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Paolo Brosio e l''abolizione' del Natale: "Come ha fatto Stalin"

"Stiamo affondando nella melma di un'Europa decristianizzata"

Paolo Brosio
Paolo Brosio
25 ottobre 2023 | 14.07
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''Sia la religione ebraica che islamica hanno a cuore la cultura, l'arte e la storia perché amano la conoscenza. Queste abolizioni mi ricordano quelle dello stalinismo perché anche Stalin abolì, in nome del partito comunista, la chiesa e il Natale''. Paolo Brosio attraverso l'Adnkronos si scaglia contro il presidente Renaud Dehousse dell'Università europea di Fiesole (Firenze), che ha deciso che "per ottemperare agli obblighi del 'Piano per l'uguaglianza etnica e razziale dell'Eui', 'l'ex festa Natale' verrà rinominata, per eliminare il riferimento cristiano''. Forse diventerà 'festa di inverno'.

''La scelta di abolire il Natale è una cosa obbrobriosa - continua il giornalista - la religione è cultura sia per chi crede sia per chi non crede. La religione è conoscenza del mondo e delle nostre radici e evita l'odio perché quando tu comprendi le ragioni storiche e culturali di un paese poi lo rispetti''. Per Brosio ''si sta affondando nella melma di una Europa decristianizzata e più ignorante''.

''Mi meraviglio - sottolinea - che questa scelta sia stata presa da professori universitari che vivono a Firenze in una antica badia cristiana cattolica, dovrebbero avere più rispetto del posto in cui risiedono. Con la scusa dell'inclusione vuoi togliere il Dio di tutta l'umanità, il fondamento di milioni di anni di storia. Se continuiamo così arriveremo anche a bruciare 'I promessi sposi' da Alessandro Manzoni perché tutto il filo narrativo si basa sulla provvidenza divina'', conclude Brosio.

(di Alisa Toaff)

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