La donna alla camera ardente con la figlia: "Ci scrivevamo ogni mattina ma agli ultimi messaggi non ha mai risposto"
"Non ci sono più lacrime né parole sono devastata dal dolore. Emanuel era un bambino dolcissimo e allegro, ha partecipato anche alla recita di Natale. La mia nipotina diceva sempre che Emanuel era il suo fidanzatino. Con Antonella ci scrivevamo ogni mattina ma agli ultimi messaggi non ha mai risposto". A parlare è Giuseppa La Cavera, un'amica di Antonella Salamone, la donna di 40 anni uccisa dopo le torture e le sevizie insieme con i due figli, Kevin di 16 anni ed Emanuel di 5 anni. La donna si è recata con la figlia Clelia alla camera ardente ad Altavilla Milicia (Palermo).
"Non me lo so spiegare quello che è successo - dice tra le lacrime - perché non ho la forza, da una settimana non mangio. Sono devastata. Nessun sentore che faceva presagire questa tragedia. Non potevamo aspettarci una cosa del genere. Antonella non ha mai detto nulla di queste cose. Sapevamo che era molto religiosa, come lo siamo tutti noi. Era una famiglia tranquilla. Abbiamo saputo che lui la picchiava dai giornali ma noi non abbiamo mai saputo nulla. Noi ci mandavamo i messaggi la mattina: l’ultimo messaggio il 6 febbraio e lei non mi ha mai risposto".