Luca Traini, 28 anni, originario delle Marche, è l'uomo che ha sparato dalla sua auto per le strade di Macerata, ferendo 6 immigrati. Al momento del fermo, si è avvolto in una bandiera tricolore, ha gridato 'Viva l'Italia' e ha fatto il saluto fascista davanti al monumento dei Caduti. Nella sua auto è stata trovata una pistola e una tuta mimetica. Candidato con la Lega Nord l'anno scorso alle comunali di Corridonia, ma non era stato eletto. "Scherzavamo sul fatto che 'non aveva ricevuto neanche un voto'. Frequentava anche gli ambienti di estrema destra. E' stato trascinato, per lui erano come una famiglia, quella che non ha mai avuto. E' peggiorato molto dopo che l'ha lasciato la fidanzata. Ma non è cattivo, dentro è un buono" racconta all'AdnKronos Francesco Clerico, proprietario della palestra Robbys di Macerata e Tolentino, frequentata da Luca fino all'ottobre scorso. "Lo conosco da oltre 10 anni, l'ho visto crescere, era anche al mio matrimonio. In palestra era un cliente, non ha mai lavorato con noi. L'abbiamo dovuto mandare via, è stato cacciato proprio per quello che diceva, perché faceva il saluto romano, mi è dispiaciuto. Avrei voluto dargli una mano perché era senza famiglia. Il padre l'ha lasciato quando era piccolo, la madre era malata, viveva con la nonna". Da quello che racconta pare fosse anche seguito da un medico."Credo fosse in cura, da uno psichiatra, penso, diceva che lo avevano definito borderline. L'assurdo è che da noi in palestra aveva amici di tutte le parti del mondo, anche extracomunitari, ragazzi di colore. Rideva e scherzava con tutti". La cittadina di 15mila abitanti è la stessa, dove si trova la comunità di recupero 'Pars', da cui è scomparsa Pamela Mastropietro, poi, ritrovata cadavere in due trolley e per cui è stato fermato uno spacciatore nigeriano. "Non credo la conoscesse, ma consideri che non lo vedevo da ottobre, appunto" conclude.