Per la Santa Sede il disegno di legge contro l’omotransfobia in alcuni contenuti violerebbe l’accordo di revisione del Concordato
Dopo l’intervento del Vaticano contro il ddl Zan scendono in campo gli atei. “Il Vaticano ha violato l'indipendenza e la sovranità della Repubblica. Il governo ha l’obbligo politico e morale non solo di resistere alle pressioni ma di denunciare unilateralmente questa inaudita ingerenza negli affari dello Stato”, dice Roberto Grendene, segretario dell'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar), commentando la notizia che il Vaticano ha attivato i propri canali diplomatici per chiedere formalmente al governo italiano di modificare il ddl Zan, ovvero il disegno di legge contro l’omotransfobia, perché in alcuni contenuti violerebbe l’accordo di revisione del Concordato.
"È un evento senza precedenti. Mai la diplomazia vaticana si era intromessa con un atto formale nell’iter di approvazione di una legge dello Stato (che tutela i diritti poi!). In nome del Concordato – relitto fascista che andrebbe stralciato – si viola di fatto la nostra Costituzione, che stabilisce l’indipendenza e la sovranità della Repubblica: si tratta di un atto gravissimo, rispetto al quale il governo e il Parlamento devono prendere immediatamente le distanze. Se le cose stanno così – conclude Grendene – a maggior ragione occorre approvare la legge Zan e denunciare unilateralmente il Concordato. La Repubblica non può farsi tenere al guinzaglio da uno Stato totalitario”.