Il Consiglio di Stato ha confermato la sentenza del Tar del Lazio che lo ha dichiarato decaduto da sindaco
Il Consiglio di Stato, con una sentenza depositata oggi, ha respinto il ricorso presentato da Damiano Coletta e confermato la sentenza del Tar del Lazio che lo ha dichiarato decaduto da sindaco di Latina e che ha disposto che si torni al voto in 22 sezioni su 116 per il primo turno della tornata elettorale.
I giudici di palazzo Spada hanno ritenuto infondate le censure formulate nel ricorso sottolineando che sono state riscontrate "in numerose sezioni, violazioni delle regole di voto e di scrutinio talmente gravi, manifeste e sistematiche, da far emergere un quadro di generale inquinamento del voto, che ne alteri in modo oggettivo la genuinità e soprattutto renda impossibile, con valenza assorbente ogni ulteriore considerazione, ricostruire l’effettiva volontà del corpo elettorale interessato".
Inoltre "la Prefettura di Latina ha accertato, tra varie anomalie, in un numero significativo sezioni la non corrispondenza del numero complessivo di schede autenticate rispetto alla somma delle schede effettivamente utilizzate dagli elettori e di quelle non utilizzate e indicate a verbale, con una differenza numerica, in alcune sezioni, non trascurabile".
La sentenza fa dunque riferimento a "oggettive gravi illegittimità accertate, che di per sé sono idonee ad invalidare irrimediabilmente le operazioni elettorali e di conseguenza il loro esito".