Presidente Gimbe: "Con tanti isolati 'chiusura di fatto' e costi per il Paese, tenere la mascherina al chiuso e negli assembramenti"
"In questa fase di crescita esponenziale dei contagi" Covid, che fra l'altro "non contabilizza il 'sommerso' dei casi non dichiarati, con evidenti segnali di impatto sugli ospedali, in particolare in area medica, è fondamentale agire su due fronti" secondo Nino Cartabellotta, presidente Gimbe. "Oltre ad accelerare ora la somministrazione della quarta dose nei pazienti vulnerabili - spiega nell'ultimo monitoraggio indipendente della Fondazione (29 giugno-5 luglio) - è indispensabile contenere la circolazione virale utilizzando le mascherine al chiuso, in particolare in luoghi affollati e poco ventilati, oltre che all'aperto in condizioni di grandi assembramenti con attività a elevata probabilità di contagio".
"Infatti - ragiona Cartabellotta - al di là della scelta individuale di dichiarare alle autorità sanitarie la propria positività, l'isolamento domiciliare non è sinonimo di asintomaticità e bisogna chiedersi quanto costa al Paese", in termini per esempio di "giornate lavorative perse, attività chiuse per Covid, vacanze cancellate" e così via, "un'elevata percentuale di popolazione sintomatica e/o isolata a domicilio per Covid, che peraltro rischia di determinare un 'lockdown di fatto' su vari servizi, inclusi quelli turistici".
"Se il muro eretto dalla vaccinazione ha ridotto ospedalizzazioni e mortalità, oggi - ammonisce il vertice Gimbe - l'utilizzo della mascherina rimane lo strumento più efficace che ciascuno di noi ha per arginare la diffusione del virus: utilizziamola, facciamolo per la nostra salute, per i professionisti sanitari stremati da 2 anni e mezzo di pandemia, per l'economia del nostro Paese e per non ritrovarci nuovamente con gli ospedali in sovraccarico che causano inaccettabili ritardi alle cure di tutti i cittadini".