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Mascherine all'aperto via dal 28 giugno, la reazione degli esperti

La decisione del governo, dopo il parere del Cts. L'invito di tutti è, comunque, quello di mantenersi prudenti e non rileggere lo stop alla misura come un 'liberi tutti'

(Fotogramma/Ipa)
(Fotogramma/Ipa)
22 giugno 2021 | 19.00
LETTURA: 3 minuti

Non sarà più obbligatorio dal 28 giugno prossimo indossare le mascherine all'aperto a meno di assembramenti. La decisione del governo, dopo il parere del Comitato tecnico scientifico. Ecco cosa ne pensano i maggiori esperti.

Bassetti

"Sullo stop all'obbligo delle mascherine all'aperto e sul non fare terrorismo sulle varianti, come leggo oggi la Viola in un'intervista, vedo che molti colleghi sono diventati 'bassettiani'" dice all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova. "Bene, mi piace perché vuol dire che era quello più corretto".

Pregliasco

"Non c'è una scientificità rispetto a quando far scattare" l'addio all'obbligo di indossare le mascherine all'aperto. "Complessivamente non è male che si sia arrivati a questo", a una data - il 28 giugno - che segna un nuovo corso. "Vediamolo come uno step, un passaggio in cui bisogna essere ancora un po' prudenti e non considerarlo un liberi tutti". E' il monito del virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell'università degli Studi di Milano. Anche per l'esperto, come per altri specialisti, la mascherina non va considerata come una battaglia di libertà: "Qui c'è un problema di sanità pubblica e di esigenza di un'attenzione perché la libertà di ognuno finisce dove inizia quella dell'altro", dichiara all'Adnkronos Salute.

Clerici

"Ho detto di non capire la fretta di togliere l'obbligo di mascherina, visto che ci siamo sempre mossi sulla linea dell'estrema cautela. Ma ho anche detto che toglierla all'aperto", come si prospetta di fare dal 28 giugno in zona bianca, "da un punto di vista del rischio attuale si può fare. Le persone stanno già abbassando questa protezione in certe circostanze, per esempio al mare, e si può pensare di aprire questa nuova fase con cautela. Sarei più cauto a pensare di allentare l'obbligo al chiuso". A pensarlo è Mario Clerici, docente di immunologia dell'università degli Studi di Milano e direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi. "Abbiamo vaccinato già 40 milioni di persone con almeno una dose e quasi 20 con doppia dose e i raggi solari ammazzano il virus all'aperto in estate. Quindi sì, è fattibile togliere le mascherine quando si sta in contesti aperti - ammette - Purché non si viva proprio come un liberi tutti, togliamo queste protezioni e torniamo a guardarci in viso, che è piacevole. Ma non altrettanto, a mio avviso, sono maturi i tempi per farlo in luoghi chiusi".

Ricciardi

"Togliere le mascherine all'aperto si può fare, attenendosi però alla formulazione proposta dal Cts ovvero: portandole sempre con sé e utilizzandole quando si accorciano le distanze dagli altri. Assolutamente non si può buttarle via, ancora ci servono". Lo sostiene Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute per l'emergenza coronavirus e docente di Igiene all'università Cattolica di Roma. "Il distanziamento - spiega all'Adnkronos Salute il consulente di Speranza - resta sempre un cardine per la sicurezza, insieme al lavaggio delle mani e alla vaccinazione. Ma c'è una variante molto contagiosa, quella indiana, che ormai circola anche nel nostro Paese. E quindi non sempre si può garantire la distanza di sicurezza. In quest'ottica le indicazioni del Cts sono quelle giuste: tenerla sempre con sé in tasca, usarla sempre negli spazi chiusi, in particolare nei mezzi di trasporto, nelle strutture sanitarie e in tutte le circostanze in cui non è garantita la distanza".

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