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Napoli

L'ultimo saluto a Luciano De Crescenzo

Nella Basilica di Santa Chiara presenti tutti gli amici e colleghi con i quali "l'ingegnere filosofo" ha condiviso gran parte della sua carriera, da Renzo Arbore a Marisa Laurito. "Fu minacciato dalla camorra".

(Foto Adnkronos)
(Foto Adnkronos)
20 luglio 2019 | 12.03
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Un lungo applauso ha salutato l'arrivo del feretro di Luciano De Crescenzo nella Basilica di Santa Chiara, a Napoli, dove sono in corso i funerali dello scrittore e regista napoletano morto giovedì a Roma. Nella grande chiesa del centro storico napoletano sono presenti tutti gli amici e colleghi con i quali De Crescenzo ha condiviso gran parte della sua carriera, da Renzo Arbore a Marisa Laurito, tutti intervenuti per salutare "l'ingegnere filosofo".

"Luciano De Crescenzo ha sempre sottolineato con importanza e passione il suo essere napoletano. Diceva, 'se dovessi rinascere vorrei rinascere napoletano'. Credo che questo sia qualcosa che non solo ci riempie di orgoglio, ma ci fa capire la bellezza delle radici che non dobbiamo mai abbandonare", ha detto padre Giovanni Paolo Bianco, parroco della Basilica di Santa Chiara, nella sua omelia durante la quale ha anche citato versi di 'Era de maggio', canzone classica napoletana che lo stesso De Crescenzo aveva più volte indicato come la sua preferita. "Era uomo che pensava e lasciava pensare - ha aggiunto padre Bianco - ha scritto, ha interpretato e ha saputo dare tanti messaggi anche ai giovani, traduceva in linguaggio semplice quel che scrivevano i grandi pensatori. Vogliamo ricordarlo, al di là del dolore del distacco, per il suo umorismo che oggi dovrebbe farci sorridere. Dobbiamo imparare da questo, l'eredità più bella delle persone che amiamo è portare avanti il suo pensiero, quello che ha saputo dare. In questo è stato un grande maestro".

"Appena si nominava Napoli, Luciano si illuminava. Questa era la parola magica per lui: Napoli". Così REnzo Arbore per i funerali del suo amico. "Ieri mi hanno chiesto qual è stato il momento più felice - ha raccontato - e a bruciapelo ho risposto: quando il Napoli ha vinto lo scudetto. Si festeggiava allo stadio, per strada, ovunque. Era tifosissimo del Napoli, quando giocava non si poteva neanche telefonare, non lo si poteva interrompere un attimo. Era tifosissimo e ha fatto diventare tifosi pure noi". E a chi gli ha chiesto se De Crescenzo avesse qualche scaramanzia particolare, Arbore ha risposto: "Non ci credeva, quando qualcuno glielo chiedeva lui rispondeva: io so' ingegnere". "In chiesa ci si scambia il segno di pace, tu dicevi di essere un uomo d'amore. Luciano, io vorrei che ora il popolo di Napoli si scambiasse un segno d'amore", ha concluso il suo intervento un commosso Arbore che ha ricordato diversi momenti della vita del suo amico e ha citato alcuni aneddoti dei tanti momenti vissuti insieme. "Mi hai fatto tanti regali ma quello che mi hai fatto oggi, l'applauso del tuo popolo, della tua Napoli, è il più bello, quello che ricorderò per tutta la mia vita, che non sarà lunga perché ti devo raggiungere Lucia'", ha sottolineato.

Il Comune di Napoli intitolerà una strada a De Crescenzo. Ne ha parlato l'assessore alla Cultura del Comune di Napoli, Nino Daniele, presente ai funerali con fascia tricolore in rappresentanza del Comune per l'assenza del sindaco Luigi de Magistris, a Palermo per le celebrazioni di Paolo Borsellino. Sarà probabilmente vico Belledonne, ha spiegato Daniele, la strada che sarà intitolata al filosofo, scrittore e regista napoletano: "Proveremo a realizzarlo nonostante il limite dei 10 anni dalla morte, penso che troveremo la disponibilità di tutte le istituzioni che sono preposte a questo". Daniele ha anche annunciato la volontà di "organizzare con tanti suoi amici illustri, ma anche con varie associazioni, un ciclo di attività per continuare subito a trasmettere il suo pensiero, con il tema: la filosofia e la vita che nasce a Napoli".

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