Detenuta per circa 15 mesi a Budapest, ora la 39enne è stata trasferita fino alla fine del processo. I legali: "Presto presenteremo la richiesta di trasferirla in Italia"
Ilaria Salis ha lasciato il carcere ungherese dove è stata detenuta per circa 15 mesi ed è stata trasferita ai domiciliari dove resterà fino alla fine del suo processo. Lo si apprende da fonti legali. La 39enne è accusata di aver aggredito alcuni partecipanti di una manifestazione neonazista a Budapest dell'11 febbraio 2023. I suoi difensori italiani, gli avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini, sono in Ungheria.
"Siamo molto contenti, aspettiamo di incontrare Ilaria e auspichiamo che al più presto le sia revocata ogni misura cautelare o quantomeno gli arresti domiciliari possa scontarli in Italia", afferma all'Adnkronos l'avvocato Mauro Straini. L'incontro tra i difensori italiani e l'insegnante è atteso in giornata. "Presto presenteremo la richiesta di trasferirla in Italia e speriamo che il nostro governo si impegni affinché ciò avvenga".
E' scarno ma preciso il documento con cui, il 15 maggio scorso, il tribunale ungherese di seconda istanza ha accolto la richiesta di domiciliari e della cauzione nei confronti della 39enne insegnante in carcere con l'accusa di aver aggredito tre persone.
Imputata nel procedimento iniziato lo scorso 28 marzo davanti ai giudici di Budapest - l'atto stabilisce che la sua detenzione in carcere "terminerà con il pagamento della cauzione al tribunale distrettuale di Elsofoku", cauzione il cui importo va saldato "da oggi entro un mese" e "ordina la sorveglianza speciale fino alla pronuncia finale". In regime di domiciliari Ilaria Salis potrà lasciare l'abitazione "solo con il permesso del tribunale", inoltre "sarà controllata con un dispositivo" ossia il braccialetto elettronico.
A Salis, candidata alle prossime elezioni europee 2024 con Avs, il tribunale ungherese ha concesso di lasciare il carcere di Budapest dove è detenuta da circa un anno "solo dopo il pagamento della cauzione", pari a 40 mila euro, precisava l'avvocato Mauro Straini.
“C’è una decisione quadro del 2009 che prevede che ci possa essere un’esecuzione della misura cautelare nel paese di residenza dell’imputato per evitare che, in uno spazio comune europeo di giustizia, ci possano essere discriminazioni tra imputati residenti e imputati non residenti. È quindi verosimile che la difesa di Ilaria Salis chieda l’esecuzione della della misura degli arresti domiciliari in Italia”. Lo afferma all’Adnkronos Mitja Gialuz, professore di diritto processuale penale alla Luiss e all’Università di Genova sugli scenari aperti ora che Salis, detenuta in Ungheria, ha lasciato il carcere per scontare la pena ai domiciliari.
Tuttavia sulla vicenda, spiega il prof. Gialuz “c’è una questione giuridica aperta perché bisogna capire se la misura degli arresti domiciliari rientra nell’ambito di applicazione di questa decisione quadro - precisa- Anche a livello italiano c’è un contrasto nella giurisprudenza della Corte di Cassazione: ci sono due pronunce che ammettono l’applicazione della decisione quadro e altre due che la negano. Quindi c’è una situazione di incertezza”.
“Difficile” inoltre dire cosa potrebbe succedere se Salis, candidata alle Europee, venisse eletta perché, osserva il docente, “dipende da una serie di variabili”. Ciò che è certo è che Salis potrà votare: “Poteva farlo in carcere e potrà farlo a maggior ragione adesso”, conclude.