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Allarme Abi: "Più Ue per Italia o rischio Argentina"

(Foto Fotogramma/Ipa)
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10 luglio 2018 | 11.15
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"La scelta strategica deve essere di partecipare maggiormente all'Unione europea impegnando di più l'Italia nelle responsabilità comuni, anche con un portafoglio economico nella prossima Commissione europea". A indicarlo è il presidente dell'Abi , Antonio Patuelli, nella sua relazione all'assemblea annuale. "Altrimenti l'economia italiana potrebbe finire nei gorghi di un nazionalismo mediterraneo molto simile a quelli sudamericani", avverte Patuelli ricordando che "in questa primavera, in Argentina, il tasso di sconto ha perfino raggiunto il 40% . Con la lira italiana, negli anni Ottanta, il tasso di sconto fu anche del 19%". "Occorre - dice Patuelli- una nuova spinta per un'Unione bancaria con regole identiche, con testi unici di diritto bancario, finanziario, fallimentare e penale dell'economia e con coerenza fra regole contabili e prudenziali".

"In Italia, per diminuire la pressione fiscale, si deve ridurre il debito pubblico", ha affermato ancora Patuelli aggiungendo: "La Bce di Mario Draghi ha garantito assai bassi tassi che, penalizzando le banche, hanno favorito la ripresa e salvato la Repubblica nella gestione del debito pubblico il cui peso, altrimenti , sarebbe caduto fiscalmente drammaticamente sulle imprese e sulle famiglie italiane". "Il peso maggiore della crisi l'hanno sostenuto le banche, compresse dalla crisi, da tassi infimi e da norme in continuo mutamento, talvolta anche da eccessi di burocratizzazione che non servono all'Europa", ha sottolineato Patuelli che è stato rieletto presidente dell'Abi per il biennio 2018-2020 per acclamazione.

Ora, per riportare fiducia nelle banche e sostenere il sistema nella sua crescita serve ''voltare pagina'' e per riuscirci ''definitivamente, occorre sia fatta definitiva luce sulle responsabilità nelle crisi bancarie'', ha detto ancora Patuelli, ricordando come ''le banche sane sono moralmente parte civile, avendo subito i danni dalle crisi bancarie altrui''. In Italia le crisi bancarie, che ''hanno riguardato undici società'' hanno ''stimolato un clima spesso giacobino e pesato sulla fiducia che è premessa di sviluppo''. Nel citare Raffaele Mattioli, ha aggiunto, ''siamo convinti che chi tutela i risparmiatori, tutela la banca. L'Unione bancaria deve consentire ai sistemi nazionali di garanzia dei depositi di poter effettuare interventi preventivi per banche in crisi, per evitare danni maggiori''.

L'Abi e il sistema bancario italiano ha ''grande rispetto per la magistratura. Attendiamo, il più presto possibile, le conclusioni dei processi'', ha sottolineato ancora il presidente Patuelli nel ricordare, inoltre, come la sua associazione ''sia per la trasparenza sempre. Siamo stati favorevoli anche all'istituzione della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle crisi bancarie, pur consapevoli dei suoi limiti innanzitutto temporali. Con indipendenza culturale e metodologica e lontananza dai conflitti politici abbiamo approfondito i documenti resi noti dalla commissione".

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