Gli aumenti a lungo termine della CO2 sono interamente il risultato delle emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera causate dall'uomo
Tutta colpa di El Niño. Si potrebbe liquidare così l’avvertimento lanciato dal Met Office, l’ente meteorologico britannico, che nelle sue previsioni per il 2024 sottolinea come l’aumento delle emissioni di CO2 nell’atmosfera sarà tale da farci ‘deragliare’ dalla strada necessaria a contenere il riscaldamento globale a +1,5° C. Un obiettivo deciso dagli Accordi di Parigi e che potrebbe diventare irraggiungibile.
Invece il Met Office chiarisce senza possibilità di fraintendimenti che, anche senza l’azione del fenomeno di riscaldamento marino che è El Niño, basta l’azione dell’uomo a farci uscire dalla traiettoria che conduce al traguardo. Traguardo che peraltro l’uomo stesso si è dato e per un buon motivo: sopravvivere, e far sopravvivere la civiltà – più o meno - come la conosciamo.
Ma veniamo ai numeri.
Secondo il Met Office, la concentrazione media annuale di CO2 registrata dall’osservatorio di Mauna Loa, Hawaii, punto di riferimento mondiale per questo tipo di monitoraggio, nel 2024 sarà di 2,84 ± 0,54 parti per milione (ppm) superiore rispetto al 2023. Di conseguenza, la concentrazione media annua di CO2 a Mauna Loa prevista per l’anno in corso sarà di 423,6 ± 0,5 ppm, con un picco a 426,6 ± 0,5 ppm.
Una previsione che si inserisce nel solco della tendenza all’aumento della CO2 che si è potuta osservare da quando sono cominciate le misurazioni all’osservatorio hawaiano, ormai nel lontano 1958.
Cosa significano questi dati in concreto? Che l'accumulo della concentrazione di anidride carbonica atmosferica quest’anno sarà più veloce di quello necessario per rimanere negli scenari che l'IPCC – il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico - ha tracciato per contenere il riscaldamento globale a +1,5°C.
Questi scenari sono tre e si basano su altrettante ipotesi:
• uso efficiente delle risorse e nuovi modelli di consumo con una bassa domanda di risorse
• uso di energie rinnovabili
• percorsi globali di trasformazione verso lo sviluppo sostenibile.
Ebbene, l'aumento più rapido previsto per il 2024 della concentrazione di CO2 è ben al di sopra di tutti e tre gli scenari compatibili con +1,5° C.
Ora, l’aumento previsto per il 2024 è dovuto principalmente a
• uso dei combustibili fossili
• uso del suolo
• produzione di cemento
• deforestazione
• El Niño
Sicuramente l’azione del Niño, quel fenomeno di pronunciato riscaldamento delle acque superficiali dell’Oceano Pacifico equatoriale, si fa sentire in tutto il Pianeta a ha il suo peso. Ma è un effetto temporaneo, e soprattutto, anche scorporando tale effetto, bastano le emissioni dovute all’uomo (‘El hombre’, per rimanere allo spagnolo) per farci sforare. Il Met Office calcola che, considerando lo scenario IPCC della bassa domanda, “l'aumento medio annuo di CO2 negli anni 2020 dovrebbe essere inferiore alla metà di quello previsto per il 2024”.
Gli aumenti a lungo termine della CO2, sottolinea l’ente meteorologico, “sono interamente il risultato delle emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera causate dall'uomo”.
Come si può fare? La ricetta è chiara e la cura la conosciamo: tagli immediati e sostanziali delle emissioni globali di CO2. Servono insomma impegni ben superiori a quelli presi finora, non da ultimo nella più recente edizione della Cop 28, tenutasi a dicembre a Dubai, iniziata tra le polemiche per la sua presidenza nelle mani di un petroliere e chiusa tra le polemiche per i tiepidi accordi che ne sono scaturiti.
Ma soprattutto, conferma l’analisi del Met Office, servono azioni concrete.