"Abbiamo anche pensato a un amministratore di sostegno"
"Non era mio padre che chiamava Toti, ma Toti che chiamava mio padre. Toti faceva le sceneggiate per chiedere i finanziamenti". E' quanto emerge nell'interrogatorio di garanzia, riportato da alcuni quotidiani, di Roberto Spinelli, figlio dell'imprenditore Aldo, tra i protagonisti dell'inchiesta sulla corruzione che ha provocato un terremoto nella politica ligure con il governatore Giovanni Toti finito ai domiciliari.
"Mio padre era impossibile da gestire, più volte abbiamo pensato di mettergli l'amministratore di sostegno" tanto che i suoi legali hanno chiesto allo psichiatra Marco Lagazzi di svolgere alcuni accertamenti sulla salute psicofisica dell'84enne 'zar' del porto.
Sentito il 13 maggio dal gip di Genova Paola Faggioni, Spinelli jr - colpito dall'interdizione a svolgere l'attività professionale - ribadisce le presunte 'pressioni' del presidente della Regione Liguria in vista delle elezioni. "Io di Toti non ho neppure il numero di cellulare, il governatore, invece, lo chiamava spesso...non è che mio padre si sveglia e chiama Toti", aggiunge, ma rimarca anche l'assenza di un vero intervento risolutivo da parte del governatore: "Toti faceva la sceneggiata di cose impossibili".
Quanto ai finanziamenti, "mio padre non riusciva a capire che non si poteva fare", e comunque era "Toti che lo chiamava" quando c'erano "situazioni elettorali o delle cene". Dei soldi Spinelli jr non ne voleva sapere perché "non volevo finire più sui giornali" e perché da anni "gli ho intimato di non far più finanziamenti". Inutilmente, a quanto sostiene la procura di Genova.