Studenti delle superiori in aula dal 18 gennaio, in presenza al 50%, fino al 75%. Impianti sciistici chiusi fino al 15 febbraio. Stretta sulla movida: per i bar, stop all'asporto dalle 18
Studenti delle scuole superiori in aula dal 18 gennaio, misure per i bar con ulteriore stretta, impianti di sci chiusi, riapertura condizionate dei musei. Sono alcuni dei punti inseriti nella bozza del nuovo dpcm che dovrebbe entrare in vigore il 16 gennaio e che sarà valido fino al 5 marzo. Le misure indicate nel dpcm che il premier Giuseppe Conte si appresta a firmare comprendono lo stop agli spostamenti tra Regioni fino al 15 febbraio, approvato con il decreto di ieri.
Gli studenti di licei e scuole superiori torneranno sui banchi dal 18 gennaio, in presenza al 50%, fino al 75%. "Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado - si legge infatti nella bozza del dpcm sottoposta alle Regioni - adottano forme flessibili nell'organizzazione dell'attività didattica ai sensi degli articoli 4 e 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, in modo che il 100 per cento delle attività siano svolte tramite il ricorso alla didattica digitale integrata e che, a decorrere dal 187 gennaio 2021, almeno al 50 per cento e fino ad una massimo del 75 per cento della popolazione studentesca delle predette istituzioni sia garantita l’attività didattica in presenza. La restante parte dell’attività didattica è svolta tramite il ricorso alla didattica a distanza".
Le Università, "in base all'andamento del quadro epidemiologico, predispongono piani di organizzazione della didattica e delle attività curriculari, da svolgersi a distanza o in presenza" secondo le "esigenze di sicurezza sanitaria nel rispetto delle linee guida del Ministero dell’università e della ricerca" e "ferme restando le attività che devono necessariamente svolgersi in presenza".
Gli impianti sciistici continueranno a restare chiusi, fino al 15 febbraio, secondo la bozza del dpcm che entrerà in vigore dal 16 gennaio. Nel testo si precisa che dal 15 febbraio potranno aprire gli impianti "solo subordinatamente all'adozione di apposite linee guida da parte della Conferenza delle Regioni e delle province autonome e validate dal Comitato tecnico scientifico, rivolte ad evitare aggregazioni di persone e, in genere, assembramenti".
Stretta sulla movida confermata nella bozza del dpcm. Per bar, enoteche ed altre attività commerciali che vendono bevande e alcolici scatta infatti il divieto di vendita da asporto alle 18. "Per i soggetti che svolgono come attività prevalente una di quelle identificate dai codici Ateco 56.3 e 47.25 (bar e esercizi specializzati nella vendita al dettaglio di bevande e alcolici, ndr) - si legge nel testo - l'asporto è consentito esclusivamente fino alle 18".
Nella bozza sono indicati anche i criteri per l'individuazione delle zone bianche, in cui adottare misure più soft. "Con ordinanza del Ministro della salute, adottata ai sensi del comma 16-bis del decreto-legge n. 33 del 2020 sono individuate le regioni che si collocano in uno scenario di tipo 1 e con un livello di rischio basso, ove nel relativo territorio si manifesti una incidenza settimanale dei contagi, per tre settimane consecutive, inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti, all’interno delle quali cessano di applicarsi le misure di cui all’articolo 1, e le attività sono disciplinate dai protocolli allegati al presente decreto", spiega il testo: decisiva, quindi, l'incidenza per un periodo di 3 settimane.
"Il servizio di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura" è assicurato a patto che "garantiscano modalità di fruizione contingentata o comunque tali da evitare assembramenti di persone e da consentire che i visitatori possano rispettare la distanza tra loro di almeno un metro". "Sono altresì aperte al pubblico le mostre, alle medesime condizioni previste dalla presente lettera per musei e istituti e luoghi della cultura", si specifica nel testo.
A quanto apprende l'Adnkronos, durante il Consiglio dei ministri si è deciso di sbloccare i concorsi pubblici in presenza, ma per un massimo di 30 partecipanti per sessione. Il protocollo dovrà essere inoltre autorizzato dalla Funzione pubblica e dal Cts. Lo riferiscono autorevoli fonti di governo. A proporre il ritorno ai concorsi pubblici in presenza, seppur in sessioni contenute per numero di partecipanti, le ministre M5S Fabiana Dadone e Lucia Azzolina. Che subito hanno trovato il sostegno di tutte le forze di maggioranza. La misura entrerà nel dpcm.