La senior project manager di Nomisma: "Il Piano strategico nazionale per applicazione della nuova Pac, che l'Italia ha già inviato a Bruxelles - ha proseguito Di Tullio - mette insieme per la prima volta il primo e secondo pilastro della Pac"
"Con il nuovo impianto della Pac i Paesi membri hanno beneficiato di alcuni gradi di libertà nella selezione degli interventi. Tuttavia il mandato di Bruxelles è stato chiaro nell’indicare la necessità di attenuare le disomogeneità nella percezione dei pagamenti diretti e nel perseguire obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale, oltre che economica, coerentemente ai principi del Green Deal". E' quanto ha sottolineato Ersilia Di Tullio, senior project manager di Nomisma, nel delineare il nuovo quadro nel quale sono maturate le scelte italiane del Piano strategico nazionale della Pac intervenendo all'evento "Nuova Pac e possibili impatti sull’agricoltura italiana: come i principali cambiamenti normativi si inseriscono nel quadro della struttura produttiva nazionale" organizzato da Nomisma, in collaborazione con Philip Morris Italia e con il contributo scientifico di Food Trend Foundation, in diretta streaming da Bologna.
"Il Piano strategico nazionale per applicazione della nuova Pac, che l'Italia ha già inviato a Bruxelles - ha proseguito Di Tullio - mette insieme per la prima volta il primo e secondo pilastro della Pac, abbiamo di fronte a noi sei mesi, fino giugno, per la negoziazione sugli aiuti che sono estremamente rilevanti per l'Italia per competere alla pari di altri paesi europei, la cosa importante è capire come vengono distribuiti gli aiuti".