L'Industria 4.0 apre nuove vie al soccorso stradale portando la rivoluzione telematica a bordo delle nostre auto per renderle più sicure. A segnare il cambio di passo è l'avvio oggi della sperimentazione in tutt'Italia, su 3 milioni di veicoli, di 'private eCall', il sistema di allarme automatico che potrà salvare vite umane lanciando l'allerta in caso di incidente stradale, anche se il conducente ha perso conoscenza. Il sistema, destinato ad avere quindi un rilevante impatto sociale, è basato su una tecnologia nata in Italia e che anticipa nel nostro Paese il sistema europeo eCall il cui avvio è atteso per 2018, quando l’istallazione di questa tecnologia diventerà obbligatoria su tutti i veicoli di nuova omologazione.
In campo, ad avviare la sperimentazione è la Tsp Association con i suoi colossi Viasat, Vodafone Automotive, Europ Assistance Italia, Tim, Way, Lojack Italia, Multiprotexion e GeneraliCar. "Con la sperimentazione sul territorio italiano di eCall, l'industria nazionale diventa apripista in Europa e dimostra non solo il suo ruolo di avanguardia tecnologica in Ue nel settore della telematica, ma anche la sua attenzione a indirizzare la produzione di queste nuove tecnologie al servizio della vita umana" scandisce all'Adnkronos Sergio Tusa, presidente di Tsp Association, l'associazione che in Confindustria Digitale riunisce tutti i principali Telematics Service Providers italiani.
"Questo sistema, che coniuga l'IoT con tecnologie elettroniche dotate di Gps, stringe i tempi di intervento nella cosidetta 'ora d'oro', quando cioè portare soccorso in un tempo brevissimo può fare la differenza fra la vita e la morte" indica il presidente di Tsp Association che ha avviato la sperimentazione attraverso un accordo siglato con Areu, l'Agenzia Regionale Emergenza Urgenza. "I test dureranno un anno e mezzo, ma di fatto parliamo di un sistema già operativo, e l'obiettivo è di accelerare l'entrata in servizio, a livello nazionale, del sistema di soccorso sanitario urgente per i passeggeri dei veicoli coinvolti in incidenti stradali" indica ancora Tusa.
La sperimentazione di e-Call, ribadisce Sergio Tusa, "dimostra come l'industria italiana del settore sia all'avanguardia, tanto da esportare in Europa tecnologia made in Italy, e dimostra anche che i più grossi player europei sono italiani e che le normative dell'Unione si muovono su tecnologie del nostro Paese". Tusa auspica inoltre che questa sperimentazione "indichi la strada alla normativa che verrà".
Entrando nel dettaglio tecnico, e-Call utilizza le Black Box, dispositivi elettronici dotati di rilevatori Gps incorporati. Le scatole nere registrano le dinamiche di movimento del veicolo e, in caso di incidente, parte un segnale di allerta che viene trasmesso alla centrale operativa del Telematics Service Provider. L'allerta si attiva automaticamente in caso di incidente, anche quando il conducente e gli occupanti hanno perso conoscenza, e fa scattare un'immediata procedura per localizzare precisamente il veicolo, valutare la gravità dell’evento e inviare gli eventuali soccorsi necessari, in tempi più rapidi possibili.
Le scatole nere sono presenti nei veicoli assicurati con le cosiddette polizze telematiche e ormai sono installate nella maggior parte dei mezzi di trasporto commerciale. Di qui la rapida diffusione della sperimentazione. La sperimentazione di e-Call coinvolgerà tutte le aziende associate a Tps Association che, ad oggi, gestiscono in Italia oltre 3 milioni di veicoli, un numero che sta crescendo costantemente visto l'allargamento delle polizze auto telematiche dotate di scatola nera.