"Un solo incidente mortale dall'inizio del progetto Life Ursus"
E' in corso la manifestazione degli animalisti davanti al Centro Vivaistico Forestale Casteller, dove si trovano gli orsi Jj4 e M49 ritenuti pericolosi per l'uomo. Nella zona, presidiata dai poliziotti anche in assetto di ordine pubblico, non si sono riscontrate al momento tensioni. Circa 500 le persone arrivate a Trento da varie parti d'Italia per la protesta organizzata dagli attivisti della Campagna 'StopCasteller'. "Quello che sta succedendo a JJ4, compresa l'idea della deportazione in massa, è la reazione assolutamente sproporzionata - commentano gli attivisti di Assemblea Antispecista e Collettivo Scobi - che viene promossa dai politici nei confronti degli orsi trentini. Non ha alcun senso e non è sostenuta dai dati".
"A fronte di un solo incidente mortale dall'inizio del progetto Life Ursus, nel 2022 in Italia sono morte oltre 500 persone per incidenti in montagna legati ad escursionismo e alpinismo. 57 i feriti e 22 i morti a causa dell'attivitá venatoria nella stagione 22/23. Sempre in Italia nel 2022 sono 1500 i morti per incidenti stradali ma non ci sembra che nessuno veda un problema nell'utilizzo dell'automobile. Ogni anno ci sono anche morti "causate" da bovini in incidenti sul lavoro per chi lavora con le mandrie in allevamenti o fattorie, ma nessuno si sogna di farne un problema di sicurezza per l'incolumità umana. Perché? Perché questi animali sono utili e sfruttabili, mentre gli orsi non lo sono. Gli orsi obiettivamente non rappresentano una minaccia per la nostra civiltà e non sono certamente una calamità naturale da affidare alla protezione civile".
"La strategia della paura è stata bensì creata e montata ad arte dai politici per servire le lobby degli allevatori che vogliono essere i veri signori e padroni dei boschi. Si vuole processare un'orsa che non ha colpe per il tragico incidente avvenuto sul monte Peller - continuano - Incidente che poteva essere evitato se ci fosse stata la volontà politica. Così come potranno essere evitati incidenti simili in futuro se sarà avviato un programma di educazione della popolazione, se ci sarà monitoraggio e se ci sarà collaborazione per la creazione di corridoi faunistici che consentano agli orsi di spostarsi su tutto l'arco alpino. La gestione del progetto Life Ursus, che dal punto di vista del ripopolamento è stato un successo, deve essere affidata a esperti sì, ma non a esperti esecutori della politica bensì a un gruppo composito di professionalità e competenze che non metta sempre al centro interessi solo umani".
"Gli orsi devono rimanere qui: abbiamo risorse e territorio idonei a gestire questi animali. Stiamo parlando di 390.463 ettari, pari al 63% del territorio provinciale; se esistessero i corridoi faunistici gli orsi si potrebbero diffondere sul territorio e quindi non esisterebbero problemi di esubero come si vuole far credere" spiega la delegata trentina dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), Ornella Dorigatti. "Il progetto Life Ursus prevedeva una popolazione minima di 50 orsi - ha spiegato - ma Fugatti usa questo numero come limite massimo. Forse sarebbe meglio spiegare un po’ di matematica al presidente, sui concetti di minimo e massimo. Diversi interventi di tecnici esperti dicono che sia improponibile spostare 50-70 orsi; ci chiediamo perché i trentini debbano pagare una montagna di soldi per queste scelte assurde. Perché invece non investire i soldi per colmare le gravi lacune che la politica fino adora ha contribuito a formare?".
"Esiste un rapporto emesso da Ispra quasi due anni fa dove - ha sottolineato la delegata Oipa - si vuole analizzare il concetto di 'orsi problematici' e la loro interazione con le attività antropiche. Questa analisi, molto complessa ed articolata, è una vera e propria critica alla gestione fallimentare della provincia di Trento, che si ostina a voler vedere solo una piccola parte del rapporto scientifico divulgato. Quello, cioè, che prevede come extrema ratio, l’abbattimento di un orso definito pericoloso. Ma il presidente Fugatti e la sua assessora Zanotelli, stanno peggiorando la situazione, ignorando proprio le condizioni principali per creare una corretta gestione del problema".
Intanto Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell'Ambiente, che venerdì nella riserva è entrata in prima persona per accertarsi delle condizioni degli orsi ha annunciato: "Ho parlato con il presidente Maurizio Fugatti e gli ho ribadito la nostra offerta, già formalizzata sia alla Provincia autonoma di Trento che al Ministero dell'Ambiente, di trasferire i tre orsi JJ4, MJ5 e M49 in un luogo idoneo, che abbiamo individuato grazie alla solidarietà di imprenditori che si sono messi a disposizione per sostenere questo progetto. Noi ci siamo: l’abbattimento non è mai la soluzione e il fatto che il Tar di Trento abbia sospeso anche l’uccisione di MJ5 conferma la correttezza della nostra strada”.
(di Silvia Mancinelli)