Cinque deputati e un conduttore tv fanno domanda per il bonus da 600 euro destinato alle partite Iva in difficoltà per l'emergenza coronavirus, e su Twitter scatta la rivolta al grido di 'Fuori i nomi'. L'intento è infatti quello di far uscire allo scoperto, attraverso una grande protesta online, i parlamentari 'rei' di un gesto giudicato "gravissimo", "vergognoso", "avido", e per il quale si chiedono a gran voce le "dimissioni immediate".
"Deve essere un coro unanime. Non è una questione politica. Parliamo di morale. Quindi subito #FuoriINomi!!!", scrivono nei tweet raccolti sotto lo stesso hashtag. "A Montecitorio alcuni deputati hanno beneficiato del bonus COVID.... è indegno ed offensivo per chi durante questa tragedia ha dovuto contare gli spiccioli", spiegano, assicurando: "Non pensate neanche lontanamente che ci stancheremo di chiederlo. Continueremo a chiedere i nomi fino a quando non li sapremo. E subito dopo - aggiungono - PRETENDIAMO le DIMISSIONI immediate".
E ancora: "#FuoriINomi dei miei 5 dipendenti, lautamente retribuiti, che hanno truffato lo stato! Mi è dovuto!", scrivono, sottolineando come "le parole sono importanti. Non sono furbetti, ma disonesti e truffatori. Loro come tutti quelli che hanno chiesto il bonus pur non avendone bisogno". E nella marea di tweet indignati, c'è anche chi ne fa un fatto personale: "#FuoriINomi perché quando a mia figlia è stato rifiutato il bonus perché non iscritta ad alcuna cassa, l’ho consolata dicendole che ce l’avremmo fatta comunque. Che il bonus era giusto che andasse a chi stava peggio di noi. 5 parlamentari e 1 giornalista? NO!", la conclusione.