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Covid oggi Italia, contagi su: allarme medici e infermieri

"Se crescono ancora contagi e ricorso a ospedali avremo ulteriore colpo alla tenuta del sistema"

Covid oggi Italia, contagi su: allarme medici e infermieri
19 giugno 2022 | 00.02
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Rialzo dei contagi Covid, reinfezioni e abolizione di molte misure anti-Coronavirus. Gli ultimi dati dei bollettini preoccupano sia medici che infermieri che suggeriscono di mantenere una costante cautela e il rispetto delle precauzioni base.

MEDICI - "Sappiamo che con il Covid bisogna convivere" ma il "libera tutti sta creando problemi", dice Guido Quici, presidente del sindacato dei medici Federazione Cimo-Fesmed, che, parlando all'Adnkronos Salute, e "se finora si parlava di ondate invernali o autunnali, in questi giorni abbiamo la chiara dimostrazione che, nonostante l'estate, la diffusione del virus e delle sue varianti c'è ed è elevata". "Se aumenta ancora la diffusione del virus nelle prossime settimane e aumenta la possibilità di ricorso in ospedale avremo un ulteriore colpo alla tenuta del sistema", già provato da carenze di organico e problemi di 'dinamicità' organizzativa degli ospedali.

"Rispetto a due anni fa il numero dei medici tende addirittura a diminuire non solo per i pensionamenti ma perché c'è una fuga dagli ospedali, anche da parte dei giovani, ed è notorio l'allarme di questo ultimo periodo nei Pronto soccorso", ricorda. "L'altro aspetto di criticità è che gli ospedali sono talmente poco dinamici nel riconvertire che continuano a conservare i posti letto Covid vuoti, mentre i Pronto soccorso scoppiano. In passato ampliare il numero di posti letto Covid serviva, molto spesso, a sfuggire all'avanzamento dei 'colori' delle Regioni. Oggi questo sistema non c'è più, per fortuna, ma sono rimasti molti posti Covid, con personale dedicato che magari non ha molto da fare".

Tutto questo - prosegue Quici "al di là delle tante riforme in cantiere, che io chiamo 'piano di distrazione di massa' perché distraggono l'utente facendo credere che ci sarà una riforma che di fatto non c'è".

INFERMIERI - "Apprendiamo con non poca preoccupazione dei dati nazionali che, in riferimento a Omicron 5, mettono in evidenza una recrudescenza di contagi" dice Antonio De Palma, presidente nazionale del sindacato degli infermieri 'Nursing Up', all'Adnkronos Salute. Appare chiaro che questa variante potrebbe presto condurci a dover ripristinare quelle regole ferree che hanno contraddistinto per mesi la nostra vita nel pieno dell’emergenza sanitaria. Ciò che ci preoccupa di più al momento, oltre all’incolumità degli infermieri, da sempre i più esposti al rischio, è certamente il caos che viviamo costantemente negli ospedali, nei Pronto soccorso, dove gli infermieri non si risparmiano mai ma dove paghiamo ancora quella voragine di carenza di personale che emerge nella sua gravità più latente quando i contagi dei cittadini e i possibili ricoveri aumentano come sta accadendo".

Per quanto riguarda i contagi degli infermieri, il sindacato al momento non registra ancora picchi significativi: "la media negli ultimi 30 giorni è di 315 operatori sanitari contagiati al giorno, molto più bassa rispetto agli ultimi preoccupanti dati che risalgono ad aprile scorso".

REINFEZIONI - Continua l'aumento delle reinfezioni da Covid in Italia. Nell'ultima settimana si è registrata una percentuale pari al 7,4% sul totale dei casi segnalati, in aumento rispetto alla settimana precedente quando erano il 6,3%. E' quanto emerge dal Report esteso settimanale del monitoraggio Istituto superiore di sanità (Iss)- Ministero Salute. Le persone più a rischio di contrarre nuovamente il virus sono i non vaccinati, le donne, il personale sanitario e chi è vaccinato da più di 120 giorni.

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