L'esposizione mette insieme quattro istituzioni romane, ma sul Museo pende la spada di Damocle della revoca da parte del Mibac dell'autonomia gestionale
Dai depositi bui del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia emergono le testimonianze archeologiche, gli ex voto e i doni che gli antichi offrivano alle divinità custodi delle nozze e della fertilità maschile e femminile. E' la mostra 'Il ciclo della vita, dalla nascita alla morte', interamente autoprodotta dal Museo, tra i più straordinari d'Italia, che espone oltre settemila reperti nelle sue cinquanta sale e ne custodisce circa centomila nei depositi. Un tesoro inestimabile che grazie a esposizioni come questa, che intreccia i temi della sconfitta della malattia, della vecchiaia, della morte ma anche della nascita e della vita, possono essere fruibili dai visitatori, che fino al 6 ottobre prossimo potranno vedere la mostra inaugurata ieri.
Tra i temi affrontati anche l'intreccio fisiologico dei diversi momenti della vita da un punto di vista sociale, le transizioni da una fase all’altra e le diversità di approccio a seconda del contesto storico nel quale si vive. Un progetto espositivo realizzato dal Museo Etrusco, diretto da Valentino Nizzo, insieme alla Fondazione 'San Camillo-Forlanini' di Roma, dal Museo di Storia della Medicina e dal Polo Museale dell’Università di Roma 'Sapienza', grazie a un accordo di collaborazione stipulato fra le quattro Istituzioni. Le testimonianze archeologiche ci informano che i passaggi fisiologici erano percepiti dalle genti dell’Italia antica come talmente importanti da essere posti sotto la protezione degli dei e sanciti da riti e cerimonie corali.
Intrecciando mondo etrusco-italico e attualità, i due poli estremi del percorso della vita – la nascita e la morte – si fondono nel tema sempre eterno della malattia e della vecchiaia. Una mostra che il Museo di Villa Giulia ha potuto realizzare grazie all'autonomia gestionale di cui gode da due anni. Autonomia che però il ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli, ha annunciato di volere togliere nella imminente riforma del Mibac a quattro Musei: il Castello di Miramare, la Galleria dell'Accademia di Firenze, il Parco dell'Appia Antica e proprio il Museo di Villa Giulia, che nel 2019 festeggia i suoi 130 anni di vita.
Il museo inoltre, vero punto di riferimento a livello mondiale per la storia e l’archeologia dell’Italia preromana - conserva alcune delle opere più rappresentative al mondo della civiltà etrusca come il Sarcofago degli Sposi e l’Apollo di Veio - nelle ultime settimane è risultato tra i vincitori del bando Lazio Innova con un progetto di comunicazione digitale finanziato per circa 1.000.000 di euro e volto a potenziarne esponenzialmente l’attrattività, ricreando virtualmente una rete territoriale estesa a tutto il Lazio, da Vulci ad Alatri.
Il recupero del tempio di Alatri, che sorge in uno dei giardini del Museo, e la sua trasformazione in una 'macchina del tempio', accanto alla realizzazione di un sistema di videoproiezioni notturne d’avanguardia nel cortile centrale della villa sono alcuni dei progetti che questi fondi dovrebbero consentire di concretizzare. Tutti i ricavi e i fondi stanziati dal Mibac sono stati investiti in interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria del Museo, volti a migliorare l’accessibilità, la sicurezza e la fruizione delle ville (Villa Giulia e Villa Poniatowski) e delle collezioni in esse conservate. Per l’anno in corso sono in cantiere circa 600.000 euro di interventi volti al recupero e alla razionalizzazione di molti spazi del museo divenuti negli anni inaccessibili, per consentire la fruizione al pubblico e agli studiosi in piena sicurezza degli archivi e della biblioteca dell’istituto.
Con gli stessi fondi saranno recuperate la caffetteria dell’Aranciera, sarà ampliato il laboratorio di restauro con uno spazio aperto alla fruizione del pubblico e sarà reso accessibile ai disabili il ninfeo di Villa Giulia, che come ogni anno anche il prossimo 4 luglio ospiterà la serata finale del Premio Strega.