La gip di Genova ha revocato i domiciliari all'ex presidente della Regione Liguria accusato di corruzione: sono venute meno le esigenze cautelari. L'ex governatore sui social: "Mai intascato un centesimo dei liguri"
L'ex governatore ligure Giovanni Toti torna libero oggi, 1 agosto a quasi tre mesi dai domiciliari scattati lo scorso 7 maggio. Lo ha deciso la gip di Genova Paola Faggioni che ha accolto l'istanza presentata dal difensore, l'avvocato Stefano Savi.
Con le dimissioni dalla carica ricoperta in Regione Liguria sono venute meno le esigenze cautelari e ora Toti si prepara al processo immediato, chiesto dalla procura, che inizierà in autunno.
Un provvedimento atteso dopo che ieri la procura di Genova aveva dato parere positivo alla revoca degli arresti domiciliari per l'ex presidente della Regione. Per la procura, guidata da Nicola Piacente, con le dimissioni di Toti non ci sarebbe più il rischio di reiterazione del reato.
Il 26 luglio scorso l'ex governatore ha rassegnato le dimissioni. Le prossime elezioni regionali in Liguria si terranno domenica 27 ottobre (dalle 7 alle 23) e lunedì 28 ottobre (dalle 7 alle 15).
"Sono mancato per un po', e soprattutto mi siete mancati tanto. Grazie mille a tutti coloro che in questi 86 giorni tramite la famiglia, l'avvocato, e in ogni modo possibile, mi hanno fatto sentire il loro affetto e la loro vicinanza. È stato il maggior conforto in questi giorni bui", le prime parole con cui Toti ha salutato la fine dei domiciliari.
"Ci difenderemo da ogni accusa, con la coscienza a posto di chi non ha mai intascato un centesimo dei liguri, ma lasciamo una Liguria più ricca: di lavoro, di opportunità, di speranze" aggiunge Toti che ringrazia e saluta i suoi concittadini. "Un abbraccio a tutti, che spero di darvi fisicamente nelle prossime ore. Viva la Liguria. Viva la libertà", afferma in un post su Instagram.
"Mi sono dimesso, richiamando tutti voi al voto, perché ora tocca ai cittadini decidere invece la sorte della nostra terra: andare avanti con la Liguria protagonista che abbiamo costruito, o consegnarla alla cappa grigia dell'ipocrisia, della cultura del sospetto, dell'immobilismo, della doppia morale capace di oscurare già in questi giorni anche il fulgido sole di agosto. Sarebbe un futuro che, se possibile, appare già peggio del passato che ci siamo lasciati alle spalle", ha scritto Toti.
"Quello che è accaduto in questi tre mesi è un processo alla politica: ai finanziamenti, trasparenti e legali, agli atti, anch'essi legali e legittimi, che abbiamo ritenuto necessari e utili a far crescere la nostra terra.
Tutto questo sarà tema di confronto in tribunale - dice nel suo post sui social - Soprattutto spero sia oggetto di vera e definitiva riflessione della politica. Della politica tutta o, almeno, di coloro che non ritengono di usare opportunisticamente la giustizia a scopo politico. Mai come in questo caso l'autonomia della politica, la sovranità popolare, il suo finanziamento trasparente, la sua possibilità di indirizzare lo sviluppo e la crescita sono stati al centro del confronto tra la giustizia e il potere sovrano che discende dal popolo", aggiunge.
"I magistrati interpretano le leggi ma la politica quelle leggi le fa. L'autonomia della politica, come quella della giustizia, dovrebbero essere un patrimonio di tutti. Difficile sperare consapevolezza da chi riempie le piazze di luglio (riempie, insomma...), festeggiando l'aiuto arrivato. Ho fiducia in chi crede nella democrazia liberale e spero colga queste vicende come un definitivo campanello che suona per ricordare l'inerzia di troppi anni" conclude Giovanni Toti.
Con le dimissioni da presidente della Regione Liguria, si legge nel provvedimento della gip di Genova Paola Faggioni, "possano considerarsi sensibilmente affievolite le esigenze cautelari" a fondamento degli arresti dell'ex governatore ligure Giovanni Toti e per questo se ne dispone la scarcerazione.
Nell'ordinanza, che accoglie l'istanza della difesa e tiene conto del parere favorevole della procura allo stop dei domiciliari, la giudice ricorda che, "essendo ormai concluse le indagini, tanto che è già stata esercitata l'azione penale" con la richiesta di giudizio immediato dai parte dei pm titolari dell'inchiesta sulla presunta corruzione, "possono considerarsi venute meno le esigenze cautelari connesse all'acquisizione e alla genuinità della prova".
Nel breve dispositivo, però, la gip sottolinea "l'estrema gravità delle condotte criminose" connesse alla funzione pubblica dell'indagato e il fatto che contro di lui "permangano i gravi indizi di colpevolezza".