Ancora un restauro portato a termine. L'affresco dell''Adone ferito', dall’omonima casa pompeiana di via di Mercurio, è stato restituito alla sua originaria bellezza a seguito dei recenti interventi di restauro. Il recupero è stato possibile grazie ai contributi del ricavato delle vendite del libro di Alberto Angela 'I tre giorni di Pompei', edito da Rizzoli e messi a disposizione dall’autore e dalla casa editrice.
Una forma di sponsorizzazione privata che ancora una volta contribuisce alle attività di salvaguardia e valorizzazione del sito archeologico.
Il restauro, durato 3 mesi, ha avuto un costo di circa 20mila euro e ha interessato tutta la parete dipinta collocata nel piccolo giardino delimitato da un porticato a due bracci. L’ affresco, per quanto dotato di apposita copertura, presentava distacchi dal supporto murario, sollevamento della pellicola pittorica e presenza di sali, e necessitava pertanto di un intervento di consolidamento generale.
Si tratta di una meravigliosa megalografia di IV stile, raro esempio rinvenuto a Pompei, raffigurante l’Adone morente tra le braccia di Afrodite, al centro dei due gruppi statuari di Chirone e Achille. L’avvincente mito è intriso del concetto di Amore e Morte: Adone viene ferito fatalmente da un cinghiale scatenatogli contro da Ares geloso della sua amante Afrodite, innamoratosi del bel giovane.
La Domus, nota un tempo anche come casa della Toeletta di Ermafrodito (dall’affresco posto in uno dei cubicola (stanze da letto), venne messa in luce tra il 1838 e il 1839. L’intera casa sarà interessata da ulteriori interventi di restauro degli apparati decorativi e riaprirà al pubblico al termine dei lavori, attualmente in corso, per la messa in sicurezza di tutta la Regio VI nella quale è ubicata la Domus, e dei lavori di realizzazione del percorso 'Pompei per tutti', (itinerario facilitato per persone con difficoltà motorie), in opera nell’area antistante la casa ed entrambi previsti dal Grande Progetto Pompei.
I lavori sono stati eseguiti dall'Officina del Restauro di Francesco Esposito e Diego Ferrara, con la direzione dei lavori di Fabio Galeandro e quella operativa di Manuela Valentini. Il responsabile unico del procedimento è Ernesto de Carolis.