Nell'atto di citazione contro L'Espresso, visionato dall'Adnkronos, attraverso i suoi legali Angelo Becciu torna sul caso di Cecilia Marogna, arrestata a Milano ed oggi ai domicilari. Nell'atto si legge come "la strategia diffamatoria e denigratoria azionata dai convenuti trova ulteriore terreno fertile" in alcuni articoli dell'Espresso.
In particolare, "i predetti articoli, come del resto quelli pregressi, presentano una incisiva carica lesiva dell’immagine e del decoro dell’attore, soprattutto nella parte in cui si paventa una imprecisata ed asserita associazione a delinquere coinvolgente la figura dell’attore nonché una, alquanto, non precisata e non definita relazione dello stesso con la Sig.ra Cecilia Marogna".
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Nell'atto di citazione i legali di Becciu fanno presente come negli articoli non si "allegano o si offrono alcun elemento di prova in relazione al ruolo che la signora Cecilia Marogna avrebbe tenuto '…nella strategia attuata dal cardinale Becciu nei confronti degli attori internazionali…'. Nello specifico - continua l'atto - sulla Marogna nelle ultime settimane, alcuni giornali hanno cercato di ricostruire il suo ruolo all’interno dello Stato della Città del Vaticano (...) ove si rappresenta che i bonifici disposti a Cecilia Marogna dalla Segreteria di Stato erano destinati a finalità umanitarie". Nell’articolo di stampa - conclude l'avvocato di Becciu - "giammai si fa riferimento al ruolo che avrebbe asseritamente avuto l’attore, bensì – in generale – alla Segreteria di Stato, senza, quindi, che possa emergere un presunto coinvolgimento dell’attore nella predetta vicenda".
"PAPA AVEVA COPIA ESPRESSO NON ANCORA USCITO" - "Abbiamo sopra evidenziato gli elementi da cui ricavare questa conclusione, che indicano con assoluta certezza come, prima che il settimanale 'l'Espresso' uscisse in edicola, una copia con le accuse nei confronti dell'attore fosse stata recapitata al Santo Padre, ed era la copia che costui aveva in mano al momento dell'udienza papale del 24.09.2020 ed al momento del 'licenziamento'", si legge ancora nell'atto di citazione contro il settimanale.
Secondo quanto il legale scrive nel documento, "la presentazione al Santo Padre dell'articolo poi apparso sul settimanale 'l'Espresso' in data 27.09.2020, e dei fatti in esso contenuti, ha costituito la causa della richiesta di dimissioni da parte dell'attore".
"TANTI GLI CHIESERO SE ACCUSATO DI CRIMINI SESSUALI" - La mattina successiva all'udienza nella quale fu 'dimissionato' da Papa Francesco, il cardinale Angelo Becciu ha ricevuto "numerose telefonate da persone che gli chiedevano se fosse stato accusato di crimini sessuali, questa circostanza lo turbò molto ed ha deciso di indire una conferenza stampa", recita ancora l'atto.
Nel documento il legale ricorda anche che "all'esito dell'udienza del 24.09.2020, il Santo Padre chiedeva all'attore di rinunciare all'Ufficio di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, privandolo dei diritti cardinalizi", sottolineando come "la sanzione inflitta all'odierno attore è assimilabile a quella in passato inflitta ad altri due cardinali", entrambi "accusati di aver commesso crimini sessuali: il Card. Keith Michael Patrick O'Brien, che nel 2013 ammise le proprie colpe e rinunciò ai diritti connessi al ed il Card. Theodore Edgar McCarrick, che nel 2018 subì la privazione dei diritti connessi al cardinalato e del titolo di cardinale a seguito di regolare processo".
"AL FRATELLO POCHI LAVORI E NON REMUNERATIVI" - "Le poche attività commissionate a Francesco Becciu - si legge ancora - non sono state di certo remunerative per quest'ultimo e che, in ogni caso, sebbene le stesse avrebbero potuto essere affidate anche ad altri soggetti, l'attore ha preferito rivolgersi al fratello in virtù del rapporto di fiducia esistente, senza che ciò abbia comunque comportato per la Santa Sede il pagamento di corrispettivi maggiori".
