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Battiston: “L’Agenzia spaziale italiana tornerà a spingere sui programmi nazionali”

Il neo presidente, nominato dal ministro Stefania Giannini nella tarda serata di venerdì, ha già una time-line pronta nel cassetto: “Garantiremo al Paese un ritorno sugli investimenti”. E assicura: “Vorrei sfatare l’idea che un ricercatore, uno scienziato non possa essere anche un manager”

Battiston: “L’Agenzia spaziale italiana tornerà a spingere sui programmi nazionali”
17 maggio 2014 | 17.16
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E’ presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana da poche ore e Roberto Battiston, nominato dal ministro Stefania Giannini a capo dell’Asi nella tarda serata di venerdì, ha già una time line pronta nel cassetto. “Bisogna tornare a investire sui programmi nazionali” è lo statement che anticipa all’Adnkronos all’indomani della sua nomina perché, spiega Battiston, “il bilancio dell’Asi, attualmente, è dedicato in maggioranza ai programmi spaziali con l’Esa”.

”E’ una situazione troppo sbilanciata - osserva - e bisogna invertire la tendenza perché al Paese siano garantiti ritorni sugli investimenti, in termini industriali e scientifici”. Raggiunto telefonicamente a Trento da cui, assicura, è già pronto a partire per raggiungere la sede dell’Asi nella Capitale, Battiston ribadisce così il suo impegno affinché “l’Italia resti un punto di riferimento nel settore spaziale internazionale”.

Bilancio Asi - ”Non è che i programmi Esa non diano un ritorno industriale e scientifico al nostro Paese, ma l’Italia deve avere anche una sua autonomia strategica” sottolinea. “Negli anni - spiega Battiston - il bilancio dell’Asi è calato e attualmente siamo arrivati a 503 milioni di euro all’anno, di cui 400 milioni dedicati a programmi dell’Esa. In questo ambito l’Italia ha senz’altro un suo peso e un suo ritorno, ma sono sempre programmi europei mentre per quelli italiani rimane meno di un decimo dei fondi.

“Abbiamo in Asi grossi progetti pluriennali e dobbiamo equilibrare i bilanci”; un altro problema “è anche fare sistema in vista dei bandi Horizon 2020” afferma ancora Battiston. “Il bilancio dell’Asi è calato rispetto agli altri Enti e nel paniere dell’Agenzia i fondi sono scesi in modo marcatamente superiore a quelli degli altri Enti. E’ un segnale”.

CosmoSkyMed - L’attenzione del neo presidente dell’Asi è rivolta a situazioni di disagio in cui versano ormai programmi “come CosmoSkyMed, interamente italiano”, la cui seconda fase rischia di non decollare per mancanza di finanziamenti. Battiston non lascia cadere l’allarme lanciato, proprio nei giorni precedenti la sua nomina a capo dell’Asi, dall’amministratore delegato di Thales Alenia Space Italia, Elisio Prette, sulla mancanza di fondi Asi che potrebbe fermare la seconda fase del programma CosmoSkyMed, il primo sistema duale, civile e militare di satelliti radar di osservazione terrestre interamente italiano.

”Cosmo SkyMed è un esempio, ma - sottolinea Battiston - dobbiamo guardare anche al settore dei lanciatori, al Vega” che ha appena aperto, con il suo terzo lancio, la stagione commerciale del vettore di cui l’Italia è il maggiore finanziatore e sviluppatore. “Nonostante la situazione economica difficile, l’Italia ha risorse scientifiche e spaziali eccezionali” rimarca Battiston.

Stazione spaziale Iss - Scelto dopo una serrata selezione e arrivato in finale insieme ad altri cinque super candidati, Battiston è giunto alla carica di numero uno dell’Asi con una lunga carriera scientifica alle spalle e forte della gestione dell’imponente esperimento Ams, il primo di fisica fondamentale approvato sulla stazione spaziale Iss. “Siamo tornati a regole ‘normali’, siamo in condizione di rimettere in moto l’Asi sul fronte nazionale. E non sono preoccupato per le responsabilità da manager che mi aspettano”. Anzi, sottolinea il fisico, “vorrei sfatare l’idea che un ricercatore, uno scienziato non possa essere anche un manager” perché “chi guida progetti di ricerca internazionali da 2 miliardi di euro, come è accaduto a me con Ams, deve garantire governance”.

Anzi, il leader di un progetto di ricerca “per certi versi è sottoposto ad un maggiore controllo, perché la comunità scientifica attua verifiche a livello internazionale molto serrate”. E se l’Italia è il suo faro, Battiston assicura che in Asi metterà a frutto anche “tutti i contatti che ho con le agenzie spaziali dei Paesi emergenti come Cina e Russia che, sommati alle relazioni con la Nasa e con l’Esa, sono un buon portafoglio” per lo sviluppo delle attività spaziali italiane. Quindi, riguardo una valutazione sul cambio di governo in India e i rapporti che Nuova Delhi ha con l’Asi, Battiston ricorda che proprio dalla base spaziale indiana di Sriharikota “è partito nell’aprile 2007 il satellite Agile”, l’Astrorivelatore Gamma a Immagini Leggero, un gioiello tutto italiano. “Non vedo problemi” con la nuova India di Narendra Modi, la politica entra poco nelle attività scientifiche. Quello che conta nello spazio - assicura - sono i risultati”.

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