lavoratori a 9 euro lordi l'ora, infatti, non ha ottenuto il placet del Carroccio meno propensa ad alterare il meccanismo del Contratto nazionale collettivo che assegna ad aziende e sindacati la ricerca di un equilibrio, e più favorevole invece ad una legge che dia corpo alla rappresentanza sindacale ma anche a quella imprenditoriale per evitare il proliferare dei contratti-pirata.
TAGLIO ORARIO LAVORO - L'idea lanciata dal presidente Inps , Pasquale Tridico nei mesi scorsi, di una possibile "riduzione dell’orario di lavoro, a parità di salario, come leva per ridistribuire ricchezza e aumentare l’occupazione", infatti, è stata respinta senza appello dagli esponenti del Carroccio ai quali il repechage dello slogan che infiammò gli anni 70, "lavorare meno lavorare tutti", appare intraducibile nella realtà di oggi.
FAMIGLIE - Il provvedimento annunciato nei giorni scorsi da Di Maio, e già virtualmente coperto sotto il profilo finanziario da quel miliardo di risparmio liberatosi dal Reddito di cittadinanza, prevederebbe una serie di incentivi per le giovani coppie con figli, da un fondo per le politiche per la natalità, agli sconti su pannolini, babysitter e sgravi sulle rette degli asili nido. Ma la Lega con un occhio alla necessaria sterilizzazione dell'Iva attesa nel 2020, aveva già ipotizzato di utilizzare diversamente il tesoretto Rdc.