In particolare, l'atto fa riferimento all'accusa rivolta all'ex numero due della Segreteria di Stato di aver posto in essere un 'affidamento diretto', quando rivestiva l'incarico di Nunzio Apostolico, nei confronti del fratello Francesco, titolare di una ditta di falegnameria, che, scriveva il settimanale, "avrebbe arredato e ammodernato numerose chiese in Angola e a Cuba...". "Da un punto di vista economico, per il fratello Francesco non è stato assolutamente conveniente", si sottolinea nell'atto di citazione.
"MAI FIUMI DI DENARO CON BIRRIFICIO" - "La società Angel's Srl è stata costituita il 17.12.2018 (20 mesi prima dell'articolo apparso sul settimanale l'Espresso del 27.09.2020)" e "non ha mai prodotto nulla e che non ha mai maneggiato 'fiumi di contanti' come i convenuti vorrebbero far credere". Anzi, "grazie alla campagna di 'killeraggio mediatico' posta in essere dai convenuti in relazione al progetto di cui si discute, l'attività della Angel's spa non è più proseguita, con notevole danno per la società la quale, tra l'altro, non ha potuto realizzare almeno per il momento, il programma di inclusione dei soggetti fragili e disagiati così come previsto nel progetto", sottolinea il documento.
"Per quanto concerne la commercializzazione e distribuzione del prodotto che, lo si rammenta, consiste in un solo lotto di soli 1200 lt. di birra - prosegue il documento -, la stessa è stata bloccata dalla pandemia di COVID-19 che, a partire dal mese di marzo 2020, affligge il nostro paese e, ad oggi, non ha certamente arricchito le casse della Angel's, come si evince dall'allegato elenco di movimentazioni del prodotto (doc. 31 - elenco movimentazioni birra Pollicina); in definitiva, l'operatività dell'azienda è stata solo di alcuni mesi, e nient'altro. Come i convenuti abbiamo potuto dichiarare ed affermare in merito agli asseriti fiumi di denaro e flussi di liquidità, solo il Signore lo sa".
"OK PROGETTI CARITAS OZIERI DA BAGNASCO, NO FONDI A FRATELLO TONINO" - "Sia i contributi erogati dalla Cei che quelli erogati dalla Segreteria di Stato sono stati concessi in favore della Caritas di Ozieri e quest'ultima, unitamente al Vescovo di Ozieri, ha deciso come distribuirli sul proprio territorio. I contributi erogati dalla Cei sono stati utilizzati per le destinazioni previste. Dunque, non vi è stata alcuna, né diretta né indiretta elargizione di somme in favore di Antonino Becciu", recita ancora l'atto visionato da Adnkronos.
In particolare, nell'atto si spiega che "non corrisponde al vero quanto maliziosamente sostenuto dai convenuti, ossia che la cooperativa Spes apparterrebbe a Tonino Becciu, fratello dell'attore", visto che la cooperativa "è amministrata da un Consiglio di Amministrazione composto da tre membri". "I progetti di cui si discute - prosegue il documento - sono stati presentati alla Cei dalla Caritas diocesana di Ozieri, e sono stati regolarmente valutati e approvati dalla preposta commissione, nonché dal Presidente del predetto Ente, Sua E.R. Card. Angelo Bagnasco".
"Per quanto concerne, invece, il contributo erogato dalla Segreteria di Stato in favore della Diocesi di Ozieri, giova evidenziare che ogni anno è a disposizione del Sostituto della Segreteria di Stato una somma destinata alle opere di carità, da distribuire discrezionalmente tra una lista di richieste che viene sottoposta all'attenzione del predetto dai propri collaboratori".
