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Facebook 'ripristina' foto cippo El Alamein e si scusa: "Un errore"

Decine di account erano stati sospesi con la dicitura "viola gli standard"

Facebook 'ripristina' foto cippo El Alamein e si scusa:
01 luglio 2020 | 18.55
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"Si è trattato di un errore". Facebook, a quanto si apprende, ha ripristinato i contenuti, scusandosi con lo scrittore e giornalista Roberto Alfatti Appetiti, commissario di Fratelli d’Italia Avezzano che, dopo aver postato la foto del cippo della battaglia El Alamein, con su scritto "Mancò la fortuna, non il valore", si era visto arrivare una notifica da parte del social network con la sospensione dell'account per 24 ore. "Abbiamo rimosso alcuni contenuti che hai pubblicato su Facebook. Si è trattato di un errore - ha fatto sapere il social network allo stesso Alfatti Appetiti - Abbiamo ripristinato i contenuti e ora dovrebbero essere visibili, ci scusiamo per l'inconveniente".

"Hanno chiesto scusa...E non è la prima volta che si verifica una censura senza motivo. A maggio postai una foto di Almirante, in occasione della ricorrenza della morte, il post venne cancellato e io me la cavai con un richiamo accompagnato da un paternalistico 'capiamo che si possano commettere errori'. Gli errori, grossolani, li compie Facebook" scrive sulla sua pagina Fb lo scrittore e giornalista Roberto Alfatti Appetiti. Il giornalista rilancia il messaggio ricevuto dal social network che lo informa che si è trattato di un errore, scusandosi per l'inconveniente.

A raccontare quanto accaduto all'Adnkronos era stato proprio Roberto Alfatti Appetiti, commissario di Fratelli d'Italia Avezzano. "Ho semplicemente postato la foto della targa di El Alamein in occasione dell'anniversario dello scoppio della prima battaglia (1 luglio 1942) e pochi minuti dopo mi è arrivata la notifica da parte di Facebook in cui mi è stata comunicata la sospensione dell'account per 24 ore. La motivazione: 'Il tuo post viola i nostri standard della community in materia di persone e organizzazioni pericolose'. Sono rimasto senza parole".

Da lì le proteste. "Ma non lo sanno che la battaglia di El Alamein, in cui mio padre venne fatto prigioniero a Tobruch, venne combattuta quando il fascismo non era ancora caduto? Era quindi l'esercito ufficiale del Regno in battaglia, non quello della tanto contestata Repubblica Sociale Italiana" si interrogava, parlando con l'Adnkronos il vice presidente del Senato Ignazio La Russa.

"Quanta ignoranza sta diventando insopportabile questo voler a tutti i costi riscrivere e cancellare la storia senza nemmeno poi conoscerla. Una battaglia, quella di El Alamein, in cui gli inglesi resero l'onore delle armi ai combattenti della Folgore e ancora oggi ministri e presidenti del Consiglio rendono omaggio a quegli eroi".

"Non esiste nulla di pericoloso nel postare una foto di una battaglia combattuta dai nostri soldati. Il taglio della libertà non meriterebbe nemmeno un commento" aveva commentato all'Adnkronos Vittorio Orlando, presidente dell'Anrra (Associazione Nazionale reduci e rimpatriati d'Africa). "Il voler censurare - prosegue - a tutti costi persone che ricordano la storia mi fa sorridere veramente. Penso che abbiamo raggiunto livelli imbarazzanti. Questo meccanismo sta prendendo una deriva pericolosa. Sono costernato". In tarda serata sono arrivate le scuse di Facebook con la riattivazione degli account sospesi.

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