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Strage Palermo, da Barreca nessun pentimento: "Erano vinti dal diavolo"

A riferirlo l'avvocato del 54enne: "E' in uno stato di delirio costante". Il legale della coppia: "Delitto raccapricciante"

Il luogo della strage
Il luogo della strage
21 febbraio 2024 | 16.27
LETTURA: 2 minuti

Nessun segno di pentimento, fino a questo momento. Giovanni Barreca, il muratore di 54 anni arrestato con l'accusa di avere sterminato la famiglia durante un rito di esorcismo ad Altavilla Milicia (Palermo), continua a ribadire che la moglie, Antonella Salamone di 40 anni, e i figli Kevin ed Emanuel, di 16 e 5 anni, sono stati "vinti dal diavolo". A dirlo è stato lo stesso Barreca al suo legale, l'avvocato Giancarlo Barracato, che lo ha incontrato diverse volte.

In carcere ci sono anche Massimo Carandente e Sabrina Fina, oltre alla figlia 17enne di Barreca che è "in uno stato di delirio costante", ha detto all'Adnkronos il legale del 54enne.

"Sono riuscito a vedere entrambi i miei assistiti, sia Sabrina Fina che Massimo Carandente. Hanno fornito la loro versione dei fatti e mi hanno fornito degli spunti da approfondire ma non posso dire altro. Certamente sono sconvolti da quello che è successo. Si deve cercare di capire a fondo la vicenda", ha detto dal canto suo Marco Rocca, legale della coppia, dopo avere lasciato il carcere Pagliarelli di Palermo.

"Sono molto provati da questa situazione. Mi hanno detto che si sono incontrati in quella villetta perché si conoscevano", ha detto ancora Rocca che ha incontrato oggi per la prima volta i suoi assistiti. "Non hanno mai parlato di esorcismo", ha detto ancora Rocca. "Hanno fornito una versione alternativa, diciamo così - ha aggiunto - ma non posso dire altro. Hanno dichiarato che sono stati in quella casa, in determinati frangenti". "Da quello che ho capito il loro era un rapporto di amicizia, nato per caso, forse dai social", ha sottolineato il legale.

I legali di Sabrina Fina e Massimo Carandente, chiamati in un primo momento, gli avvocati Sergio e Vincenzo Sparti, hanno rinunciato sabato al loro mandato. "Ho avuto solo modo di leggere l'ordinanza - aveva detto Rocca prima di entrare un carcere - in modo da capire di cosa stiamo parlando. All'esito della lettura io non ho idea di come siano andati i fatti. Voglio parlare con i due indagati. E' certamente un delitto raccapricciante e voglio capire come sono andate le cose". E sulla rinuncia del mandato dice "c'è anche una pressione mediatica enorme. Io vengo per capire le vicissitudini, vedremo".

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