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Toti, nuovo arresto: è accusato di finanziamento illecito

L'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Divieto di comunicare per il governatore della Liguria: "Non preoccupato, stupito da tempistica". Csm apre pratica su caso

Giovanni Toti - (Fotogramma)
Giovanni Toti - (Fotogramma)
18 luglio 2024 | 14.05
LETTURA: 6 minuti

Nuova ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per il governatore ligure Giovanni Toti, già ai domiciliari dal 7 maggio per corruzione, con l’accusa di violazione alla legge sul finanziamento di partiti in relazione a 50mila euro che sarebbero stati versati da Esselunga alla tv genovese Primocanale per le elezioni comunali del 2022 poi vinte dall’attuale sindaco Marco Bucci, non indagato.

L'accusa

Secondo la procura di Genova, gran parte di quei fondi furono utilizzati per pagare spot elettorali del comitato Toti per Bucci, il candidato poi eletto primo cittadino. Il provvedimento, notificato stamane nella casa di Ameglia, non prolunga gli arresti domiciliari per il governatore che ‘scadrebbero’ a inizio novembre.

Nuovo interrogatorio domani, salta incontro con Salvini

“Le esigenze relative al nuovo interrogatorio di garanzia, fissato per domani, ci costringono a rivedere il calendario degli incontri previsti dal presidente Toti, in particolare quello con il vice presidente del Consiglio Matteo Salvini, che sarà posticipato ovvero, data la fittissima agenda di impegni istituzionali, potrebbe svolgersi in remoto, ove i magistrati lo consentano tenuto conto degli impegni dell’alta carica istituzionale”, rende noto l’avvocato Stefano Savi che difende il governatore ligure.

Per Toti divieto di comunicare

La nuova misura cautelare prevede il divieto "di comunicare con persone diverse da congiunti o familiari conviventi come unica misura adeguata a svolgere una efficace funzione cautelare - dovendo ritenersi del tutto inadeguata l'applicazione di altre misure cautelari - nonché proporzionata alla notevole gravità dei fatti". Una decisione presa dalla giudice di Genova Paola Faggioni, la stessa che ha firmato la prima ordinanza e che autorizza le istanze della difesa di Toti al quale da settimane vengono concessi incontri politici.

Toti: "Non preoccupato da nuovo arresto, stupito da tempistica"

“La nuova misura cautelare notificata oggi al presidente Toti non modifica, a nostro avviso, lo stato di fatto e di diritto relativo all’inchiesta. In particolare stupisce la tempistica della stessa, visto che non incide sullo stato di Toti, già agli arresti domiciliari da oltre due mesi”, rende noto il difensore Stefano Savi.

“Nel merito, le nuove accuse appaiono corollario all’interpretazione accusatoria della precedente ordinanza, senza aggiungere nulla di nuovo: gli ‘interessamenti’ di cui si reiterano le accuse, come emerge dagli stessi atti investigativi, altro non sono che legittima attività poltica di collegamento tra una azienda e gli uffici preposti di Regione al fine di meglio comprendere le esigenze dell’Ente e le relative integrazioni” aggiunge il legale.

L'ordinanza

"E' evidente la permanenza e attualità del pericolo che l'indagato possa reiterare analoghe condotte - peraltro ritenute pienamente legittime e corrette dal predetto - tenuto conto anche del fatto che nel 2025 sono calendarizzate le elezioni regionali e che la campagna per la raccolta dei fondi è già iniziata", si legge in uno dei passaggi dell'ordinanza con cui il gip di Genova motiva le esigenze cautelari (arresti domiciliari) nei confronti del governatore ligure.

Per la giudice, la stessa che ha firmato la prima ordinanza, gli ultimi sviluppi investigativi "rendono nuovamente attuali anche le esigenze cautelari, stante il pericolo di inquinamento probatorio in ragione del pericolo che l'indagato, ove non sottoposto ad alcun vincolo cautelare, si ponga ni contatto con altri indagati per elaborare una strategia comune o che, sfruttando l'influenza derivante dalle funzioni svolte, contatti altre persone in grado di fornire circostanze utili ai fini di una conveniente ricostruzione delle nuove condotte criminose emerse". La gip ritiene che, "tenuto conto della gravità delle condotte, e della conseguente strumentalizzazione della propria funzione pubblica per il perseguimento di interessi personalistici", la misura dei domiciliari "sia proporzionata alla gravità dei fatti".

