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Covid in Italia, siamo alla fine? Cosa dicono gli esperti

Per Andreoni "rimarrà come rumore di fondo, unica via è vaccinazione". Ciccozzi spiega: "Siamo in fase endemica, non andrà via, ma non è quel virus 'cattivo' conosciuto nel 2020". Bassetti: "Sconfitto dopo 4 anni". Gismondo: "Cambiamogli nome"

Covid in Italia - Afp
Covid in Italia - Afp
26 gennaio 2024 | 11.55
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Siamo alla fine del Covid? "Ormai siamo fuori dalla fase critica, ha circolato tanto e abbiamo una buona immunità nella popolazione. Il trend della discesa dei parametri credo che continuerà. E' chiaro che rimarrà come rumore di fondo. Ci sono ancora tanti decessi, ma l'impatto maggiore della malattia si avrà d'inverno". Così all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), commenta i dati del monitoraggio settimanale della Cabina di regia Iss-ministero della Salute.

"L'espressione che ripeto spesso è quest'anno non è il Covid che è diventata una influenza, ma quest'ultima che è diventata 'cattiva' come il Covid", precisa Andreoni. "Si deve capire che l'unica strada è la vaccinazione, mentre ad oggi - sottolinea - abbiamo vaccinato solo il 10% dei soggetti che avrebbero dovuto immunizzarsi".

Ciccozzi: "Fase endemica, virus non sparirà ma non è più quello 'cattivo' del 2020"

Per Covid "siamo nella fase endemica e il virus non andrà via, ma non è quel virus 'cattivo' che abbiamo conosciuto nel 2020-2021. Vuol dire che anche se rialzerà la testa, sarà come avere una brace sempre viva che se viene messo un legnetto si riattiva una fiamma. Potrebbe rialzare la testa, ma con piccole ondate di positività che andando avanti nel tempo e saranno sempre inferiori rispetto all'anno prima. Il tutto molto gestibile. Certo, in inverno la musica cambia perché abbiamo altri virus respiratori e si parla di 'cocktail' di virus dove c'è anche Covid". Così all'Adnkronos Salute Massimo Ciccozzi, responsabile dell'Unità di Statistica medica ed epidemiologia della Facoltà di Medicina e chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, commenta i dati.

Bassetti: "Dopo 4 anni Covid sconfitto"

"Il Covid è ampiamente ai titoli di coda e il paradosso è che l'influenza lo ha messo ai margini ed è stato battuto 3 a 0. Fondamentalmente ormai l'influenza ha spazzato via il Covid, che rimane ancora un problema unicamente per i grandi immunodepressi e per gli anziani che sono quelli che tra l'altro si sono anche vaccinati molto poco. Dopo 4 anni possiamo dire che il Covid è stato sconfitto, ha vinto la scienza e hanno vinto i vaccini, i farmaci antivirali. Ha perso l'antiscienza e il complottismo", il commento all'Adnkronos Salute di Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova.

"Ecco, io non vorrei più leggere i titoloni sul Covid che comunque rimarrà con noi ancora - precisa Bassetti - come uno dei virus responsabili di infezioni respiratorie tutto l'anno. Recentemente al Sars-CoV-2 è stata data troppa importanza: sottoporre i pazienti che entrano in ospedale al tampone per il Covid, in assenza di sintomi, è un errore che non deve essere continuato". "Quindi - conclude l'infettivologo - certamente è stata lunga, è stata dura, però direi che a 4 anni dai primi casi possiamo dire di avere vinto".

Gismondo: "Cambiamogli nome, Covid 2020-2021 non esiste più"

"Il Covid? Cambiamogli nome", perché "il Covid del 2020-2021 non esiste più". A proporre di ribattezzare l'infezione da Sars-CoV-2 è Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano. "Quello che continuiamo a chiamare Covid dovremmo chiamarlo diversamente", dice l'esperta all'Adnkronos Salute, commentando i dati del monitoraggio.

"Il virus Sars-CoV-2 è mutato e per la malattia che provoca dovremmo adesso adottare un'altra denominazione", sostiene Gismondo. "Circolerà ancora - precisa - dal punto di vista epidemiologico sarà altalenante, con periodi in cui avremo più contagiati e altri in cui ne avremo meno", ma l'infezione pandemica che 4 anni fa ha travolto il mondo "non è più la stessa".

Lopalco: "Senza nuove varianti prossimo appuntamento in autunno"

La curva calante dei dati Covid rappresenta la "normale dinamica della fase epidemica stagionale. Se non dovessero emergere nuove varianti, con un po’ di fortuna il prossimo appuntamento con Sars-Cov-2 sarà per l’autunno-inverno prossimo. In caso contrario potrebbe verificarsi, come negli ultimi anni, anche una ripresa epidemica in primavera-estate. Vedremo", spiega all'Adnkronos Salute Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all'Università del Salento.

Il picco di Covid, continua Lopalco, "è stato piuttosto precoce ed è stato accompagnato da un forte picco di influenza. I virus influenzali ancora la fanno da padrone con il coronavirus ormai in fase di calo. Ma tutto questo rappresenta una normale evoluzione".

Pregliasco: "In calo già da un po'"

Per questa stagione Covid è in ritirata, ma tornerà? "A cicli di 4-5 mesi avremo nuove onde come quelle disegnate da un sasso in uno stagno". Però con intensità "in riduzione". Lo prospetta Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università Statale di Milano, commentando all'Adnkronos Salute i dati.

"Quest'anno - spiega l'esperto - l'onda Covid l'abbiamo avuta un po' prima. E quindi, nel 'cocktail' di virus respiratori che hanno caratterizzato questa stagione autunno-inverno e che ha visto l'influenza protagonista, il suo contributo è in calo già da un po'". La fiammata insomma si è spenta e, secondo Pregliasco, si riaccenderà, ma sempre meno forte.

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