Il Promemoria di Mauro Masi per Adnkronos
Assicurazioni. Nel suo importante intervento all’Assemblea Annuale dell’ANIA, la Presidente Bianca Maria Farina ha, tra l’altro, ricordato che oltre il 95% dei comuni italiani è esposto al rischio frane, alluvioni e/o erosione costiera e che oltre l’80% delle abitazioni civili è esposto ad un livello di rischio medio-alto per almeno uno degli eventi indicati, mentre circa il 40% delle stesse abitazioni civili è situato in zone a media ed elevata pericolosità sismica.
A fronte di questa situazione solo il 45% delle unità abitative esistenti è assicurato contro i rischi catastrofali; per le imprese il dato medio è il 52% contro l’incendio e solo il 5% contro i catastrofali. La legge di Bilancio del 2023 (213/23) ha introdotto l’obbligo di copertura assicurativa contro le calamità naturali limitato, per ora, solo alle imprese/aziende; a breve è atteso il decreto di attuazione. Un passo avanti importante e significativo in un settore in cui il “sistema Italia” è da tempo lontano da quello di molti Paesi stranieri anche a noi vicini. Infatti se si guarda alle esperienze estere, la copertura assicurativa è abitualmente offerta in partnership tra soggetti pubblici e privati; il settore privato ha competenze di valutazione dei rischi e dei danni, reti di distribuzione e di liquidazione che sarebbe inutilmente costoso duplicare per il soggetto pubblico e che possono essere utilizzate (remunerandole) anche qualora il settore privato non si facesse carico di alcun rischio.
Questo è quel che succede per esempio in Spagna (dove le compagnie distribuiscono semplicemente le coperture trattenendo il 5% del premio) e negli Stati Uniti con il programma federale contro il rischio alluvionale (Nfip). D’altro canto il settore assicurativo privato non ha mai la capacità finanziaria necessaria per coprire tutti i danni causati dalle calamità naturali, e si rivolgerebbe comunque al mercato riassicurativo o a quello dei capitali (in particolare mi riferisco alla emissione dei c.d. catastrophe-bonds, cat-bonds). Sia perché questi mercati sono sempre meno liquidi (anche a fronte della crescente frequenza degli eventi calamitosi), sia per evitare doppie marginalizzazioni, lo Stato si accolla abitualmente i rischi delle calamità naturali, quantomeno oltre una certa soglia.
Pertanto, le opzioni a disposizione nel mondo per trattare i rischi catastrofali sono: 1) assicurazione obbligatoria: sistema adottato in Islanda, Svizzera e Turchia; 2) partnership pubblico privato: a volte il settore privato trattiene una parte del rischio, a volte viene solo impiegato e remunerato per la competenza di valutazione dei rischi e dei danni, reti di distribuzione e di liquidazione che sarebbe inutilmente costoso duplicare per il soggetto pubblico. Rientrano in tale schema: Spagna: le compagnie di assicurazione distribuiscono semplicemente le coperture trattenendo il 5% del premio. L’assicurazione è obbligatoria, ma a sottoscrivere le garanzie relative al rischio straordinario è il Consorcio de Compensacionde Seguros, un ente statale che opera in base a criteri privatistici, con entrate costituite dai premi riscossi.
Stati Uniti: il programma federale contro il rischio alluvionale (Nfip); Francia, dove privati e imprese sono obbligati a stipulare una polizza antincendio, sugli immobili, che contiene una clausola contro le calamità naturali, con le compagnie di assicurazioni private e lo Stato interviene con una società di riassicurazione pubblica che offre alle compagnie la possibilità di riassicurarsi a un tasso fisso di cessione. La Francia ha risolto il problema della capacità con la costituzione di un riassicuratore pubblico che oltre a fornire capacità, ovviamente a fronte del pagamento di un premio, possiede la garanzia illimitata di ultima istanza da parte dello Stato francese.
Musica. Se chiedete agli addetti ai lavori chi sarà l’artista top della musica popolare nei prossimi anni, sarete sorpresi di constatare quanti indicheranno un nome: Raye; la 26enne cantante/autrice inglese grande trionfatrice dei Brit Awards di quest’anno. Il suo stile è un misto di pop, rhythm and blues, melodie etniche arricchito da una voce che a molti ricorda alcune sonorità della prima Aretha Franklin. Raye sarà in Italia il prossimo 14 luglio in occasione dell’edizione 2024 di Umbria Jazz. (Di Mauro Masi)