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Terza dose vaccino, Locatelli: "Sicura e ulteriore protezione"

Le parole del coordinatore Cts in conferenza stampa su vaccini ai bimbi, situazione italiana e farmaco anti virale per covid

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05 novembre 2021 | 11.31
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Avanti con la terza dose di vaccino anti covid, che è "largamente sicura" e "ulteriore elemento di protezione per l'intero Paese" somministrata "nei fragili e negli operatori sanitari". Lo ha detto il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, nel suo intervento alla conferenza stampa a Palazzo Chigi con il commissario straordinario per l'emergenza generale Francesco Paolo Figliuolo e con il ministro della Salute Roberto Speranza.

Sulla terza dose di vaccino anti-Covid, Locatelli ribadisce: "E' largamente sicura. Per quel poco che può valere l'ho ricevuta senza il minimo problema, e conferisce ulteriore protezione proprio perché stimola le cellule della memoria del sistema immunitario". Per Locatelli "dobbiamo continuare sostanzialmente con due messaggi forti. Il primo è quello di incrementare le vaccinazioni in chi non ha ricevuto il ciclo primario e di sottolineare oltre i 60 anni, nei fragili e negli operatori sanitari di sottoporsi alla terza dose come ulteriore elemento di protezione per l'intero Paese. Poi" il secondo messaggio riguarda "le misure non farmacologiche, che hanno contribuito assieme ai vaccini a mantenere la circolazione virale su livelli favorevoli in Italia rispetto ad altri Paesi. Quindi è importante sottolineare la responsabilità di comportamenti individuali, evitare assembramenti, la partecipazioni a feste in cui uno non indossa la mascherina e rischia di sviluppare contagi importanti".

Sulla situazione Covid in Italia, "è evidente che ci troviamo di fronte a uno scenario epidemiologico composito, dove il rischio di essere infettati e sviluppare una patologia grave tale da richiedere il ricovero in rianimazione, è significativamente diverso tra chi è vaccinato e chi non lo è. L'analisi dell'Iss ha documentato che nel Paese fino ai 59 anni di età nessuno dei vaccinati è stato ricoverato nelle terapie intensive, nella fascia 60-79 c'è un rischio 21 volte superiore e oltre gli 80 anni 8 volte superiore di finire in terapia intensiva per i non vaccinati. Anche nel nostro Paese, pur sottolineando il ministro quanto la situazione italiana sia marcatamente favorevole rispetto a tutti i Paesi europei, è evidente che c'è un lavoro da continuare e sviluppare", spiega ancora Locatelli.

Guardando alla situazione europea, Locatelli ha confrontato la situazione italiana con quella tedesca. "Rispetto alla Germania abbiamo il 9% in più di vaccinati sull'intera popolazione, va rimarcato il successo della campagna vaccinale e l'adesione da parte degli italiani", ha aggiunto.

Sul tema dei vaccini per la fascia 5-11 anni, "la Fda" americana "ha approvato il vaccino" anti-Covid di "Pfizer per bambini, in una dose di un terzo. Ci sarà un'opportunità di protezione offerta anche a questa fascia di età, sia per proteggere i bambini da forme assai rare, sia proteggerli da forme di 'long Covid', sia per ridurre ulteriormente la circolazione virale", ha rimarcato il presidente del Consiglio superiore di sanità, che aggiunge: "L'Ema ipotizza la valutazione del dossier relativo alla dose per la vaccinazione nella fascia 5-11 anni più o meno attorno alla prima quindicina del mese di dicembre. Poi, tra l'approvazione di Ema e quella Aifa il tempo è straordinariamente breve. Ricordo che le dosi pediatriche sono un terzo rispetto alle dosi usate negli adulti".

"Le società scientifiche dei pediatri, americana e italiana, hanno tutte preso una posizione largamente a favore della vaccinazione per la popolazione pediatrica. Le ragioni - sottolinea ancora Locatelli - sono che c'è una quota piccola ma non irrilevante che, colpita dal virus, necessita di ricovero, talvolta in terapia intensiva, per aver sviluppato una sindrome multinfiammatoria sistemica". Inoltre, a causa di Sars-CoV-2, fra i bambini "poche decine hanno perso la vita e non tutti avevano patologie concomitanti che giustificassero una malattia grave".

Riguardo "le miocarditi, piuttosto che le pericarditi, dopo vaccinazione, ci sono solo forme lievi reversibili, mentre il rischio di sviluppare queste patologie, le miocarditi, è un numero di volte assai più elevato in forme più gravi attribuibile a infezioni da Sars-CoV-2", puntualizza ancora Locatelli.

L'Aifa, continua Locatelli, si è intanto "già attivata per acquisire una quantità adeguata del farmaco antivirale orale per il Covid-19 molnupiravir, autorizzato in Gran Bretagna. Ciò al fine che anche l'Italia possa avere a disposizione anche questa arma".

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