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Pfizer, esperto Oms: "Errori studi non inficiano sicurezza"

Il fact checker anti fake news Stingi: "Non lo scandalo del secolo, ma testimonianza di superficialità e poca accortezza in piccole procedure"

Afp
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04 novembre 2021 | 13.23
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Sul 'caso Pfizer', "quello che è stato denunciato al Bmj non è lo scandalo del secolo, è la testimonianza di superficialità e poca accortezza in piccole procedure. Non creiamo panico e insicurezza". Così all'Adnkronos Salute Aureliano Stingi, ricercatore in Biologia molecolare e Oncologia genetica e 'fact checker' contro le fake news dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), commenta le accuse di 'falsificazione dei dati' e 'ritardi sul monitoraggio degli effetti collaterali' da parte del gruppo di ricerca Ventavia, incaricato dalla multinazionale Pfizer di valutare, per una piccola parte, l'efficacia del suo vaccino anti-Covid. Una vicenda sulla quale ha puntato il dito un articolo del giornalista investigativo Paul D Thacker, pubblicato sul 'British Medical Journal'.

"Se ci sono errori in un trial clinico vanno denunciati e perseguiti ma attenzione - avverte - anche a non enfatizzare cose che non inficiano la sicurezza del vaccino anti-Covid Pfizer. Sicurezza ed efficacia sono testimoniate dall'Fda, da enormi studi e dalla vita reale, visto anche che il vaccino è stato somministrato a miliardi di persone".

Stingi dettaglia poi la vicenda. "Chiariamo il contesto: Pfizer si avvale di aziende esterne per seguire la mole di studi che porta avanti, questa specie di 'gola profonda' - dice Stingi riferendosi alla dipendente di Ventavia, successivamente licenziata per aver segnalato le irregolarità -ha rivelato alcune imprecisioni ed errori fatti durante lo svolgimento di alcuni trial, 3 per l'esattezza, su centinaia (153) realizzati per Pfizer. I dati di Ventavia corrispondono a 1000 partecipanti su 44mila. Se uno legge la notizia al volo rimane colpito ma se analizza anche le dichiarazioni - sottolinea - vede che si parla di errori procedurali, ad esempio di siringhe buttate in sacchi di plastica e non nel contenitore idoneo; nomi dei pazienti visibili, ritardo di 2 giorni nella comunicazione effetti indesiderati. Diciamo che sono errori che non inficiano l'affidabilità del vaccino".

Ma Pfizer avrebbe dovuto controllare? "Pfizer si appoggia a professionisti riconosciuti e società certificate approvate dalla Fda", risponde Stingi. "Ovviamente Pfizer, nel suo interesse, deve controllare che chi lavora per lei lo faccia bene".

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