Ricevuto dal giudice durante un convegno sulla droga organizzato a Roma dall'Adnkronos
Il 23 maggio 1992 Cosa Nostra fece saltare in aria, con 500 kg di tritolo, l'auto su cui viaggiava il giudice antimafia Giovanni Falcone. Insieme a lui morirono la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta. Undici giorni prima l'ennesimo biglietto minatorio ricevuto da Falcone durante un convegno sulla droga, organizzato a Roma dall'Adnkronos. Un ‘pizzino’ con presagi di morte.
Mancavano solo pochi giorni all’Attentatuni, il tritolo per Capaci era già partito quando nel convegno AdnKronos una mano anonima ricordava a Falcone che stava arrivando la sua ora. Una delle tante minacce che accompagnavano la vita del magistrato. Una delle infinite promesse di morte che dal fallito attentato dell’Addaura di tre anni prima si erano fatte sempre più reali. Ma quel foglietto forse fu l’ultimo pizzino di morte, l’ultimo avvertimento prima di quel boato sventrò l’autostrada uccidendo con il giudice e sua moglie e i tre agenti di scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.