"UNICI CONTATTI CON CRASSO PER INVESTIMENTO NON ANDATO A BUON FINE" - "Gli unici contatti tra l'attore ed Enrico Crasso sono intervenuti nell'ambito della verifica dell'operazione di investimento dei fondi della Santa Sede nel petrolio angolano proposta da Mosquito nel 2012, non andata a buon fine, di cui si dirà meglio in seguito e, conseguentemente, la totale estraneità dell'attore rispetto agli investimenti vaticani cui si fa riferimento nell'articolo apparso su l'Espresso", si legge ancora nell'atto.
Crasso, si sottolinea nel documento, "ha svolto la funzione di consulente economico, della Segreteria di Stato e della Commissione Finanziaria Interna Economica per più di vent'anni e, dunque, appartiene ad un gruppo di consulenti economici che collaborava con la Santa Sede ben prima della Sua nomina a Sostituto della Segreteria di Stato, avvenuta nel 2011 sotto il pontificato di Benedetto XVI".
"NO SPECULAZIONI CON OBOLO SAN PIETRO, LO CONFERMA ANCHE GALANTINO" - "Le somme destinate alla 'speculazione immobiliare e finanziaria' richiamata dall'articolo apparso sul settimanale l'Espresso in data 27.09.2020, di cui si dirà meglio in seguito, nulla hanno a che vedere - si legge nell'atto di citazione - con l'Obolo di San Pietro, come i convenuti vorrebbero lasciar intendere, trattandosi di somme provenienti dal fondo di riserva della Segreteria di Stato, come confermato anche dal Vescovo Nunzio Galantino, presidente dell'Apsa, in occasione dell'intervista rilasciata al quotidiano 'Avvenire' in data 31.10.2020".
"ESCLUSO DA CONCLAVE, A RISCHIO VALIDITÀ ELEZIONE NUOVO PAPA" - L'esclusione del cardinale Angelo Becciu "da un Conclave - recita ancora il documento visionato da Adnkronos - potrebbe comportare la contestazione della validità dell'elezione del Santo Padre, con tutte le implicazioni dottrinali che ne potrebbero derivare, così come le divisioni all'interno della Chiesa che potrebbero generarsi, senza contare i gravi problemi finanziari che l'indizione di un secondo Conclave provocherebbe, trattandosi di una procedura molto dispendiosa per la Santa Sede".
Nell'atto si circostanzia il danno derivato a Becciu dalla privazione dei diritti connessi al cardinalato: innanzitutto quello di non poter partecipare ad un Conclave ed eleggere il Papa, "senza contare le conseguenze negative che potrebbero derivare per la Chiesa universale e per il mondo intero dalla sua mancata partecipazione ad un evento di tale portata, stante l'importanza della figura del Santo Padre sullo scenario mondiale e considerato che un elettore può incidere all'interno del Conclave sull'orientamento dei confratelli per l'elezione".
Oltre a ciò, "l'odierno attore è stato privato del diritto di partecipare ai Concistori, ossia tutte le riunioni specifiche dei Cardinali ove vengono assunte decisioni importanti per la vita della Chiesa. Le dimissioni dalla carica di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi hanno privato l'attore della propria attività lavorativa, costringendolo a trascorrere le proprie giornate senza poter impiegare in modo proficuo le proprie capacità, con la conseguenza che il medesimo oggi non costituisce più il punto di riferimento amministrativo e morale dei ben 28 funzionari del Dicastero. Non solo. L'odierno attore è stato privato della responsabilità e dell'onore di presiedere le liturgie di beatificazione, che sono prerogativa del Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, e non può partecipare alle Riunioni Interdicasteriali, vale a dire dalle Riunioni di tutti i Capi Dicastero del Vaticano con il Santo Padre, ove si assumono decisioni a carattere programmatico e politico per la Chiesa tutta e ove si analizzano situazioni di crisi della Chiesa Universale".
