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Aspi: con piano 2020-24 accelera su investimenti +110% e 2.900 assunzioni

tempi più lunghi per due diligence Cdp-fondi, sul tavolo proroga oltre 31/1

Aspi: con piano 2020-24 accelera su investimenti +110% e 2.900 assunzioni
21 gennaio 2021 | 19.59
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Un futuro 'smart' per Aspi che punta a diventare un gestore della mobilità integrata e non più soltanto una semplice gestore di concessioni. Sta qui il cuore della trasformazione di Autostrade per l'Italia che traccia il piano industriale 2020-24. Un piano, quello presentato oggi dall'ad Roberto Tommasi, che scommette su innovazione digitale, sulla riorganizzazione aziendale con la nascita di nuove società controllate (Tecne, Free To X, la nuova Pavimental, la nuova ASPI Tech) , sostenibilità e su un importante piano di 2900 assunzioni di nuove leve e professionalità, spingendo sull'acceleratore degli investimenti che salgono del 110% a 6,1 miliardi dai 2,9 miliardi del Piano 2015-19. In particolare il totale delle spese di manutenzione passa da 1,6 a 2,5 miliardi con un "piano pluriennale di manutenzioni senza precedenti".

Un piano, insomma, dagli obiettivi ambiziosi e che ha una "visione", come ha detto Tomasi, sottolineando che la nuova Aspi, al centro di un'operazione di riassetto azionario, sarà in grado di stare in piedi anche come una public company. "Il piano industriale che avete colto ha questa visione e il fatto che noi oggi siamo un gruppo fa vedere questa autonomia della societa' a produrre valore. Questa societa' per come l'abbiamo pensata ha una sua autonomia, ancorché oggi dentro il gruppo Atlantia, ha una sua autonomia a produrre valore", ha detto l'ad.

Sul fronte delle attività concessorie, il Piano Industriale prevede il delivery di 14,5 miliardi di euro di investimenti e di 7 miliardi di manutenzioni entro il 2038 (data di termine della concessione), distribuiti nelle principali regioni italiane attraversate dalla rete. Questo volume di investimenti – realizzato sulla base di assessment approfonditi e capillari - consentirà un radicale ammodernamento delle infrastrutture autostradali, consentendo di prolungare al 2080 la condizione ottimale della rete. Gli investimenti realizzati nell’arco di Piano genereranno circa 10.000 nuovi posti di lavoro a livello di sistema Paese. Ma, per dare stabilità e continuità a tale piano, è necessaria e attesa l’approvazione formale e definitiva del nuovo pef e degli accordi raggiunti con l’Esecutivo, fortemente improntati a garantire la migliore gestione delle infrastrutture.

"Oggi siamo nella condizione di finalizzazione degli allegati. Gli accordi sono stati prevalentemente tutti chiusi. Io sono confidente della possibilità che ci sia la chiusura e quindi l'invio al Cipe nelle prossime settimane", ha indicato Tomasi spiegando che il processo di approvazione del Pef, per la formalizzazione e poi la sottoscrizione dell'atto aggiuntivo, porterà via dai 3 ai 6 mesi".

Quanto agli altri capisaldi del business plan, sul fronte della sostenibilità, il nuovo piano prevede l’evoluzione della rete autostradale in una vera e propria “Green Infrastructure”, mediante un significativo aumento della produzione dell’energia da fonti rinnovabili, così da coprire oltre il 25% del proprio fabbisogno. A questo scopo, il parco fotovoltaico presente sulla rete verrà di fatto raddoppiato, così da sostenere con energia verde i consumi di tutte le 240 stazioni e delle 204 aree di servizio. Tra le linee strategiche c'è poi la rapida e completa digitalizzazione della gestione dell’infrastruttura, con risvolti rilevanti e fortemente innovativi sul fronte dei servizi di viabilità e della customer experience. L’introduzione delle nuove tecnologie consentirà la trasformazione del network di Aspi in una vera e propria “smart road”, nella quale le auto connesse, l’infrastruttura e i viaggiatori interagiranno costantemente allo scopo di migliorare la sicurezza e il comfort del viaggio, oltre che la qualità dei servizi alla clientela.

La rotta della nuova Aspi appare, dunque, così tracciata. Ma nell'immediato, rimangono le incognite legate al riassetto azionario. In queste ore, infatti, si fa sempre più concreta l'ipotesi di tempi supplementari per la due diligence di Cassa Depositi e Prestiti e i due fondi Blackstone e Macquarie in vista della presentazione di un'offerta vincolante per l'acquisizione dell'88% di Aspi. A 9 giorni dalla scadenza del 31 gennaio, non sembrerebbero esserci per le condizioni per concludere l'esame di tutta la documentazione nella data room e procedere, quindi, alla presentazione di una proposta.

Una documentazione imponente, come ha sottolineato Tomasi. "Abbiamo depositato volumi importantissimi di documenti e abbiamo risposto a oltre 2 mila domande con un dettaglio di assoluto rilievo", ha evidenziato l'ad interpellato, nel corso della conferenza stampa, sui ritardi che si sarebbero registrati nel fornire i documenti ai potenziali acquirenti. "Credo che da questo punto di vista ci può essere qualche difficolta' da parte dei soggetti che stanno valutando il valore dell'asset eventualmente a elaborare questa importante mole di informazione", ha quindi osservato.

Ma, secondo la tempistica riferita da fonti vicine al dossier, le informazioni da parte del consorzio Cdp-fondi sono state richieste alla fine dello scorso mese e al 12 gennaio mancava il 70% della documentazione. Di qui la prospettiva di una nuova richiesta di proroga da parte di Cdp.

In tutto questo, ha assicurato ancora Tomasi, "lo sforzo che abbiamo fatto noi e' di mantenere la barra dritta. Quello che dobbiamo fare e' partire e dare valore ai nostri utenti. Una volta che siamo in grado di farlo diamo il valore della societa'. Abbiamo capito e credo che sia sotto gli occhi di tutti che quello e' il moltiplicatore migliore della gestione della societa'. E su questo abbiamo dato il massimo supporto per l'azionista in generale, chiunque esso sia".

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