Il pericolo di reiterazione "si configura vieppiù concreto" considerando che Toti "continua tuttora a rivestire le medesime funzioni e le cariche pubblicistiche, con conseguente possibilità che le stesse vengano nuovamente messe al servizio di interessi privati in cambio di finanziamenti. Al riguardo, è anche particolarmente significativo il fatto che, nel corso delle indagini, erano emerse, da parte di Moncada, richieste di interessamento a Toti anche in relazione ad ulteriori pratiche amministrative coinvolgenti competenze regionali e, in particolare, in relazione all'apertura di ulteriori punti vendita Esselunga a Savona e Rapallo. Rimane, pertanto, il pericolo concreto che l'indagato possa continuare ad agevolare gli interessi di tali gruppi imprenditoriali" conclude la gip Faggioni.

Gip su Toti: "Finanziamento illecito di 55mila euro per sostenere Bucci"

E' di oltre 50mila euro il presunto finanziamento illecito su cui ha indagato la procura di Genova e che ha portato oggi la giudice Faggioni a una nuova misura cautelare. Nel capo di imputazione - si tratta di episodi già presenti nella prima ordinanza - si accusa Toti in concorso con Matteo Cozzani in qualità di capo di gabinetto del presidente della Regione Liguria e Maurizio Rossi rappresentante legale di Terrazza Colombo srl e di Ptv programmazioni televisive srl (entrambi indagati) di aver ricevuto da Francesco Moncada, (allora consigliere di amministrazione di Esselunga) "un finanziamento rappresentato da 5.560 passaggi elettorali pubblicitari a favore del candidato sindaco Marco Bucci (non indagato) per le comunali del giugno del 2022 del valore di circa 55.600 euro".

"Passaggi materialmente erogati da Ptv spa ma offerti da Esselunga spa in modo occulto e cioè senza alcuna delibera da parte dell'organo sociale competente, senza una regolare iscrizione a bilancio e senza procedere ad alcuna dichiarazione congiunta - si legge nel provvedimento -. In particolare, Moncada, in accordo con Rossi Cozzani e Toti, prometteva di concludere e poi concludeva un contratto di pubblicità con Maurizio Rossi che formalmente avrebbe dovuto pubblicizzare solo Esselunga ma che, in realtà, avrebbe coperto i costi anche dei passaggi pubblicitari per la campagna elettorale della lista Liguria al centro Toti per Bucci".

Al fine, poi, di poter giustificare i passaggi pubblicitari offerti - dal 26 marzo al 12 maggio del 2022 - dalla società Esselunga per la lista pro Bucci, Rossi stipulava, con il Comitato Giovanni Toti Liguria, quattro contratti che prevedevano la proiezione di un totale di 500 passaggi di una clip al prezzo complessivo di 5.000 euro (costo unitario per singola clip pari a 10 euro), ma, in realtà, "a fronte dei 500 passaggi previsti e contrattualizzati, ne venivano effettuati 6.060 per un valore economico complessivo pari a 60.600 euro". Un finanziamento che avrebbe avuto come contropartita, secondo l'ipotesi accusatoria, un interessamento da parte di Toti per delle nuove aperture di punti vendita Esselunga.

Csm apre pratica su caso Toti, atti anche a Pg

Intanto Il Comitato di Presidenza del Consiglio Superiore della Magistratura ha autorizzato l’apertura della pratica sulla vicenda che riguarda il presidente della Regione Liguria. Il Comitato ha trasmesso la pratica alla prima commissione del Csm ed al Procuratore della Corte di Cassazione per la valutazione di un eventuale provvedimento disciplinare. Trova quindi un primo via libera la richiesta formulata dalle due Consigliere laiche del Csm – Claudia Eccher e Isabella Bertolini – per l’apertura di una pratica disciplinare nei confronti dei giudici del Tribunale del Riesame di Genova, che hanno rigettato la richiesta di revoca degli arresti domiciliari per Toti.

''Con la richiesta di apertura della pratica le due Consigliere laiche hanno sempre sottolineato che l’obiettivo non è mai stato quello di censurare l’attività giurisdizionale dei magistrati - si legge in una nota - ma di valutarne il comportamento in relazione ai richiami etici e alle considerazioni ironiche, che scadono nell’irrisione dell’indagato, contenuti nell’ordinanza del Tribunale del Riesame''.

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