"ISOLATO DOPO DIMISSIONI, GLI E' CROLLATO IL MONDO ADDOSSO" - "All'esito dell'udienza con il Santo Padre" nella quale è stato dimissionato, il cardinale Angelo Becciu "si è visto crollare il mondo addosso: dopo ben cinquant'anni di onorato servizio ecclesiale, svolto in diverse parti del mondo, nel corso del quale giammai aveva ricevuto alcuna minima accusa in merito alla propria vita personale - e, anzi, ha sempre ricevuto, solo ed esclusivamente, manifestazioni di affetto e stima - attraverso i media veniva presentato agli occhi del mondo come un 'ladro', un 'corrotto', un 'affarista'", spiega quindi l'atto depositato al tribunale civile di Sassari.
La "rilevanza mediatica mondiale delle notizie" sul caso ha avuto conseguenze "fisicamente ed emotivamente devastanti" sull'ex sostituto alla Segreteria di Stato, si legge ne documento; "ha iniziato a soffrire d'insonnia e di inappetenza e, quotidianamente, si sente come se stesse vivendo qualcosa di surreale, tanto da dover ricorrere alle cure di uno psico-terapeuta". "Oltre a ciò - si sottolinea - nessuno invita più l'attore a presiedere celebrazioni solenni, molti fedeli non usufruiscono più del suo servizio sacerdotale e, all'interno del Vaticano, fa vita isolata".
LEGALE BECCIU CHIEDE PERIZIA: "ARTICOLO SU DIMISSIONI SCRITTO 7 ORE PRIMA INCONTRO PAPA" - Una consulenza tecnica d'ufficio informatica "finalizzata ad appurare, mediante l'analisi dei codici sorgente, l'esatto momento temporale di caricamento / pubblicazione - e successive modificazioni - dei contributi apparsi sul portale de L'Espresso, con decorrenza dal 24 settembre 2020". Questo si chiede nell'atto di citazione.
A motivare la richiesta la scoperta "casuale" di una circostanza da parte dell'ex sostituto: "Caso ha voluto - si legge nella citazione - che Becciu, a seguito della segnalazione da parte di un amico, abbia addirittura scoperto che l'articolo apparso su l'Espresso online in data 25.09.2020 dal titolo 'Ecco perché il cardinale Becciu si è dimesso. Soldi dei poveri al fratello e offshore: le carte dello scandalo. E il Papa chiede pulizia', è stato creato in data 24.09.2020 alle ore 10 e 12 minuti, quindi con 7 ore e 48 minuti di anticipo rispetto all'incontro dell'attore con il Santo Padre delle ore 18.02. In pratica, i convenuti avevano dimissionato l'attore prima ancora che il Santo Padre gli avesse chiesto di rassegnare le dimissioni".
"RAPPORTI CON PAPA OTTIMI FINO A OPERAZIONE KILLERAGGIO MEDIATICO" - Il cardinale Angelo Becciu sarebbe stato vittima di "una deprecabile operazione di 'killeraggio mediatico'" tesa all'annientamento della sua reputazione, che avrebbe turbato i rapporti con il Papa, fino a quel momento "ottimi", sottolinea quindi l'atto visionato da Adnkronos.
Becciu, si legge nel documento, "ha sempre svolto la propria attività pastorale, diplomatica e curiale in attuazione dei principi, dei valori e dei paradigmi di Santa Romana Chiesa, senza mai in 50 anni di attività aver dato motivi di rilievo alcuno, tant'è che nessuno ha mai avuto nulla da ridire né su di lui, né sui suoi familiari". Anche "nei 7 anni di suo operato quale Sostituto della Segreteria di Stato, l'attore ha onorato la propria carica senza mai ricevere nessun rilievo; anzi, i rapporti con il Santo Padre erano ottimi".
Quanto alle "presunte gravi accuse di cui si discute che riguardano operazioni complesse per loro natura e che si collocano all'interno di una realtà in cui operavano moltissime persone", continua il documento "ci si chiede allora come sia possibile che, in tanti anni, nessuno se ne sia mai accorto".