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Eutanasia, da Veneto secondo via libera a richiesta di suicidio assistito

Conclusa per una 78enne malata oncologica la procedura di verifica delle condizioni e le modalità di accesso al suicidio a 6 mesi dall'avvio dell'iter: l'azienda sanitaria fornirà il necessario per l'autosomministrazione del farmaco

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09 giugno 2023 | 12.52
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In Veneto arriva per la seconda volta, senza ostruzionismi, il "via libera" da parte dell’azienda sanitaria regionale e dal Comitato etico ad una richiesta di verifica delle condizioni per poter accedere al "suicidio medicalmente assistito". Lo comunica l'associazione Luca Coscioni.

Si è infatti conclusa per la 78enne 'Gloria' (il nome è di fantasia), malata oncologica veneta, la procedura di verifica delle condizioni e delle modalità per accedere al “suicidio assistito”, dopo circa 6 mesi dall’avvio dell’iter. “Gloria”, assistita dai legali dell’Associazione Luca Coscioni cui si era rivolta, aveva infatti iniziato la procedura a novembre 2022, con una richiesta all’azienda sanitaria competente di effettuare tutte le verifiche per accedere all’aiuto alla morte volontaria, come previsto dalla sentenza “Cappato” della Corte costituzionale.

L'azienda sanitaria, tramite i propri medici, ha dunque attivato le verifiche necessarie e ha stabilito che Gloria possiede tutti i requisiti previsti dalla sentenza 242/19 della Consulta, accertando che: Gloria ha autonomamente e consapevolmente deciso di procedere con l'aiuto alla morte assistita; che è affetta da patologia oncologica irreversibile; che tale patologia produce sofferenza che lei stessa reputa intollerabile; che i trattamenti con “farmaci antitumorali mirati” costituiscono sostegno vitale.

A fine marzo 2023, l'azienda sanitaria ha comunicato alla signora Gloria che, a seguito della relazione multidisciplinare prodotta dai medici dell’azienda sanitaria, anche il Comitato etico ha rilevato la sussistenza dei requisiti previsti dalla sentenza 242/19 della Consulta. Nell’aprile 2023 l’azienda sanitaria ha poi comunicato la tipologia di farmaco idoneo per poter procedere e le modalità di assunzione. Nei giorni scorsi, l’azienda ha comunicato che fornirà la strumentazione necessaria all'autosomministrazione del farmaco letale e ha confermato che il Servizio sanitario regionale fornirà tutto quanto occorre nell'immediatezza dell’evento. Nelle Marche, Federico Carboni, quasi un anno fa, è stato il primo italiano ad aver avuto accesso al suicidio medicalmente assistito in Italia, ma aveva dovuto farsi carico dei costi del macchinario, acquistato poi grazie a una raccolta fondi aperta dall’Associazione Luca Coscioni.

“Ho vissuto periodi pesanti con forza e volontà per affrontarli, fin dall'inizio ero informata che si prospettava un periodo difficile e così è andata, ed ecco la motivazione della mia richiesta di fine vita dignitosa. Ho avuto una vita libera, bella, quando deciderò di procedere con l’aiuto al suicidio per porre fine alle mie sofferenze nonostante tutto l'ultima parola per me sarà ‘la vita è bella’ e sono stata libera fino alla fine”, il commento di Gloria.

Gloria è la seconda cittadina residente in Veneto, dopo Stefano Gheller affetto da distrofia muscolare, ad aver ottenuto la verifica delle condizioni per poter accedere al suicidio assistito e il relativo parere favorevole da parte dell’azienda sanitaria e del comitato etico. In Italia, per quanto se ne abbia notizia, è la quarta volta che accade, comunica l'Associazione Luca Coscioni.

Il Veneto è la prima Regione d’Italia ad aver raggiunto la soglia delle firme necessaria per poter portare la proposta di legge regionale sul “suicidio assistito” in Consiglio regionale. Sono infatti oltre 7.000 i cittadini veneti che ad oggi hanno sottoscritto il testo di “Liberi Subito”, la proposta di legge regionale elaborata dall’Associazione Luca Coscioni per regolamentare l’aiuto medico alla morte volontaria su cui si stanno raccogliendo le firme anche in Piemonte, Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia. Analoga proposta verrà depositata in Basilicata e Lazio attraverso l’iniziativa dei Comuni ed è già stata depositata da consiglieri regionali in Sardegna, Puglia e Marche.

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